ATTENZIONE: l’articolo potrebbe contenere spoiler su Inverso!!
Lisa Joy e Jonathan Nolan, i creatori di Westworld, nella primavera del 2018 ce lo avevano preannunciato: il romanzo The Peripheral di William Gibson, pubblicato nel 2014, sarebbe diventato una produzione televisiva. Il progetto ha preso forma nei mesi successivi fino all’annuncio di Amazon Prime Video, che ha effettivamente commissionato a Scott B. Smith le otto puntate di Inverso, uscite sulla piattaforma a partire dal 21 ottobre 2022. Una produzione su cui Amazon ha puntato molto, mettendo a budget cifre importanti per rendere possibile la realizzazione della serie. Non era facile trasporre un soggetto di William Gibson in tv. Lo scrittore, considerato un’istituzione del genere cyberpunk, ha dato alle stampe romanzi in cui il lettore si perde tra decodificazioni e universi fantascientifici facili da immaginare, ma difficilissimi da riprodurre. Il progetto era dunque ambizioso, considerando la mole di lavoro che ci è voluta per portare in tv The Peripheral. Non si tratta della nuova Westworld, nella maniera più assoluta. Sebbene Nolan e Joy mantengano vivo il collegamento tra le due produzioni, Inverso si allontana di parecchio dai toni della serie HBO. È uno show che possiamo ascrivere al genere cyberpunk, pieno di cose come visori, realtà aumentata, robot pilotati da remoto, wireframe, periferiche, assistenti virtuali e altra roba incomprensibile per un novellino del genere. Ma Inverso – The Peripheral riesce a portare lo spettatore al centro dell’azione sin dall’episodio pilota. Gli scaglia addosso quell’elaborata realtà virtuale senza passaggi intermedi o mediazioni di sorta. Col risultato che il pubblico elabora immediatamente i dati di quel nuovo mondo e li archivia in un hardware a portata di mano per servirsene quando necessario.
Inverso è una serie tv dall’alto potenziale.
La trama ruota attorno a Flynne Fisher (Chloë Grace Moretz), una ragazza che vive nei monti Blue Ridge, nel cuore di un’America rurale di un futuro non troppo distante dal nostro presente. Ha perso il padre quando era ancora piccola, sua madre lotta contro una terribile malattia dal letto della sua stanza, mentre il fratello Burton (Jack Reynor) è un reduce di guerra che si guadagna da vivere testando videogiochi. I problemi per Flynne sorgono quando suo fratello la convince a fare la beta tester per un gioco di realtà virtuale di una società colombiana al suo posto. Consapevole delle abilità della ragazza come giocatrice, Burton spera di poter superare i livelli e ambire alla cifra spropositata che gli è stata proposta dalla società di videogame. Flynne accede alla simulazione indossando un visore che la trasporta letteralmente all’interno di una realtà virtuale. I creatori di Inverso, partendo dal soggetto di Gibson, ci fanno fare un piccolo salto in un futuro che non appare poi così lontano, considerando i progressi della tecnologia e le innovazioni nel campo del metaverso. Guardando gli episodi della serie, lo spettatore non sembra poi così disorientato davanti alla realtà futuristica presentata dagli autori. Flynne accede al gioco e mostra tutte le proprie abilità come beta tester. La ragazza viene trasportata in una Londra del futuro diversa da come la si potrebbe immaginare. Lì però succede qualcosa, perché una volta staccato il visore e tornata nella roulotte di casa sua, Flynne scopre che qualcuno è stato mandato a Clanton per ammazzare lei e la sua famiglia.
La realtà virtuale e quella presente si incrociano in Inverso e si fondono più volte, allargando la prospettiva della narrazione e consentendoci di vedere le cose da un’angolazione completamente inedita.
Dall’altra parte, in quella città desolata che in realtà è la Londra di un futuro prossimo venturo, Wilf Netherton (Gary Carr) si mette alla ricerca di sua sorella Aelita West (Charlotte Riley) – la ricercatrice del Research Institute che ha ingaggiato Burton e poi è stata rapita in circostanze misteriose – e accompagna una disorientata Flynne in quello che non è più un gioco, ma il futuro che verrà. Da qui si dipanano una serie di filoni che si intrecceranno e si rincorreranno per tutti gli otto episodi della serie. Burton raduna il suo plotone per proteggere la famiglia. I veterani sono legati tra loro da aptiche, implementazioni cibernetiche installate nei marines per potenziarne l’efficienza come squadra-alveare. Tommy (Alex Hernandez), il vice sceriffo di Clanton, prova a raccapezzarsi nel marasma scatenato dalla simulazione di Flynne, Corbell Pickett (Louis Herthum), il signore della droga locale, viene assoldato per mettere fuori gioco i Fisher. Tra killer mercenari, ufficiali corrotti, piccoli criminali locali e personaggi di una realtà virtuale, le trame di Inverso – The Peripheral si compongono e prendono forma. Proprio come nei romanzi di William Gibson.
La serie di Amazon Prime Video deve essere costata molto alla piattaforma. Ed è curioso che un prodotto del genere sia stato lanciato proprio dal marchio di Jeff Bezos, imprenditore e informatico proiettato in un futuro in cui i limiti più invalicabili sembrano essere destinati a venire abbattuti. Inverso è l’ultimo colpo che la piattaforma mette a segno nel campo dello sci-fi. È una serie che un po’ si appiattisce sul genere di riferimento, che tende ad omologarsi ad altri prodotti simili, ma che è supportata alla base da una scrittura mai banale come quella di William Gibson. Sul piano dell’azione e degli effetti speciali, nulla da eccepire. Le scene di combattimento sono tra le migliori della serie. La protagonista poi è particolarmente convincente nel ruolo di giocatrice caparbia e determinata, la risorsa alla quale tutti si affidano nei momenti di difficoltà. La parte estetica in generale è invece quella più deludente. Al di là degli effetti speciali in grado di costruire dal niente una città del futuro, il resto dell’ambientazione osa poco rispetto a quanto potrebbe. L’esperienza è assolutamente coinvolgente per lo spettatore, anche per chi è totalmente a digiuno di sci-fi.
Inverso – The Peripheral è una serie su cui Amazon Prime Video fa bene a puntare, malgrado la concorrenza di altri prodotti dello stesso genere. È interessante, suggestiva e sa come stuzzicare la curiosità di chi guarda, ma alle volte risulta un pizzico confusionaria e caotica. Il numero piuttosto consistente di personaggi presenti sulla scena apre una serie di filoni secondari che meriterebbero di essere approfonditi tutti. Per alcuni, la serie riesce a farlo nel corso degli otto episodi, per altri invece no. Ma il finale sembra aprire anche alla possibilità di una seconda stagione, della quale però al momento si sa molto poco. A metà tra un videogame e un thriller adrenalinico, Inverso è uno show convincente e ben strutturato. Caotico, come dicevamo, ma tutto sommato gestibile. Il rilascio a cadenza settimanale è stata forse una scelta controproducente, perché ha privato lo spettatore di quell’effetto di immersione totalizzante necessario se si vuole star dietro a tutte le sfumature della trama. Però recuperarlo in blocco è sempre possibile su Amazon Prime Video e, per quanto visto in questa prima stagione, ne vale certamente la pena.