Attenzione: spoiler sulla seconda stagione di Iron Fist!
Iron Fist è tornato il 7 settembre su Netflix e in 10 episodi ne abbiamo viste di tutti i colori (letteralmente…)
In questa seconda stagione i personaggi sono diversi, maturi, cambiati. Coloro che abbiamo conosciuto insieme a Daniel Rand (Finn Jones) nella stagione precedente, ora possiedono un’esperienza e una caratterizzazione che ci permette di vederli da una diversa prospettiva.
Per le strade di New York vediamo Danny, l’immortale arma di K’hun Lun, mantenere fede all’eredità lasciatagli da Daredevil, aka Matthew Murdock (Charlie Cox). In The Defenders, infatti, il diavolo di Hell’s Kitchen gli aveva chiesto di proteggere la città durante la sua assenza.
Proteggere la Grande Mela e i suoi cittadini diviene quindi l’obiettivo principale della vita dell’eroe. E vigilando ogni notte per le strade di Chinatown riesce a evitare le lotte tra gang, usando il proprio iron fist non solo come arma, ma anche come valvola di sfogo.
Daniel Rand è una bomba a orologeria, pronta a esplodere, incapace di rendersi conto della propria forza e delle proprie potenzialità.
Succube del proprio potere, del proprio pugno, finisce per abusarne.
Al suo fianco ritroviamo, come sempre, Colleen Wing (Jessica Henwick), che ha lasciato katana e arti marziali per dedicarsi alla comunità in una maniera più “soft”.
Sin dal primo episodio vediamo il giovane Rand dar filo da torcere a dei criminali. Riesce a evitare spargimenti di sangue e a mandare in fumo piani criminosi. Così agisce l’Iron Fist, che deve far fronte a uno scontro tra le due gang rivali più crudeli di New York, gli Hatchets ed i Golden Tigers.
È in corso una guerra tra le due componenti più forti della Triade, nella quale non ci sarà alcun vincitore, ma soltanto molte vittime.
Infatti, una volta sconfitta La Mano (l’organizzazione criminale più potente al mondo), i delinquenti lottano per riempire il vuoto di potere nei piani alti.
Ma non sono loro gli antagonisti della storia dell’eroe, non questa volta almeno. Parliamo di qualcuno più vicino a Danny: colui che c’è sempre stato, e che adesso è tornato.
Davos (Sacha Dhawan), suo fratello, nell’ultimo episodio della prima stagione ha fatto la sua ultima comparsa in compagnia di Joy Meachum (Jessica Stroup), della quale si scopre adesso partner, nonché consigliere.
Entrambi elaborano un piano per distruggere Daniel e vendicarsi, entrambi seguendo l’odio e il rancore del proprio cuore. Li accomuna però la convinzione che la fuga di Danny da K’hun Lun e il suo arrivo New York abbiano causato soltanto guai e problemi.
Joy Meachum è la delusione più grande dello show. Le sue virtù vengono plasmate sull’idea della classica figlia perfetta, ora tramutata in una donna colma di rancore e odio, ingiustificabili. Il suo rapporto con Davos muta, si evolve, eppure le differenze tra i due lasciano intravedere un barlume di speranza, di umanità, nel cuore della donna.
La comparsa di un personaggio del tutto nuovo inizialmente ci lascia sospettosi, inconsapevoli di quello che diventerà IL personaggio più attraente ed interessante di questa seconda stagione: Mary Walker (Alice Eve).
“Mary” si presenta al pubblico come una ragazza goffa, imbranata, un po’ nerd: la tipica ragazza della porta accanto, probabilmente con un passato da fidanzata stalker.
Ma mai prima impressione fu così sbagliata.
In realtà, Mary Walker ha un passato nell’esercito: catturata durante una missione in Sokovia, è stata torturata per ben due anni. Con un disturbo dissociativo dell’identità, convive con le sue due personalità: Mary, docile e ingenua, e Walker, una guerriera perfettamente addestrata. Si scopre che è stata ingaggiata per controllare Danny e catturarlo, per realizzare il piano di Davos.
L’introduzione di questo personaggio è stata geniale. Colei che diventerà probabilmente Typhoid Mary ha fatto scatenare il web, in un crescendo di approvazioni ed elogi. L’aneddoto alla missione di Sokovia ha inoltre provocato una serie di supposizioni che collegherebbero lo show alle vicende dei film Marvel Avengers: Age of Ultron, e al successivo Captain America: Civil War.
Nella città di Sokovia si troverebbe infatti la base di ricerca dell’Hydra. Si ipotizza che l’esercito americano (quindi anche Mary Walker) stesse indagando circa le attività dell’organizzazione criminale. Ciò potrebbe far pensare a una comune timeline in cui convivono tutti gli eroi del Marvel Universe.
Non sarebbe certamente il primo riferimento di Netflix alla filmografia della Marvel!
Malgrado non possa spesso tenere a bada la sua personalità più dolce, Walker riesce comunque nel suo intento e ferisce l’arma di K’hun Lun.
