Chandelier è la canzone che ha segnato il 2014. Dietro il suo ritmo catchy nasconde un dramma che la rende perfetta per essere associata a Jessica Jones, eroina maledetta.
Chiunque sia andato a leggersi il testo ha avuto un pugno allo stomaco. Chandelier è tutto tranne che la solita canzone pop. Parla di alcolismo, di solitudine, di suicidio. Il lampadario che dà il titolo alla canzone trasporta, oscillando, Sia verso la morte. Verso l’incoscienza.
E non solo lei.
Le ragazze che fanno festa non si fanno male
Non sento niente, quando imparerò
Butto giù, butto giù
Jessica Jones è un’altra che, come Sia, ha un feeling di lunga data con la bottiglia. E con la solitudine, con i brutti pensieri. Come darle torto? La sua famiglia è stata annientata da un incidente d’auto, lei si è ritrovata adolescente, sola, con poteri che non sa controllare, in balia di una famiglia adottiva.
Jessica Jones si rifugia nel buttare giù, buttare giù un sacco di bicchieri, nell’ingoiare le delusioni, masticandone il sapore amaro.
Le ragazze che fanno festa non si fanno male: come Trish, la sua unica amica, la sorella così diversa da lei. Trish che canta, che veste di rosa, che è famosa. Trish che ha una famiglia. Disfunzionale, mostruosa, sì, ma quanto la invidia Jessica!
In apparenza, Trish è tutto ciò che Jessica Jones non sarà mai. Normale, felice, bionda. Si nasconde un’oscurità diversa in lei, ma come tutte le persone infelici, Jessica crede di essere sola. E sceglie la solitudine. Tranne quando c’è da scopare.
Sono quella che chiami quando vuoi spassartela
Il telefono mi sta esplodendo, il campanello suona
Sento l’amore, sento l’amore
Gli amanti di Jessica Jones, una fila sfocata di ricordi che si perdono tra i fumi dell’alcool e del dolore. Insensate, futili serate di sesso che non danno calore. Luke poteva essere diverso. Luke poteva essere l’amore vero.
Ma Jessica ha stroncato quell’amore sul nascere, provocando la morte della moglie di Luke, sotto l’effetto di Kilgrave. E quindi si ritorna a bere.
1,2,3, bevi
1,2,3, bevi
1,2,3, bevi
Bevo fino a quando perdo il conto
Eccolo, il momento in cui il dolore si fa forte. In cui l’unica via di fuga è non sentire più. L’anestetico per la mente, il balsamo per il dolore. Eccolo Jessica, è davanti a te. Buttalo giù.
Oh, oscillerò dal lampadario, dal lampadario
Vivrò come se domani non esistesse, non esistesse
Volerò come un uccello attraverso la notte
Sentirò le mie lacrime asciugarsi
Oscillerò dal lampadario, dal lampadario
Quante volte, Jessica, hai sognato di fuggire da Kilgrave? E dal dolore, e dall’incomprensione della gente, e da quell’appartamento schifoso? E quante volte hai pensato che l’unica soluzione fosse oscillare?
Puoi volare quanto vuoi attraverso la notte, mia piccola Jessica Jones, io ti troverò sempre. E se ti ordino di non avere più lacrime, i tuoi occhi piangeranno aria. Perché io ti amo, Jessica.
Ma tengo duro, non guardo in basso, non apro gli occhi
Tengo pieno il bicchiere fino alle luci dell’alba
Perché per stanotte tengo duro
Jessica Jones tiene duro. Ha tenuto duro per tutta la vita. Al dolore, alla solitudine, al rifiuto, si aggiunge anche questa sofferenza, dover tenere duro sempre. Ma Jessica non ha lasciato che il suo dolore divenisse una scusa per non aiutare gli altri. Nella sua maniera burbera, ha sempre aiutato il suo prossimo.
Ma non può farcela sempre. Non riesce sempre a volare attraverso la notte, lasciando che il vento le asciughi le lacrime. A volte l’unica via di fuga che le è concessa è mentale. Spegnersi, annientarsi, diventare una nullità . Che sia grazie all’alcool o grazie alle braccia di uno sconosciuto che stringono le sue.
Il sole è alto, sono un disastro
Devo uscire, devo scappare da tutto questo
Ecco che arriva la vergogna, ecco che arriva la vergogna
1,2,3 bevi
1,2,3, bevi
1,2,3, bevi
Butto giù fino a quando perdo il conto
La consapevolezza di sé dura poco. Dura quel tanto che basta per capire che è meglio perdersi. La consapevolezza, paradossalmente, porta Jessica Jones a scegliere l’incoscienza. E quindi bevi.
Oh, oscillerò dal lampadario, dal lampadario
Vivrò come se domani non esistesse, non esistesse
Volerò come un uccello attraverso la notte
Sentirò le mie lacrime asciugarsi
Oscillerò dal lampadario, dal lampadario
Non c’è la Jessica Jones supereroina, in questa canzone. C’è una donna sola, complessa, arrabbiata, come tutte le donne. Che come tutte le donne ha una forza straordinaria. Che va al di là delle sedie di ferro che riesce a piegare, o dei voli che riesce a fare dai palazzi.
C’è la forza di volare attraverso la notte come un uccello, di asciugare le proprie lacrime. Di tenere duro.
Ma tengo duro, non guardo in basso, non apro gli occhi
Tengo pieno il bicchiere fino alle luci dell’alba
Perché per stanotte tengo duro
Tieni duro, Jessica Jones. Tieni saldo nelle tue mani quel bicchiere, e distruggilo contro il muro. Fagli fare un bel volo, uno di quelli che sai fare tu, che fanno i buchi nelle pareti. Senti il dolore, abbraccialo, coccolalo, e poi digli basta. Non lasciare che qualcuno ti sussurri a un orecchio chi devi essere.
Non guardare in basso, non aprire gli occhi, mentre ti lanci nella notte a braccia aperte. Lo sai, che puoi atterrare senza farti male. Lascia che ondeggi, quel maledetto lampadario. Lascia che ondeggi. Ma senza di te.