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Jessica Jones è l’antieroina del ventunesimo secolo

jessica jones
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Ha vissuto le pene dell’inferno e ne è uscita a testa alta: Jessica Jones è l’eroina che tutti abbiamo atteso.

È reale, è pragmatica, eppure non si discosta dal suo ruolo principale: essere una vigilante in jeans, e neanche la più brava.
In un mondo salvato dagli Avengers più volte, Jessica Jones si inserisce con difficoltà. Non ama assumersi le responsabilità che tale atto comporterebbe, consapevole di avere la possibilità di fare la cosa giusta proprio davanti al naso.

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E rifiuta, il più delle volte, perché i vestiti da supereroina non le donano: le vanno stretti. Lei sa che il mondo non riuscirà mai a vederla con occhi diversi, rimanendo per sempre quella ragazzina dalle capacità sovrumane.

Non vuole essere salvata, perché da salvare non c’è più nulla.

Abusata fisicamente, poi psicologicamente, ha sofferto sin dalla tenera età. Un incidente stradale le ha strappato via la sua famiglia, e se per un attimo riuscissimo a metterci nei suoi panni anche noi diventeremmo come lei.
Perché non bastano dei superpoteri a renderti super.

Eppure, l’eroina riesce a bilanciare il proprio dolore con la vendetta, e poi con l’astuzia, vincendo il suo primo nemico: Kilgrave. Per un attimo anche noi pensiamo che il peggio sia passato, che la signorina Jones possa iniziare una nuova vita. Che sia semplice ricominciare da capo, chiudere gli occhi e far finta che nulla sia accaduto.

La speranza si dice sia l’ultima a morire. In questo caso, è stata la prima a suicidarsi.

Il trauma della sua famiglia accompagna la protagonista, la rende schiava dei sensi di colpa.
Non riesce a pensare con lucidità e proprio quando crede di riuscire a gestire l’ennesima scocciatura ecco che il destino si fa beffa di lei. Ancora.

Jessica Jones
Nella seconda stagione affronta sua madre, o ciò che in quel corpo mutato è rimasto di lei, e la perde ancora. Perde la sua migliore amica e il suo unico partner.
E come un déjà-vu perde di nuovo la sua famiglia: quella che con difficoltà, eppure spontaneamente, era riuscita a crearsi.

Il rapporto con la sorella adottiva, Trish, appare complesso. Jessica è convinta di essere una calamita per le sfortune, per il male, per il dolore nella sua forma più minacciosa. Allontana la sua migliore amica, nonché sorella, per proteggerla da ciò che la circonda e da lei stessa.

La loro è un’unione fraterna, sebbene non condividano alcun legame consanguineo. Sono sorelle per scelta, cresciute insieme con difficoltà differenti rispetto a quelle vissute dalle famiglie convenzionali.

Ogni episodio dello show viene seguito con interesse dagli spettatori, incapaci di ignorare la chimica tra le due attrici, incapaci di vedere quanto – in realtà – Jessica e Trish tengano l’una all’altra.

Quel “I love you”, detto con un sorriso soddisfatto, sincero, nel finale della prima stagione ci ha lasciati con l’amaro in bocca.

È la prima volta in cui Jessica Jones mostra il suo lato affettivo, mantenendo fede a quel dolore dovuto alla perdita. Si concede la libertà di provare pace nell’enunciare quelle tre parole con determinazione e sicurezza.

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L’incapacità di mostrarsi amorevole verso i propri cari l’ha resa una falsa apatica, rigida e fredda. E l’idea di aver perso tutto quel tempo, nella speranza di non mostrarsi debole dinanzi i propri familiari, la logora con lentezza. Il ripercorrere la sua infanzia ci spinge a guardarla con occhi diversi, con comprensione, empatia.

Il suo è un personaggio controverso, incompreso, criticato. Non è il classico eroe che deve salvare gli altri perché è ciò che vuole fare: i suoi piani sono cambiati. Jessica sa come si muove il mondo e ha imparato a danzare in punta di piedi, cercando di non lasciare alcuna impronta. Ha vissuto le pene dell’inferno e ne è uscita distrutta.
Costretta in un mondo dove tutti hanno bisogno di lei, e dei suoi poteri, cerca di evadere dall’idolo malato che la società le ha cucito addosso.
Jessica Jones non è un eroe malgrado abbia voluto esserlo, malgrado noi riusciamo a vederla sotto quell’ottica.

Eppure ha vissuto le pene dell’inferno, e ne è uscita da guerriera.

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