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L’ossessione collettiva per Kaos, la serie non ancora andata in onda più amata di sempre

Kaos
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La trama, in effetti, è suggestiva: KAOS è un’audace e oscura rivisitazione contemporanea della mitologia greca. Ci porterà a esplorare l’amore, il potere e la vita negli Inferi. Avendo a lungo goduto del suo status di Re degli Dei, il regno di Zeus non è mai stato veramente minacciato. Questo fino a quando si sveglia una mattina e scopre di avere una ruga sulla fronte. Credendo che questo rappresenti il primo segno di un’antica profezia che preannuncerebbe la sua distruzione, Zeus cade in preda a una forte nevrosi convincendosi che la sua caduta sia ormai imminente”. Sì, confermiamo: suggestiva. Più che suggestiva.

Zeus, il protagonista interpretato dal sempre ottimo Jeff Goldblum, viene descritto così: “Onnipotente e crudele ma a volte anche indulgente… non ha idea del fatto che si sia messo in moto un complotto per annientarlo”. Niente male, no?

Poi ci sarebbe un trailer ben fatto, distribuito alcuni mesi fa da Netflix.

Molto bene. Molto, molto bene. Resta solo una domanda, a questo punto: ma cos’è?

La risposta breve: questa è KAOS, una delle serie Netflix più attese dell’anno. Una dark comedy sui generis, incentrata sui grandi protagonisti della mitologia greca. La data d’uscita non è ancora ufficiale, ma tutto lascia intendere che vedrà la luce entro la fine del 2024.

Ok, ora possiamo procedere con la risposta lunga: una risposta molto più complessa, visto che KAOS è uno dei fenomeni mediatici più assurdi e misteriosi dell’ultimo decennio. Non esageriamo, affatto: dall’ormai lontano 10 giugno del 2018, giorno in cui la serie tv fu annunciata per la prima volta da Netflix, si è scatenato un hype spasmodico e dai tratti oscuri che persiste ancora oggi. Tutti parlano di KAOS ogni volta che c’è un’occasione per farlo. Tutti sognano di vederla, finalmente, in onda. Perché sei anni son lunghi, pressoché interminabili. Dopo il primo annuncio, infatti, seguì un lunghissimo silenzio intorno all’ambiziosa produzione, sempre più contorniata dal mistero e dal riserbo più assoluto.

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Quelle che abbiamo riportato in apertura, d’altronde, sono informazioni relativamente recenti: fino a pochi mesi fa, non si sapeva pressoché niente a proposito della serie. Si sapeva, in sostanza, che sarebbe stato un racconto sui generis con relativa rivisitazione contemporanea dei miti greci, senza ulteriori dettagli. Ciò bastò, tuttavia, per scatenare l’entusiasmo più sfrenato da parte del pubblico, pronto in religiosa attesa ad assistere finalmente a una serie tv che promette di essere maestosa. Noi stessi, quando annunciammo l’arrivo della produzione, ci lasciammo andare a un titolo piuttosto eloquente. Titolo, peraltro, in cui crediamo ancora di più oggi dopo aver scoperto alcuni dettagli.

Perché? Perché il mondo della serialità ha un gran bisogno di una produzione del genere.

La mitologia greca è stata visitata e rivisitata tantissime volte negli ultimi anni, con risultati alterni. A successi discreti oppure ottimi corrispondono altrettanti tonfi fragorosi, ma in questo percorso incostante è sempre mancato un titolo definitivo. Una risposta organica a un mondo, quello della mitologia greca, che appassiona e coinvolge centinaia di milioni di persone in ogni angolo della Terra, preda di un amore atavico che coinvolge alcuni tra i principali archetipi della nostra narrativa. La mitologia greca non ha, in sostanza, un’opera seriale di riferimento che possa rispondere pienamente alle esigenze di un pubblico trasversale.

Ciò bastò – e basta ancora – per suscitare un’attenzione persino morbosa nei confronti di KAOS. Anche quando – ripetiamo – non si sapeva davvero niente. Dal 2018 al 2021, infatti, gli aggiornamenti furono rarissimi, laconici e piuttosto vaghi. Tutto ciò, in tre anni. Per carità, la pandemia ha sicuramente giocato un ruolo importantissimo sui tempi biblici di realizzazione di un’opera del genere, ma sono tempi obiettivamente troppo lunghi per una serie che in quel momento sembrava ancora essere, in pratica, poco più di un’idea.

Poi, però, arrivò la prima “svolta” nel 2022. Le lungaggini infinite e gli ostacoli incontrati sulla via hanno infatti creato più di un problema sul piano produttivo, e KAOS perde il suo protagonista ancora prima di aver chiuso la prima scena. A causa di presunti “conflitti d’impegni”, Hugh Grant, inizialmente selezionato per il ruolo, rinuncia all’interpretazione di Zeus. La storia di KAOS, però non finisce qui: viene ingaggiato il già citato Jeff Goldblum al suo posto, e si rimette in moto il lunghissimo processo che porterà, chissà quando, all’avvento della serie.

