Siamo giunti a metà del viaggio della terza stagione di Invincible e, come sempre, la Serie Animata di Amazon Prime Video ci fa saltare sul divano. La Serie adattamento dell’omonimo fumetto di Robert Kirkman – che consiglio, anche come primo approdo alla lettura a fumetti – è trionfalmente magistrale e si sta riconfermando una delle migliori della piattaforma. Per storia, animazione, temi, profondità di ogni singolo personaggio. Sinceramente, non riesco a trovare dei difetti. E credo che, anche se non piace il livello di violenza (permesso ovviamente dal genere d’animazione), questa serie possa appassionare anche chi non è amante di cine/series-comics. Perché? Perché non è una Serie sui supereroi come le altre.
Le prime tre puntate della terza stagione sono uscite lo scorso 6 febbraio, mentre la quarta (e tappa di metà stagione) il 13 febbraio. Ora settimanalmente avremo sempre più risposte (o sempre più domande) a una storia che non smette mai di stupire. Il nuovo formato anti-binge watching potrebbe non piacere. Devo dire, però, che a me non dispiace. Soprattutto quando si tratta di una serie come Invincible, dove il cliffhanger di fine – ma anche metà – puntata la fa da padrona. E in queste quattro puntate, di cliffhanger, eccome se ce ne sono stati.
Che aspettiamo? Partiamo con la Recensione della prima metà di Invincible 3, che è partita a bomba. (ah, da qui in avanti entriamo in zona spoiler)
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Riprendiamo per un brevissimo attimo dove la seconda stagione ci aveva lasciati (ecco pure la nostra recensione). Nonostante la volontà di non diventare come suo padre, Mark Grayson (Steve Yeun) si “sporca”, diventando come Nolan, a.k.a. Omni-Man (J.K. Simons). Accecato dalla rabbia, Mark difende a tutti i costi sua madre, Debbie (Sandra Oh), e il fratellino in fasce Oliver (Lincoln Bodin, mentre nella terza Christian Covery). Dopo uno scontro corpo a corpo durissimo in cui Mark sta per avere la peggio, il nostro Invincible è costretto ad abbandonare la sua regola più importante: non uccidere. La morte di Angstrom Levy per sua mano costringe Mark a confrontarsi con la sua paura più grande, quella da cui ha tentato di fuggire per tutta la seconda stagione: diventare come suo padre.
E dopo sei mesi da questo fatto lo ritroviamo, nella terza stagione, apparentemente ripreso e in completo controllo di sé. Mark Grayson è tornato alla “solita” vita da supereroe. Esplorando e potenziando le proprie capacità di Viltrumita, Invincible sta aiutando Cecil Stedman (Walton Goggins) e la GDA a prepararsi all’attacco della forza imperiale intergalattica. In tutto ciò, i drammi più umani non mancano. La tanto agognata ship Eve-Mark resta, beh, agognata. Almeno all’inizio. Nonostante quello che gli ha detto Eve-alternativa, Mark prende le distanze da Atom Eve. Anche a casa ne succedono di cose interessanti. Il fratellino Oliver cresce a una velocità impressionante, grazie al suo DNA Thraxano. I poteri Viltrumiti non attendono molto prima di manifestarsi che Debbie si ritrova il bambino prendere il volo in casa.
Gli eventi si susseguono in un caotico equilibrio che potremmo definire come vita ordinaria nel suo essere straordinaria.
Invincible ci riporta, ben presto, con i piedi per terra e alla normalità. Cecil sguinzaglia Darkwing e i Rianiuomini di Sinclair per salvare tutti i super (compresi Mark ed Eve, andati a salvarli e catturati a loro volta) da Doc Seismic, evaso di prigione. Per Invincible il reclutamento di ex criminali e l’utilizzo degli esperimenti di Sinclair è troppo. Anche per Cecil. Il direttore della GDA, noto per i suoi mezzi brutalmente efficaci, ha superato un limite. Mark capisce a sue spese che quel limite, però, è lui. In quanto Viltrumita, lui stesso resta una minaccia per la Terra. Cecil lo sa e prepararsi a qualsiasi evenienza è il suo mestiere. Evidentemente – o forse scioccamente – Mark non aveva mai pensato a questa eventualità.
Il mix di azione-reazione tra Cecil e Mark provoca una spaccatura anche tra i Guardiani del Globo. Da un lato Monster Girl, Rex Splode, Rae, Bulletproof e Robot perdono la fiducia in Cecil dopo aver visto gli effetti dell’arma che il direttore ha segretamente installato nel cervello di Mark. Dall’altro Immortal, Kate, Black Samson e Shapesmith decidono di continuare a fidarsi di Cecil. Per alcuni, Black Samson in primis, è più facile avere il controllo se si resta all’interno del sistema GDA, mentre per altri, in particolare Immortal, è sottintesa la minaccia rappresentata da Invincible e danno priorità al loro ruolo di Guardiani.
Invincible 3 ci mette di fronte alle infinite sfumature della moralità.
