Kaos è lontana. È lontana nel tempo e sfocata nell’idea che abbiamo di essa. Eppure l’attenzione che gravita attorno a questo nuovo progetto targato Netflix è ogni giorno più grande. Il mormorio del web è costante e sommesso come le onde del mare mosse da Poseidone. Per restare in tema.
La domanda delle domande, o almeno quella per la quale possiamo cercare di dare un risposta, è: come mai tutta questa attesa? Tra questo finire di 2018 e il prossimo 2019 sono diverse le uscite interessanti che meritano la nostra attenzione (qui una carrellata di titoli). Allora come mai una serie della quale non sappiamo nulla o quasi sta generando un hype così titanico?
Come spesso accade la risposta, o parte di essa, risiede nella stessa domanda: perché ne sappiamo davvero poco. Più si cerca di tenere il riserbo su una cosa, più i rumors attorno a essa monteranno. E su questo Netflix si sta muovendo in modo impeccabile. Non ha dato notizie su quasi nulla che riguardi questa serie se non: la sceneggiatura in mano a Charlie Covell. Oltre ovviamente a un accenno sulle intenzioni (parlare di ambientazione sarebbe davvero troppo!):
“Questa serie unica nel suo genere dà un tocco moderno alla mitologia greca e romana, esplorando temi come le politiche di genere, il potere e la vita nei bassifondi.”
Questo infatti è ciò che si legge sulla pagina italiana di Netflix cercando informazioni su Kaos. E già abbiamo una piccola notizia in più rispetto a quanto saputo fin’ora: verrà coinvolta anche la mitologia romana oltre a quella greca. Certo, le differenze sono minime per quanto riguarda il pantheon generale. Evidentemente però sono ampliate le possibilità di temi, personaggi e situazioni legati a tutta la mitologia sviluppata nell’arco temporale del dominio romano.
L’ultima certezza che abbiamo, ma anche qui è davvero poca cosa, è l’anno d’uscita: il 2020.
Come dicevamo non ne sappiamo quasi nulla. E non fanno nulla per farci sapere qualcosa in più. Ma questa strategia sta funzionando e più non sappiamo più vorremmo sapere. Però non basta. Non è sufficiente il non detto per giustificare l’attesa che si sta generando dietro questo titolo. Deve esserci dell’altro.
Uno degli aspetti che probabilmente ci sta catturando di più è che il tema “mitologia classica” è un aspetto narrativo affascinante e sempre apprezzato. In più dobbiamo riconoscere che è dai tempi di Hercules e Xena che non abbiamo la possibilità di gustare qualcosa in questa ambientazione degna di rilievo. Almeno nel piccolo schermo.
È quindi possibile che si stia scatenando un effetto nostalgia. Soprattutto per quella fetta di pubblico che era adolescente nella seconda metà degli anni ’90 ed è cresciuta, anche, con questi due “telefilm” (come si diceva allora). Indubbiamente la qualità che ci aspettiamo da Kaos è infinitamente più alta, e altra, rispetto a quelli. È vero però che la nostalgia come la memoria epura gli aspetti negativi ed esalta quelli positivi generando un effetto “aureo” sul passato.
Anche per questo quindi le aspettative sono probabilmente altissime. Netflix a breve, da quanto è dato sapere, rilascerà ulteriori informazioni relative al cast (qui le nostre speranze) e ci aspettiamo un’ulteriore incremento delle attese e delle discussioni su questo progetto.
Ovviamente con dei nomi a disposizione anche le congetture sul taglio più comedy o più dark saranno meglio indirizzate e si potranno fare delle speculazioni più pertinenti e mirate.
Un ultimo aspetto che forse non spiegherà l’attenzione sul tema, ma sicuramente ne darà una fotografia interessante, è la assoluta italianità del fenomeno Kaos. Mi spiego meglio. Curiosando sul web è saltato fuori che le ricerche italiane a tema Kaos (ovviamente ridotte alla serie tv escludendo ricerche affini) ha un volume ampiamente superiore a quello generato in altri paesi europei. All’estero infatti, a valle del picco di metà giugno quando Netflix aveva annunciato la messa in produzione della serie tv, il numero di ricerche è via via diminuito. In Italia, invece, è continuato ad aumentare per tutta l’estate fino a consolidarsi su un numero costante e di poco inferiore al picco in questo inizio d’autunno.
Cosa ci dice questo? Probabilmente ancora non molto, ma ci piace pensare che con la tradizione storica, artistica, letterale e culturale del nostro Bel Paese siamo davvero pronti e desiderosi di tuffarci a capofitto nell’oscurità del Kaos.