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Una guida a tutti i miti greci menzionati in Kaos 

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Il seguente articolo contiene SPOILER su Kaos.

Dopo anni di attesa, Kaos è finalmente realtà. La nuova serie originale Netflix ha fatto molto scalpore per via delle sue caratteristiche piuttosto atipiche. Kaos, in sostanza, racconta la mitologia greca adattata alla società moderna, andando volontariamente a infrangere il muro del trash, o meglio, del troppo. Di certo non è una serie tv per i puristi dell’antologia e della mitologia ellenica, ma il modo in cui riesce a rendere attuale la storia di Zeus e di tutti gli dèi, è un qualcosa di davvero unico. Oggi vogliamo provare a racchiudere tutti i miti greci che appaiono in Kaos, soffermandoci sulle differenze con i reali scritti e sui modi in cui questi sono stati adattati, o meglio, romanzati. Dagli dèi dell’Olimpo ai mortali più noti dell’antica Grecia, passando per i cereali in onore di Achille e tanti altri easter egg che strapperanno un sorriso ai grecisti meno severi.

Kaos è riuscita a raccontare gli dei nel modo più umano possibile, ma senza mai mettere in dubbio la loro grandezza

Era e Zeus, interpretati da Jeff Goldblum e Janet McTeer

Gli dèi esistono eccome, secondo Kaos, e la cosa più interessante (e terrificante per certi versi) è che somigliano in modo incredibile alla nostra società. Partiamo proprio da lui, il re di tutti i re, il signore dell’Olimpo: Zeus. Sua maestà è il tipico patriarca moderno, invincibile e ingestibile. La raffigurazione di Zeus, interpretato brillantemente da Jeff Goldblum, incarna la classica noia borghese, oltre che una evidente crisi di mezza età. Zeus vive sul Monte Olimpo, una lussuosa e opulenta villa, insieme a Era e alla sua servitù.

È solo, nessuno dei suoi figli (che sono tantissimi) gli rivolge la parola, meno che Dioniso, su cui troneremo più avanti. Il matrimonio tra lui e Era è una farsa sotto ogni punto di vista. Lui non conta più i figli generati da altre donne, poi trasformate in api dalla crudele e vendicativa regina degli dèi. Lei lo tradisce con suo fratello, Poseidone.

Ma Era non accenna affatto alla possibilità di fuggire dal Monte Olimpo, perché come per suo marito, anche per lei tutto ciò che conta è il potere. Un’altra cosa in comune che hanno le due divinità più importanti del mondo, oltre al sangue, dato che sono anche fratelli, è sicuramente la pazienza: totalmente assente in entrambi. Secondo la mitologia greca Zeus è sempre stato un donnaiolo, se così possiamo permetterci di definirlo, ed effettivamente non è che a Era andassero proprio bene i ripetuti tradimenti ricevuti. Tra di loro c’è anche un terzo fratello, Poseidone. La mitologia però smentisce la tresca tra il dio del mare e sua sorella, dato che il primo sarebbe in realtà sposato con una ninfa di nome Anfitrite, da cui sarebbe nato Tritone. Insomma, realtà e revisionismo mitologico sono totalmente in funzione dell’emergere della natura promiscua delle divinità.

E poi ci sono Ade e Persefone, che in Kaos vengono bistrattati, relegati a un ruolo che apparentemente nessuno vorrebbe ricoprire

Ade, re degli Inferi

Il primo è interpretato da David Thewils, il Remus Lupin di Harry Potter, mentre la seconda è Rakie Ayola. In poche parole, i due sono il re e la regina degli Inferi, terra ostile che nasconde la più grande menzogna mai raccontata al genere umano: la vita eterna. Secondo la mitologia, Ade fu incaricato di gestire l’oltretomba dopo che gli dei vinsero sconfissero i Titani.

Ma in sostanza a Zeus spettò il cielo, a Poseidone toccò il mare e indovinate un po’ chi era il più sfigato dei tre fratelli? Un plauso anche a Persefone che, secondo il mito, venne rapita da Ade e ingannata con l’offerta allettante di sei semi di melograno, per cui doveva trascorrere sei mesi all’anno negli Inferi e sei mesi sulla Terra. In Kaos, Persefone si toglie qualche sassolino dalla scarpa, rivelando di fronte a tutti di essere sinceramente innamorata di suo marito e, tanto per non farsi mancare nulla, di essere allergica al melograno.