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Questa spaccatura riflette quella che vediamo in Mark. Il giovane supereroe è ormai arrivato all’età adulta e le responsabilità non fanno che sommarsi. Oltre al lavorare in proprio, Invincible si deve occupare di una questione molto impellente. Oliver sviluppa e manifesta i suoi poteri con largo anticipo rispetto a Mark. Nonostante la crescita rapita, si tratta pur sempre di un bambino con superforza e capacità di volo. La necessità di insegnarli a saper gestire, dosare e controllare i nuovi poteri fa di Mark, oltre a fratello maggiore, anche mentore.
Se da un lato Mark si allontana dalla GDA proprio per le scelte morali di Cecil, dall’altro Invincible usa gli stessi mezzi di Omni-Man. In questo nuovo ruolo, si rafforza ancora di più l’ascendente di Mark sul fratello minore. Apparentemente inconscio delle azioni di Omni-Man sulla Terra, Oliver, infatti, prova stima per il padre. Tanto che decide di chiamare Kid Omni-Man il suo alter-ego mascherato. Dopo lo scontro con i gemelli Mauler, di cui Oliver è il brutale carnefice, il bambino rivela il suo disprezzo per il valore della vita e crede che il padre forse potrebbe aver avuto ragione.
La scioccante rivelazione pone Mark e Debbie di fronte alla questione dell’eredità viltrumita che concerne anche il fratellino. Qual è il valore della vita? Soprattutto per qualcuno che è super? Si tratta di un dilemma che si è posto anche Invincible e, prima di lui, Omni-Man. Se il padre però viene da una società imperiale che si è espansa grazie al soggiogamento degli altri, nel fratello invece prevale il lato umano. Questo proprio grazie a Debbie: ancora una volta è la mamma a riportare la ragione in casa Grayson (e anche nelle profondità dello spazio).
La linea sottile tra il bene e il male
Cosa significa “super-cattivo”? Perché i villain fanno quel che fanno? Quando un eroe prende una decisione che lo fa passare dall’altro lato? E si può tornare indietro? Questa terza stagione, anche tramite i personaggi secondari (si veda l’inizio della terza puntata), riflette proprio sulla linea sottile che demarca il confine tra ciò che è bene e ciò che è male. Cattivi non si nasce, si diventa. Sono le circostanze (povertà, instabilità, crisi, ingiustizie) a creare i cattivi.
Quando, però, sono i propri principi a creare il cattivo in nome di un bene superiore, il ritorno diventa molto più difficile. Il quarto episodio, Eri il mio eroe, si concentra proprio su questo. Come un fantasma del proprio sé futuro, Mark è costretto ad affrontare il vassallo, Immortal, di un sé cattivo. Portato secoli nel futuro dai gemelli Fightmaster e Dropkick, Invincible trova un’umanità schiavizzata. Immortal, per secoli relegato a un ruolo affibbiatoli (sotto minaccia?), è impazzito e implora la morte. E il nostro Invincible gliela concede. Proprio come fece suo padre nella prima stagione.
Dulcis in fundo: Allen the Alien e Omni-Man sono la coppia che non sapevamo di volere, ma di cui avevamo bisogno
Si, si, lo so, finalmente Mark ed Eve si sono messi assieme. Come se non sia stata telefonatissima. Ma la combo che, personalmente, esalta di più è quella di Allen e Omni-Man. Risultato di esperimenti svolti da Thaddeus, ribelle viltrumita in incognito all’interno del consiglio della Coalizione dei Pianete, Allen è diventato talmente forte da poter tenere testa anche ai viltrumiti. Catturato dagli stessi, alla fine della seconda stagione viene rinchiuso nella stessa prigione in cui Omni-Man sta aspettando la sua esecuzione per alto tradimento.
A poco a poco, la bontà d’animo di Allen fa breccia nella roccaforte emotiva di un Omni-Man ormai rassegnato. Quel “Mi manca mia moglie” è l’apice dell’epifania che Nolan sta coltivando da tempo. L’evasione di Nolan è anche evasione dal sistema viltrumita che lo ha formato e l’ha convinto che esiste solo una via, quella dell’impero. Non ci resta che attendere quale risvolto prenderà un eventuale ritorno di Omni-Man sulla Terra. Sarà un percorso di redenzione? Oppure il primo passo verso il futuro visitato da Invincible?
Una prima metà di stagione che pone molte basi e molte domande, ma riuscirà a rispondere a tutte?
Nel complesso, questa prima parte di Invincible 3 offre un ulteriore approfondimento della moralità umana (e non). Retaggio e nuovi ruoli portano con sé ombre e nuove ambiguità. Sia esso fisico o dato dal proprio ruolo, il potere implica sfidare eticamente anche le responsabilità che ne derivano. La narrazione, se nella prima puntata è veloce e mette parecchia carne al fuoco, rallenta man mano che le puntate si susseguono, soffermandosi sempre più sul percorso di Mark/Invincible, ma anche a quello di personaggi secondari.
Invincible non smette mai di sorprendere e risulta soddisfacente nel suo complesso, innovandosi ma mantenendosi uguale in ogni stagione. La Serie, che strizza l’occhio a qualsiasi predecessore nel genere (innegabilmente in crisi), ci ricorda che i super hanno sempre il loro fascino e possono sempre raccontarsi in modo nuovo. Ora non ci resta che attendere le ultime quattro puntate, che usciranno settimanalmente ogni giovedì su Amazon Prime Video.