Il piano di Davos ha così inizio: rubare il potere del drago a colui che una volta chiamava fratello.
Comincia così il suo percorso verso la dannazione, con un pugno rosso che semina discordia e dolore. Davos non si ferma dinanzi a nulla, eliminando chiunque gli impedisca di compiere il suo destino.
Cerca una forma di espiazione dai propri fallimenti che non riesce a trovare. Davos diviene il mostro che vorrebbe combattere: l’idolo malvagio, divorato dalla gelosia, di una società corrotta che vorrebbe salvare.
Daniel Rand, ormai solo, ferito fisicamente e psicologicamente, trova un minimo di conforto in Colleen e in Misty Knight (Simone Missick).
La detective di Harlem si presenta senza la compagnia di Luke Cage. Ebbene, nonostante sperassimo un po’ tutti che il suo personaggio tornasse nello show per ricambiare il favore all’amico, non siamo stati accontentati.
Ma ciò non è stato affatto un problema, poiché è scoccata la scintilla tra le due eroine più badass della serie. Le future Figlie del Drago combattono insieme, riescono a entrare in sintonia, sublimando un’amicizia nata per caso nella serie The Defenders e portata avanti grazie ai numerosi crossover dei personaggi.
I personaggi hanno subito un cambiamento abissale, chi in peggio (come Joy), chi in meglio, come il fratellino sconsiderato della famiglia Meachum.
Ward (Tom Pelphrey), che sino alla stagione precedente detestava Daniel, ha adesso imparato dai propri errori. Alla ricerca di una redenzione, instaura una relazione con una donna conosciuta nel gruppo per il trattamento delle dipendenze. È lui, forse il personaggio più incompreso e generoso dello show. Dal carattere scontroso, è sempre disposto ad aiutare chi ama. Sotto la corazza da duro, vi è un’anima che ha attraversato l’inferno e ne è uscita a testa alta.
Ward Meachum è quel personaggio che ami e te ne accorgi troppo tardi: consapevole dei propri difetti e all’oscuro dei propri pregi.
Il tentativo di fermare una guerra comune tra le due principali gang nemiche di Chinatown viene messo in pausa dal lavoro sporco di Davos. Sarà proprio il detto “il nemico del mio nemico è mio amico” a far riconciliare le gang, riportando un equilibrio tra le strade e il commercio di New York.
Danny viene addestrato da Colleen, che riesce a fermare Davos e ripetere il processo di trasferimento del ki, quindi dell’Iron Fist.
È Colleen ad assumersi una tale responsabilità, riscoprendo le proprie capacità e un nuovo potere. Riprende in mano la sua katana, consapevole di poter fare molto di più con un simile dono che con il semplice kung fu.
Se la domanda che da giorni vi perseguita è “Vale davvero la pena guardare questa seconda stagione?”, la risposta è SÌ.
Il confronto rispetto alla prima stagione risalta agli occhi sin dalla 2×01. Le scene d’azione sono migliorate parecchio (basti vedere quelle di Jessica Henwick), così come la trama, più semplice eppure avvincente.
Il villain con deliri di grandezza è fronteggiato da un eroe che non si sente più tale.
E poi il finale a sorpresa, apripista di una teoria che potrebbe lasciare tutti senza fiato:
Il destino di cui si parlava sin dalla stagione precedente non riguardava affatto l’Iron Fist, ma un eroe leggendario, una donna, il cui destino sarebbe stato grandioso. La protagonista indiscussa della scena diventa Colleen Wing.
La conclusione dello show ci lascia senza parole.
Il passato di Colleen inizia ad assumere una nuova forma, e il futuro di Danny ci appare sempre più incerto. Nell’ultima scena, infatti, non solo scopriamo la capacità di Colleen di incanalare il proprio ki nelle armi da combattimento, ma anche che Danny non ha del tutto perso i propri poteri… o quasi.
Gli ultimi minuti ci mostrano Danny insieme a Ward, in volo verso il Giappone, alla ricerca dell’uomo che ha contribuito all’apocalisse scatenata da Davos – donandogli l’elemento chiave per il trasferimento del potere del drago – e di risposte.
Tale uomo, stando ai fumetti, sarebbe Orson Randall, figlio della terra di K’hun Lun, nonché un Iron Fist. Egli avrebbe il potere di incanalare il propro ki attraverso le proprie armi.
Date queste informazioni, la domanda sorge spontanea: Daniel Rand avrà ancora il potere dell’iron fist, o l’uso dei pugni luminosi è semplicemente dovuto all’utilizzo delle armi di Randall?
Non ci resta che attendere la terza stagione, nella quale rivedremo sicuramente Mary Walker, Danny, Colleen, Ward e Joy fronteggiare chissà quale calamità, per ottenere delle vere risposte.
La seconda stagione di questo show è stata una grande sorpresa, dopo il flop causato dal rinnovo di Jessica Jones e la lenta ripresa con Luke Cage: questa volta Iron Fist non ha fallito, garantendo agli spettatori una storia degna di portare il nome di un fumetto straordinario.