L’Iron Fist è più di ciò che sembra. Un supereroe come pochi altri nell’intero Universo Marvel
I’ve been training my whole life for this. This is the one thing I know I can do better than anyone else. I am the only one who can defeat them. ― Danny Rand
Non è nostra intenzione indorare la pillola. Iron Fist è, senza appello, il titolo seriale più debole tra quelli che compongono l’MCU.
Già in una precedente analisi comparata tra le Serie Tv Marvel Netfix (che potete leggere qua) erano ampiamente emersi i limiti di questo prodotto.
Ci eravamo sostanzialmente soffermati su quegli aspetti che non avevano convinto il fandom; a partire da una storia, a tratti disordinata, che vede contrapporsi un Danny Rand dalla personalità tra lo ieratico e il borderline contro la Mano in una versione che oseremmo definire nerfata. Lo scarso livello sia dell’interpretazione che del montaggio delle scene d’azione con Finn Jones protagonista non fanno altro che condurci a un risultato generale traballante, se paragonato con Daredevil e Jessica Jones in particolar modo.
Dunque Iron Fist è un fallimento? Si tratta di una Serie Tv da evitare a piè pari?
Come già anticipato, in questo scontro tra titani è Iron Fist a uscirne con le ossa rotte. Non significa però che la storia del protettore di K’un-Lun sia totalmente da buttare.
Sicuramente Iron Fist paga l’essere l’ultima Serie Tv in ordine d’apparizione, ma il nostro consiglio è “guardatelo, perché…”
THE KID WITH A GLOWING FIST
You are a living weapon. Drive all other thoughts out of your mind except this… ― Lei Kung
Ciò che balza immediatamente all’occhio dello spettatore è la presenza in Iron Fist di un plot altamente stratificato.
Un’arma a doppio taglio
Forte è infatti il rischio di scadere nella confusione, anche se al contempo ecco come questa Serie Tv finisca col caratterizzarsi in modo distintivo da quelle che l’hanno preceduta, introducendo inoltre una dimensione mistica soltanto sfiorata fin’ora, a scapito delle solite atmosfere urbane e dark.
Al centro un personaggio in completo divenire
Riapparso nella civiltà dopo aver trascorso gli ultimi 15 anni in un luogo chiamato K’un-Lun, il Danny Rand che fa ritorno a casa non è più quel bambino che si salvò dall’incidente in cui persero la vita i suoi genitori. Un salto nel vuoto che il figliol prodigo sembra patire durante l’intero arco narrativo e che lo condurrà verso il perenne confronto umano e morale (talvolta anche fisico) con le altre pedine disposte sullo scacchiere.
Perché di fatto Iron Fist respira attraverso l’opera di una fitta rete di personaggi, i quali si avvicendano tra loro nel ruolo di nemico piuttosto che alleato, con buona frequenza
I Meachum incarnano l’essenza di questo concetto. Un quadretto familiare che vivrà in simbiosi con l’evoluzione del protagonista, tanto da rimanere travolto dagli eventi.
Danny è infatti convinto della bontà di quel legame che lo lega alla famiglia di Harold ed è intenzionato a riprendersi la vita che gli apparteneva, per quanto la volontà e lo spirito dell’Iron Fist sembrino portarlo lontano dalla Rand Enterprises. Al contempo la diffidenza e gli interessi dei Meachum semineranno dissidi e fraintendimenti che andranno a complicare la pacifica convivenza tra le parti in causa.
E se le figure di Ward e Joy, oltreché che del loro redivivo padre non bastassero, ecco apparire l’antagonista per antonomasia di ogni Iron Fist: The Hand, la Mano.
The sworn enemy of The Hand
Iron Fist e la Mano stanno a quell’atavico conflitto (che si risolve in complementarietà) che esiste tra yin e yang, luce e tenebra.
Così La Mano e i suoi molteplici volti sono il naturale villain del nostro protagonista. Due opposti che si rincorrono per tutta la stagione, episodio dopo episodio, fino a incontrarsi e collidere, non solo a suon di colpi.
È in Iron Fist, più che in Daredevil, che cominciamo a comprendere la reale estensione di questa organizzazione. Il suo peso determinante all’interno della società. Ma non solo. Oltre a questo, ecco che assistiamo anche alla prova della sua forza. Un potenziale che sembra a volte volersi ridurre di proposito, proporzionandosi alle abilità attuali del suo avversario.
Ma questa Serie Tv non si risolve in un mero scontro tra i due schieramenti contendenti. Sullo sfondo e per nulla a margine, si fanno spazio altre figure che si uniranno a Danny in una battaglia che si allargherà a macchia d’olio, tra scrivanie, tatami e quant’altro.
Perché Iron Fist è prima di tutto un racconto di crescita che si esprime in una storia, la quale si svilupperà poi fino all’ultimo episodio
Così ecco che, nel corso degli eventi, compaiono sulla scena la bella Colleen Wing (personaggio storico Marvel, conosciute insieme a Misty Knight con il nome Daughters of the Dragon), oltre alla ormai consueta Claire Temple e molti altri nomi più o meno noti.
Proprio il personaggio interpretato da Jessica Henwick merita una menzione speciale. A nostro personale avviso è proprio il suo il ruolo più solido, sotto ogni singolo aspetto, di questa Serie Tv.
THE DEFENDERS
We make quite a team. – Danny Rand
Dunque il motivo principale per darsi al binge watching con Iron Fist è una storia in continua evoluzione, un racconto introspettivo arricchito da plot twist interessanti e personaggi in successione, il che, in un certo senso, aiuta a superare quell’impasse di cui accennavamo nell’introduzione, figlia di numerose criticità.
Ma esiste anche un ulteriore motivo che dovrebbe spingervi a mettervi in pari con questa Serie Tv. Una ragione molto semplice.
Manca pochissimo a The Defenders, pensate davvero di godervela in toto senza aver prima visto Iron Fist?
Oltre al fatto di arrivare all’uscita di The Defenders con una visione completa e unitaria del panorama Marvel Netflix, ecco aggiungersi le dichiarazioni che sottolineano non solo la centralità di Iron Fist nello show, ma anche di come il prossimo titolo andrà a completare le origini proprio di questo fantastico personaggio. Un legame fisiologico dunque tra la stagione andata in onda e il vicinissimo crossover.