Da grandi poteri non necessariamente derivano grandi responsabilità. Rientrare nella definizione per antonomasia di “Supereroe” non è prioritario per un essere in grado di stracciare i limiti umani. Vi è una sostanziale differenza tra eroe per scelta, per vocazione o per costrizione. La società sembra obbligare chi può dare di più a farlo, senza pietà e senza deroghe. L’essere umano sbaglia, distrugge e si rifugia dietro i propri errori noncurante delle conseguenze del proprio comportamento. Perché ostinarsi a salvarlo? Perché usare il proprio potere per preservare qualcosa che non esiste? Non tutti gli eroi sono belli, ricchi e stupendi come Iron Man! Non tutti gli eroi sono esempi di lungimiranza, patriottismo e giustizia come Captain America! Non tutti gli eroi possono contare sul divino potere di Thor.
Esistono individui con capacità incredibili che vivono nella parte più nascosta e lurida della società. Eroi che vedono il proprio talento al pari di una maledizione, come l’inutile ciliegina sulla torta di una vita che non ha fatto altro che chiedere. Esistono guerrieri sopiti che vivono come reietti, come scarti della società, come amari riflessi di se stessi. Jessica Jones è il portabandiera di questo dolore! Jessica Jones è l’emblema del tormento e della rassegnazione.
Impossibile non soffermarsi su quello sguardo, su quel rancoroso turbine di emozioni. Gli occhi di Jessica hanno dovuto guardare e assistere a spettacoli di indicibile malvagità. Il trauma che ha subito da ragazza ha destabilizzato la sua psiche tramutandola in un essere malinconico e fuori dal mondo. I superpoteri acquisiti in seguito al temibile incidente, costato la vita a tutta la sua famiglia, sono l’inutile consolazione per un’ingiustizia di sconfinata cattiveria. Il suo mondo le crolla sotto i piedi; davanti a lei vede i cocci del suo felice passato, quindi si colloca da sola in un limbo di contrastanti emozioni. I suoi teneri e colorati ricordi d’infanzia si trasformano in amare rimembranze che a loro volta diventano uno scudo per difendersi. Perché quando hai visto la morte in faccia, e il tuo mondo perire, puoi soltanto evolverti in qualcosa di peggio. Un ibrido a metà tra bene e male.
Ed è qui che nasce il tormento di Jessica Jones!
Destreggiarsi tra le spire di questo rancore disponendo di uno sconfinato potere è una vera e propria maledizione. Ragion per cui Jessica vive come un’ombra triste che scruta il mondo, rassegnata nella sua solitudine e nel suo dolore. L’alcol può alleviare in modo effimero il magone allo stomaco ma il peso dei ricordi, e la pesantezza delle atrocità commesse, tornano imperterrite a bussare alla porta. Non si può fuggire da ciò che è stato; non si possono cancellare le azioni commesse. L’infernale Kilgrave gioca in questa situazione un ruolo chiave, perché esso rappresenta il retaggio e lo scopo di Jessica. Lo psicopatico e subdolo criminale è la controparte giusta per un’eroina in cerca di redenzione. Il principio secondo il quale il fuoco si combatte con il fuoco prende vita in questa rivalità.
Jessica Jones e Kilgrave, uno dei cattivi più riusciti: uno scontro all’ultimo ricatto dove la sconfitta si paga con la morte, dove non vi è resa.
Non può esistere un mondo dove entrambi possano coesistere. L’ossessione del macabro Killer è un vero e proprio flagello nella vita dell’alcolizzata investigatrice. Lui è il mostro che rende ancor più tenebrosa la sua vita e che manipola ogni sua mossa. Ed è maledettamente ironico che le strade di questi due individui portino ad un unico e doloroso bivio. Le strade di entrambi troveranno sempre un punto di incontro.
Jessica lo sa e fingerà di poter scappare, vivrà nella menzogna della normalità ignorando il fatto che lei ha bisogno di Kilgrave per scoprire realmente chi ella sia.
Solo affrontando il suo terribile aguzzino apprenderà la giusta via, quella che non corrisponde alla vita nell’anonimato, ma nell’utilizzo del suo potere per un bene superiore. Ed è l’ennesima prova di forza della sua vita a palesarlo. Paradossalmente sembra che: più Jessica si ostina a scappare dalla sua natura “super” più ella condiziona la sua vita. L’incontro con l’altro “eroe per caso” in fuga Luke Cage è un ulteriore conferma che non si può fuggire dalle proprie responsabilità, perché esse non possono essere sepolte persistentemente.
Jessica imparerà nuovamente a sue spese l’opprimenza del fardello che è costretta a portare. Coinvolgere la nuova fiamma Luke Cage nel terribile gioco di Kilgrave è un ulteriore, e caro, prezzo da pagare.
Jessica Jones muore nel dolore, rinasce nel dolore e si redime nel dolore. Affrontare le sue paure per soverchiare un amaro destino e trovare le risposte cercate da una vita. Non è l’alcol, non è la fuga, non è la vendetta la risposta, ma è l’amore. Per se stessa, per gli altri e per la sua città.
Gli eroi nel mondo reale non sono tutti belli, imbattibili, moralmente eccelsi o perfetti. Ma come ogni essere umano sono vittime delle loro debolezze che vengono amplificate dalla grandezza del proprio potere.
Come già detto: da grandi poteri non derivano necessariamente grandi responsabilità ma è pur vero che da esse derivano grandi tormenti. Ed è in nome di essi che si dovrebbe assumere la piena consapevolezza delle proprie doti.
Jessica Jones è una dannata egoista succube dell’incompatibilità del suo potere con il suo lato umano. Ma è proprio questa la sua forza. Lei non vede il mondo dall’alto del piedistallo del suo ego da supereroe, ma è un supereroe che scruta dal basso delle ramificazioni più malfamate e malconce della società, dove gli oppressi sanno solo subire. Dove il male è più forte e meschino. Dove c’è necessariamente bisogno di Jessica Jones.