Jessica Jones: risoluta, indipendente, scorbutica, un po’ cinica e dotata di forza sovrumana. E sì, anche molto bella. L’affascinante detective con i superpoteri aveva conquistato il pubblico, che aveva cominciato a seguire assiduamente le sue avventure nella città dalle mille luci.
Peccato che, dopo la prima stagione, il gradimento sia molto calato
Jessica Jones aveva sorpreso i fan della Marvel con una spettacolare prima stagione. Peccato che poi le altre due abbiano deluso le aspettative, malgrado la serie sia rimasta un prodotto di innegabile qualità. Ma perché è avvenuto tutto ciò? La risposta è più semplice di quanto si pensi: viene a mancare un villain all’altezza, per giunta “bruciato” troppo in fretta, nel corso di un deludente finale di stagione.
Partiamo dalla protagonista: un personaggio molto ben costruito
D’altronde è uno degli eroi minori della Marvel, la quale si è sempre distinta per la creazione di personaggi in grado di conquistare il pubblico. Ma, a differenza di supereroi come Thor o Captain America, che hanno sì un passato, ma sono più semplici da collocare nell’eterna lotta fra Bene e Male, Jessica Jones non è affatto semplice da comprendere. Gli eroi più noti della Marvel, infatti, benché abbiano un background complesso e variegato, sono indubitabilmente dei personaggi buoni, che agiscono per il bene superiore, mentre Jessica Jones non è così. La donna non ha scelto, né ha mai voluto i poteri. E, a differenza di Thor, non fa neanche parte di una specie superiore che è dotata di superpoteri per natura.
Jessica è il frutto di un esperimento farmaceutico, fatto su di lei quando era una ragazzina. Dopo un incidente d’auto nel quale hanno perso la vita i suoi genitori e il suo fratellino, Jessica è finita nelle mani della IGH, una società che effettua appunto esperimenti sugli esseri umani. Ed ecco che la ragazza esce dall’ospedale avendo sì salva la vita, ma sola in un mondo che la etichetta come “mostro”, perché il suo essere “diversa” e forte spaventa. È chiaro, dunque, che la donna ha un rapporto molto conflittuale con i suoi poteri. E benché sia incoraggiata dalla sua migliore amica a usarli per fare del bene, non riesce mai a decidersi del tutto.
In realtà, Jessica finisce sempre con l’agire a fin di bene, ma sempre nell’ombra e quasi accidentalmente. Se ha deciso di diventare detective privata, è solo perché si tratta di una professione che le riesce facile e ben si adatta alla sua vita da animale notturno. Ma se si tratta di compiere delle indagini per uscire dalle situazioni ingarbugliate in cui va a infilarsi, è pronta ad abbandonare tutti gli altri casi che ha in sospeso. Almeno finché non ha un impellente bisogno di soldi. Tuttavia, Jessica Jones non è né cattiva, né egoista. È semplicemente stanca di vivere una vita che non ha scelto e a cui si è dovuta adattare forzatamente. E se evita di legarsi a qualcuno, è solo perché teme per l’incolumità altrui. Sì, perché sul suo passato incombe un’ombra ancora più grande e scura della perdita della sua famiglia.
È chiaro che con una protagonista così interessante e ben fatta, risulti necessaria la presenza di un villain che faccia da giusto contraltare
E il villain della prima stagione è decisamente all’altezza della situazione: l’ombra più oscura che tormenta Jessica è proprio lui, Kilgrave. All’apparenza, sembrerebbe uno come tanti, un inglese ben vestito e con pretese da dandy. Ma in realtà, l’uomo è dotato di un potere terrificante: è in grado di controllare la volontà delle persone. Se lui ordina qualcosa, la vittima è costretta a eseguire. E non importa quanto sia granitica la sua forza di volontà. Se Kilgrave ordina a qualcuno di diventare un assassino, lui lo diventa, anche se le azioni che compie lo disgustano nel profondo. L’unico limite al suo potere è che l’effetto dura “solo” per dodici ore e, perché gli ordini siano efficaci, Kilgrave deve trovarsi nella stessa stanza della vittima. Come viene rivelato verso la fine della prima stagione, tale potere è equiparabile a un virus ed è quindi necessario un contatto diretto perché questo abbia effetto.