La vera star di questa prima stagione di Kaos, tuttavia, non può che essere Dioniso, il vero fautore del caos più totale. Dipinto come un classico figlio ribelle che, a volte di proposito, a volte involontariamente, finisce sempre per mettere i bastoni tra le ruote a Zeus. Non poteva che essere lui e non poteva andare diversamente: Dioniso è il dio del vino, dell’edonismo, del piacere e della follia. Tuttavia, questi soffre tanto il fatto di non essere in grado di provare amore.

Il suo personaggio incarna i risultati di una classica famiglia disfunzionale moderna: genitori assenti e un figlio solo e con gravi mancanze affettive. Mancanze che potranno essere colmate da Arianna, in una probabile seconda stagione, sua sposa secondo la mitologia. In ogni caso, di Dioniso ci resta il caos. È lui a rubare l’orologio di Zeus, a far imbarcare Orfeo negli Inferi e a scoprire la tresca tra Era e Poseidone.

Tra i tanti miti divini c’è spazio anche per gli uomini. Questi hanno un ruolo molto diverso rispetto a quello delle divinità

Riddy poco prima di cominciare il suo viaggio nell'Ade

Gli uomini mitologici raccontati in Kaos sono, appunto, uomini. Mortali, autentici, umani. Credono ciecamente negli dèi, motivo per cui la scoperta della grande truffa non fa che alzare un polverone senza precedenti. Ci sono Euridice, detta Riddy, e Orfeo. E con loro c’è anche la storia straziante di un amore finito, irrecuperabile. Secondo la storia, il dio minore Aristeo tentò di aggredire Euridice. Lei scappò, ma nella fuga calpestò un serpente velenoso che la uccise con un morso. Il marito Orfeo, addolorato, si recò in prima persona nell’Oltretomba per riprendersela. In Kaos, Riddy non sa come lasciare Orfeo e la morte è quasi una manna dal cielo per lei (occhio all’easter egg legato al serpente). Tuttavia, mentre nella “realtà” Orfeo fallì il suo piano perché si voltò a guardare verso di lei all’uscita dall’Ade, in Kaos i due riescono a tornare in vita. Ma a che prezzo?

C’è poi il mito di Ceneo, secondo la leggenda una ninfa, amante di Poseidone, che chiese a quest’ultimo di trasformarla in uomo. Kaos romanza anche qui raccontando comunque un personaggio molto interessante. Ceneo apparteneva alle Amazzoni ma venne ucciso in quanto considerato un traditore per via del suo orientamento sessuale. C’è poi da capire meglio la storia di Arianna, che si innamora di Teseo, non ricambiata, ma che presto finirà probabilmente tra le braccia di Dioniso, come anticipavamo. La donna ha scoperto l’inganno orchestrato da suo padre Minosse, ma anche la storia del Minotauro non è priva di revisionismo (Glauco non era il Minotauro, ma capiamo anche che rendere la vera storia di quest’ultimo non è affatto semplice).

Ci sono poi Dedalo, Prometeo e Medusa, ma anche tanti altri riferimenti davvero ben ragionati alla mitologia greca

Medusa, relegata a un ruolo secondario

Il primo progettò il labirinto del Minotauro ed è la figura più vicina a questa creatura. Prometeo è invece un vecchio amico di Zeus che, come detto all’inizio, non è per niente un tipo rancoroso, tanto che per via di un piccolo “sgarbo”, lo condannò a farsi divorare il fegato da un’aquila ogni giorno. In Kaos, Prometeo è il narratore onnisciente, viene sballottolato da un luogo all’altro del Monte Olimpo, perché Zeus, nonostante ce l’abbia ancora con lui, non rinuncia a confidarsi con il suo migliore amico. E poi c’è Medusa, altra regina tra gli sfigati. Medusa è una delle figure mitologiche più note in assoluto. In Kaos si trova nell’Ade, uccisa da Perseo e condannata a una vita mediocre senza poter più usufruire dei suoi poteri sovrannaturali.

Insomma, in Kaos ci sono davvero tutti. Ci sono anche le Erinni e le Moire. Le prime dipinte come cazzutissime motocicliste pronte a punire chiunque se lo meriti, le seconde sono un trio chiave nella mitologia greca: scrivono profezie e, fondamentalmente, sanno tutto di tutti. Non può mancare poi Caronte, il traghettatore di anime nel regno degli Inferi, e insieme a lui Polifemo. Questi si trova all’interno di un locale noto come la Caverna, ossia l’ingresso dell’aldilà secondo la mitologia greca. Il bello di Kaos è che, nonostante la messinscena delle tematiche sia più che altro provocatoria, è riuscita a mettere insieme tanti pezzi della mitologia greca, sfruttandoli davvero bene per raccontare un contesto sospeso tra mito e realtà, tra magia e storia.