Conclusosi il binge watching di questa seconda stagione di Jessica Jones sono due le principali cose da dire:
1) la noia suscitata da questi tredici episodi è quasi pari a quella seguita alla visione di Iron Fist, se non fosse per il carisma di Krysten Ritter e per quei gioielli che sono il settimo e l’undicesimo episodio.
2) aver guardato la seconda stagione in circa cinque giorni e non averla divorata come la prima rende abbastanza chiara l’idea del calo che, a parer mio, ha subito questo nuovo ciclo di episodi.
Se il quarto episodio naviga in acque più tranquille, l’azione è maggiormente riservata al quinto episodio in cui devo dire che delle cose succedono. Ora il punto però non è che le cose succedano o meno ma come, appunto, avvengano. Perché c’è modo e modo di raccontare una storia. Le premesse della seconda stagione di Jessica Jones erano raccontare una storia più intima della protagonista, scavare nel suo passato ed esplorare la sua natura. Ci può stare ma, come ho già scritto nella recensione ai precedenti episodi, una storia sui supereroi non può essere solo questo.
La lotta contro il villain serve al supereroe per combattere allo stesso tempo le proprie paure e i fantasmi del passato. Sconfiggere il cattivo rappresenta la catarsi di un processo di purificazione che permette all’eroe di migliorare innanzitutto se stesso, salvare il mondo è solo una conseguenza naturale perché intanto sta salvando se stessa.
Ma, se il cattivo manca, tutto questo non può avere inizio e l’assenza di un villain in una storia del genere si sente parecchio. Ecco cosa è andato storto nella seconda stagione di Jessica Jones.
Limitiamoci adesso a recensire la 2×04 e la 2xo5. Innanzitutto la narrazione è sempre più corale, vediamo sullo schermo alternarsi Trish, Jeri e Jessica. Ognuna ha i propri impegnativi problemi, che le tengono distanti da quello che le circonda compromettendo pian piano i rapporti attorno a loro. Jessica concentra le sue attenzioni sulla donna misteriosa e sulla IGH, alimenta lei stessa la propria rabbia e non si accorge del drastico cambiamento che sta interessando Trish. Trish, a sua volta, da ex tossica ricade ben presto nella tana del bianconiglio compromettendo la sua relazione.
Sono tempi oscuri per i nostri protagonisti che si ritrovano più divisi che mai alla ricerca delle tessere di un mosaico che non capiscono a pieno. Non è detto, infatti che, una volta composto, il disegno avrà un senso.
Nella ricerca delle sue origini Jessica sta sfogando tutto il proprio rancore, aggrappandosi a un passato che per quanto doloroso si è ormai comunque concluso piuttosto che vivere il presente e le possibilità del futuro.
Le ricerche di Jessica portano a una significativa scoperta al termine del quinto episodio e alla comparsa di un nuovo giocatore ma … Il fatto è che l’energia, l’audacia e persino la fragilità di Jessica Jones nella prima stagione avevano un senso, uno scopo. Erano la risposta a un trauma ben preciso identificabile in una causa ben precisa: Kilgrave. Ciò che ha davvero conquistato della prima stagione, oltre al fascinoso talento british di David Tennant, è stata la relazione tra questi due personaggi. Il rapporto di amore e odio, di attrazione e repulsione, di allieva e maestro, che ci ha tenuti incollati per ben tredici episodi.
L’assenza qui di un cattivo identificabile rende il tutto monotono e spento; i momenti in cui la storia sembra stia davvero andando incontro a una svolta sono solo momenti appunto. Hanno quasi la forma del ripensamento e questa narrazione così disomogenea rallenta la storia. Insomma, se non si fosse capito, ho trovato questa seconda stagione di Jessica Jones una delusione immensa.
Non è tutto da buttare per fortuna e la Serie Tv si mantiene comunque al di sopra della deprecabile prima stagione di Iron Fist. Kristen Rytter continua a tratteggiare un tipo di supereroe diverso che vorrebbe quanto più possibile fare a meno dei propri poteri e vive la propria situazione come una condanna. Da questo punto di vista il personaggio di Jessica Jones è di certo più vicino al mondo degli X-Men che a quello degli Avengers.
Jessica è un personaggio complesso ed estremamente sfaccettato. Anaffettiva ma desiderosa di essere amata, alcolizzata ma in cerca di un equilibrio, solitaria ma estremamente protettiva, sicura di sé ma anche tanto tanto fragile.