Jessica Jones ha avuto la sfortuna di incappare sulla strada di Kilgrave, che è rimasto immediatamente affascinato da lei. D’altronde, si è trovato davanti una donna bella e determinata, dotata anche lei di superpoteri. Narcisisticamente, Kilgrave ha pensato che lei potesse essere l’unica alla sua altezza. Aggiungiamo a questo il piacere perverso di sottomettere alla propria volontà una donna indipendente e forte ed ecco che il gioco è fatto. Kilgrave si professa innamorato di lei, ma ovviamente non è così: la sua è solo smania di possesso e ossessione.
Per anni l’uomo tiene Jessica imprigionata in una relazione tossica, dal momento che la donna è totalmente in balia della sua volontà. Malgrado voglia ribellarsi, non è possibile sfuggire agli ordini di Kilgrave. Più di una volta Jessica prova a fuggire, ma non riesce e si ritrova sistematicamente intrappolata in un incubo. Solo dopo tanto, troppo tempo, si verificano delle condizioni che le rendono possibile la fuga: dopo che Kilgrave l’ha trasformata addirittura in un’assassina, Jessica, con uno sforzo titanico, riesce a scappare lontana da lui. E si rende conto che gli ordini dell’uomo non hanno più effetto su di lei. Come se fosse stata per tanto tempo esposta a un virus, ormai ne è diventata immune.
Ma Kilgrave non ha nessuna intenzione di arrendersi
Dopo essere sparito per qualche tempo, ritorna alla carica e comincia a seminare morte e distruzione intorno a Jessica, attentando alla vita delle persone che le sono vicine, in modo da attirarla nuovamente in trappola. E, proprio perché sotto alla corazza Jessica è tutto fuorché egoista e poco interessata agli altri, la donna cede e si riconsegna al suo carnefice di sua spontanea volontà. Dopo varie peripezie, finalmente, Jessica riesce a ribaltare la situazione a suo vantaggio e a catturare Kilgrave: finalmente è lei che ha il controllo della situazione. Ma, sfortunatamente, per poco.
L’uomo riesce a fuggire rocambolescamente e a rapire il suo stesso padre, responsabile dei suoi poteri sovrumani. Poi, sotto minaccia, lo costringe a preparare un potenziamento, in modo che i suoi poteri diventino ancora più grandi. Questo permetterebbe a Kilgrave di essere in grado di controllare molte più persone contemporaneamente, fra l’altro tramite telefono o televisione. Insomma, a quel punto nulla potrebbe più fermarlo, perché non sussisterebbe più la necessità del contatto ravvicinato con le vittime.
In una scena memorabile, vediamo Kilgrave che si fa iniettare il siero potenziante e contorcersi in preda agli spasmi. Tutto fa presagire la nascita di un mostro ancora più terrificante di quello che era prima.
Ma è qui che arrivano i problemi
Soprattutto le ultime puntate di Jessica Jones sono un adrenalinico climax ascendente verso la resa dei conti finale. Ed è chiaro che l’aspettativa del pubblico sale a mille, nel momento in cui assiste al potenziamento di Kilgrave. Ipoteticamente, ora l’uomo sarebbe in grado di controllare centinaia di persone attraverso la televisione, o la radio. E allora perché non concepire qualcosa di spettacolare come il super villain che impartisce ordini dagli schermi di Times Square ai cittadini di New York? Tecnicamente potrebbe farlo. Potrebbe davvero aizzare buona parte della popolazione contro Jessica. E quindi, quando ci troviamo davanti all’effettivo scontro finale, da una parte non possiamo che rimanere delusi.
Kilgrave attira infatti Jessica al porto sul fiume Hudson e le aizza contro un gruppo di poliziotti, ai quali ordina di ucciderla. Già questa sembrerebbe un’incongruenza del personaggio. È infatti vero che Kilgrave non prova amore verso Jessica, ma solo smania di possesso. Lui la ritiene qualcosa di sua proprietà e quindi non nutre reale affetto nei suoi confronti, benché lui sia convinto del contrario. Non ci sono dubbi che, se lui si trovasse a dover scegliere fra la sua vita e quella della donna, metterebbe se stesso al primo posto e la lascerebbe morire senza pensarci due volte. Ma il suo reale obiettivo, in questa circostanza, è quello di attirare nuovamente Jessica sotto le sue grinfie. Anzi, ora più che mai, dato che lei è riuscita a catturarlo, almeno per un po’. Nel perverso gioco di potere che ha creato, per l’uomo è inaccettabile che lei sia riuscita a “vincere”, anche solo per qualche ora. Il suo scopo primario, dunque, è quello di sottometterla di nuovo, per poter riacquistare il controllo e trarre piacere dal suo ego soddisfatto.