Al di là delle esitazioni di Hugh Grant, tutto sembra andare per il meglio dopo le notevoli difficoltà iniziali: l’autrice è Charlie Covell, già sceneggiatrice della bellissima The End of the F***ing World, e il cast composto promette degli ottimi standard qualitativi.  

David Thewlis (Fargo) e Janet McTeer (Ozark) interpreteranno Ade e Era, il fratello e la moglie di Zeus. Troveremo inoltre Cliff Curtis (Fear the Walking Dead), Nabhaan Rizwan (Station Eleven), Aurora Perrineau (Prodigal Son), Killian Scott (Ripper Street), Billie Piper (Doctor Who) e Leila Farzad (I Hate Suzie), Rakie Ayola (Alex Rider), Stanley Townsend (24: Live Another Day) e Misia Butler (Kiss Me First).

Insomma, le premesse per fare bene ci sono tutte: le dark comedy di stampo britannico funzionano quasi sempre alla grande. Se poi si combina il genere con la mitologia greca si rischia seriamente di tirar fuori una bomba. Tutto ciò, oltretutto, scritto e orchestrato da una delle autrici più brillanti della storia recente delle serie tv: cosa potrà mai mancare per assistere a un successo annunciato, acclamato a gran voce dal pubblico pur non avendone ancora visto mezzo frame?

Beh… manca KAOS.

Tra il 2022 e il 2024 sono passati infatti due ulteriori anni di informazioni frammentate e riferimenti poco concreti. La serie era stata annunciata sei anni prima, il cast era pronto ed era cambiato in corsa, l’autrice c’era e tutto sembrava essere pronto per fare finalmente il grande passo, ma l’hype continuava a non trovare appagamento. Silenzio, ancora. Fino allo scorso 19 marzo, quando abbiamo finalmente avuto qualcosa di definitivo tra le mani: un trailer. Un bel trailer, sulla carta all’altezza di quel che potremmo aspettarci da un’opera tanto ambiziosa. Un trailer, e una certezza: KAOS è finalmente pronta ad abbracciare un pubblico che aveva ormai assunto i tratti della Penelope che attese con eroica pazienza il suo Odisseo. Lo farà, forse, entro la fine del 2024, sei anni dopo l’annuncio. Ed è quasi commovente pensare che finalmente succederà per davvero.

Avremo, finalmente, la nostra dark comedy sulla mitologia greca con “un po’ di Game of Thrones e un po’ di The End of the F***ing World”, come la descrisse la sua autrice quando si pensava, ormai ironicamente, che le riprese sarebbero partite nel giugno del 2020 per poi andare in onda nella seconda metà del 2021.

Sta per concludersi, allora, una delle avventure seriali più bizzarre di sempre. KAOS, senza aver fatto letteralmente niente se non aver generato uno spunto, un’idea e un relativo hype per molti versi irrazionale, è diventata la serie inedita più amata della storia. Ci siamo innamorati, in pratica, di una serie che non esiste nemmeno.

Una passione platonica fortissima che ricorda da vicino le inevitabili idealizzazioni che si innescano all’inizio di una grande storia d’amore. Con la differenza che qua non abbiamo manco idea di che faccia abbia il nostro amante o della musicalità della sua voce misteriosa. Ma ne bramiamo il senso, desiderando un contatto disperato con essa: un’intensa connessione, privata del corpo.

Al di là di come andrà, KAOS è già diventata un grandissimo successo. E ha già conquistato un bizzarro posto nella storia: avrebbe quasi senso fermarsi qua. Stoppare tutto prima di andare in onda, lasciare la serie in eredità alle nostre fantasie più estreme e abbandonarci sulla strada maestra al pensiero che questa strana dark comedy non possa più superare le nostre aspettative. Arrenderci a una disillusione quasi inevitabile: sei anni sono lunghi, troppo lunghi. E il film che abbiamo in testa è troppo bello per poter essere macchiato dall’amara realtà di una serie potenzialmente normale, se non addirittura brutta. Avrebbe senso, a questo punto, struggerci tra le righe di una fanfiction, rifugiandoci nella certezza che quest’amore, così non finirebbe mai? Avrebbe senso, no?

Beh… no.

Dateci KAOS, fatelo subito. E fatelo nel miglior modo possibile: dopo aver aspettato tanto, meritiamo di assistere a un capolavoro. E se così non dovesse essere, arriveranno i fulmini e le saette del pubblico inviperito. “Per Giove!”, direbbe qualcuno.

Antonio Casu