Che senso avrebbe ucciderla, allora?
Se i poliziotti riuscissero a spararle, non ci sarebbe gusto nella vittoria, perché Jessica non sarebbe tornata sotto al suo controllo, ma morirebbe ribellandosi a lui ancora una volta. Quindi, già questo comportamento risulta incongruo rispetto a ciò che è stato finora il personaggio e da una parte stranisce lo spettatore.
Arriviamo dunque alla tanto attesa resa dei conti
Anziché aizzare centinaia di persone contro Jessica, come avrebbe potuto benissimo fare, Kilgrave si accontenta di prendere in ostaggio i passeggeri di un traghetto. E anziché farli scagliare contro la donna, ordina loro di uccidersi a vicenda. Ora, anche questa scelta è alquanto incoerente: prima ordina ai poliziotti di uccidere Jessica, mentre ora si serve di innocenti come arma di ricatto, in modo da creare il caos e costringere la donna a tornare da lui, a patto che faccia cessare le sue angherie su persone che non hanno alcuna colpa. Questo cambio repentino di intenzioni spiazza un po’ e, per quanto possa essere plausibile se si trattasse di un altro personaggio, più impulsivo, decisamente mal si sposa con l’indole fredda e calcolatrice di Kilgrave. D’altra parte, l’uomo è un maniaco del controllo, quindi risulta difficile credere che nei suoi piani malefici lasci molto spazio all’improvvisazione, a meno che non ci sia davvero costretto.
Inoltre, anche la costruzione della scena in sé proprio non va: Jessica Jones non si è mai fatta scrupolo di mostrare contenuti forti e violenti. La penultima puntata definirla “carneficina” sarebbe un eufemismo. E allora perché edulcorare un combattimento che dovrebbe essere una vera strage? Kilgrave ha dato ai malcapitati il preciso ordine di uccidersi a vicenda. Il loro scopo, dunque, è quello di uccidere, senza nessuna esitazione. E considerato il fatto che i poteri dell’uomo sono potenziati, la loro forza di volontà è ridotta a meno di zero.
Ci si aspetterebbe una lotta disperata, un vero e proprio bagno di sangue che, contro ogni aspettativa, non avviene. Anzi, a fine puntata, i passeggeri del traghetto sono tutti vivi e appena un po’ malconci. A questo punto ci si chiede come sia possibile, dal momento che il combattimento dura anche per diversi minuti. In sostanza, è come se regista e sceneggiatori avessero avuto un’improvvisa voglia di buonismo, capitata nel momento meno opportuno. Il pubblico di Jessica Jones si è abituato a determinati contenuti, si è appassionato a una storia sì di fantasia, ma cruda e cinica. Perché di colpo non è più così?
Altra cosa che lascia l’amaro in bocca: la morte di Kilgrave. Alla fine, Jessica riesce a raggiungerlo e finge di essere ritornata sotto il suo controllo. L’uomo, credendo alla sua recita, si avvicina a lei entusiasta e Jessica, approfittando del crollo momentaneo delle sue difese, lo afferra per il collo e glielo spezza. Per un cattivo del genere ci si sarebbe aspettati una fine più gloriosa. Proprio perché si tratta di un villain spietato e terribilmente cattivo, allo spettatore, paradossalmente, piace. D’altronde, una buona storia lo è anche per la presenza di un buon cattivo. E quindi una fine così rapida e improvvisa non può che lasciare delusi, soprattutto se contornata da un resa dei conti così poco efficace.
Non stupisce, dunque, che gli spettatori, disillusi, abbiano abbandonato una serie che aveva tutti i numeri per essere un prodotto veramente eccellente. Ed è un peccato, perché malgrado tutto, Jessica Jones è e rimane una serie di grande qualità, a cui si deve riconoscere il merito di aver presentato uno dei cattivi meglio scritti della storia delle serie tv.