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La dolceamara quarta stagione di Killing Eve

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Attenzione: L’articolo può contenere spoiler su Killing Eve.

La messa in onda settimanale della quarta e ultima stagione di Killing Eve si è conclusa da quasi un anno ormai. La notizia dell’arrivo del capitolo finale su NOW porta nuovamente a galla il ricordo di una serie tv di spionaggio sanguinosa, esilarante, eccentrica, puramente britannica nel suo umorismo, ritmo e linguaggio. Killing Eve, nelle sue prime tre stagioni, è una perla, una storia elegante e stilosa fatta di ossessioni, inseguimenti e squilibri. Dallo stile inconfondibile e segnato dalla penna inconfondibile di Phoebe Waller-Bridge, lo show inglese offre sullo schermo televisivo una nuova rappresentazione dell’ossessione, del dolore e della paura, fondendo elementi thriller e comici in un racconto imperdibile e segnato soprattutto dalla grande personalità di Jodie Comer. La brillante interprete britannica, che ha da poco vinto un Lawrence Oliver Award alla migliore attrice, è il volto principale di Killing Eve che condivide la scena con Sandra Oh. La prima nei panni di una serial killer ricercata in tutto il mondo, la seconda nel ruolo dell’agente del MI-5 che le dà la caccia.

Villanelle e Eve Polastri si sono date a lungo battaglia in Killing Eve, segnando la serie tv con un rapporto anomalo e morboso fatto di tensione, magnetismo e ambiguità.

La caccia all’uomo che l’agente del MI-5, Eve Polastri, intraprende all’inseguimento dell’abilissima sicaria psicopatica Villanelle diventa progressivamente qualcosa di più. Non solo un caso lavorativo, ma una vera e propria battaglia: una ricerca che conduce a una relazione rincorsa e per molto tempo mai esplicitata. La chimica tra le due protagoniste è un fuoco che anima un rapporto teso, inconsueto. Un thriller al femminile fatto di dark humor e di acida introspezione, soprattutto quella legata all’imprevedibile serial killer. In particolare, Villanelle è il cuore pulsante di Killing Eve, antieroina carismatica e indomabile.

Killing Eve è Villanelle. Un’assassina spietata, socialmente imbranata in modo comico, contraddittoria e sadica. Una donna stilosa, per certi versi ingenua, alla ricerca d’amore e sregolata che diviene l’elemento distintivo e seducente della serie tv.

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Villanelle (640×368)

Con i grandi occhi spesso apparentemente persi nel vuoto, Villanelle è un personaggio irresistibile, capace di rubare la scena a chiunque. Proprio grazie al forte carisma dell’ammaliante quanto pericolosa assassina, le prime tre stagioni di Killing Eve compongono uno show nuovo che è entrato a gamba tesa nel genere di riferimento, alterandolo per sempre. La serie tv è prima un tango a due, tra Eve e Villanelle, poi una battaglia tra tre grandi donne, a cui si aggiunge Carolyn. In questo scontro al femminile ci può essere soltanto una vincitrice e, in tale ottica, la quarta stagione è un frettoloso e confusionario snodo finale.

Il capitolo conclusivo è probabilmente arrivato troppo in anticipo, non permettendo uno sviluppo adeguato al finale della serie tv. La quarta stagione di Killing Eve non è complessivamente all’altezza delle altre, a causa soprattutto di un ultimo episodio tanto crudele quanto sbrigativo. Nella continua rincorsa tra Eve e Villanelle, il quarto capitolo che avrebbe dovuto dare più spazio all’approfondimento dell’antagonista principale, i fantomatici Dodici, finisce per renderli piuttosto un mero pretesto narrativo. Con il carico emotivo della morte di Konstantin alle spalle, Killing Eve traghetta verso la battaglia finale, risolta in quattro e quattr’otto senza nemmeno rivelare la vera identità della minaccia da scongiurare. I Dodici vengono fatti fuori, in maniera meno creativa e cruenta rispetto al solito, da Eve e Villanelle che da poco sono finalmente riuscite a consolidare i sentimenti reciproci e a concretizzare la chimica che le ha tormentate per tutti gli episodi precedenti.

Col sodalizio dei fugaci baci carichi di tensione scambiati tra uno scontro e l’altro, le due antieroine sembrano finalmente avere la meglio. Nel finale di una quarta stagione in cui molto è lasciato alla deduzione dello spettatore, gli ultimi minuti divengono concreti, espliciti, non lasciando nulla all’immaginazione. Nel momento del trionfo, Villanelle viene colpita da lontano e il corpo cade nel Tamigi assieme a Eve che cerca in tutti i modi di soccorrere la vittima senza speranza. L’antieroina per eccellenza cade nelle profondità del fiume. Una morte arrivata in fretta e in maniera fredda, ingiusta se paragonata all’arco narrativo di un personaggio tormentato, tanto puro quanto sporco moralmente.

Il finale di Killing Eve è ingiusto, insoddisfacente, affrettato e incapace di onorare gli sviluppi, le evoluzioni e le involuzioni dei suoi personaggi e della sua storia.

villanelle
Killing Eve (640×332)

Un finale non di certo imprevedibile nei risvolti, ma amaro nei mezzi e modi impiegati. Con la crudele fatalità finale, la quarta stagione di Killing Eve assume una sostanza nuova. Pur essendo un capitolo generalmente sottotono, quello conclusivo è comunque stato in grado per buona parte delle puntate di intrattenere con l’accattivante stile che ne ha denotato le produzioni precedenti. Purtroppo, le esasperazioni e i coni d’ombra troppo a lungo reiterati e non risolti hanno comportato l’implosione della serie tv. Killing Eve resta un prodotto eccellente a cui abbiamo perdonato alcune cadute, come la misteriosa e mai risolta morte di Kenny o la momentanea ossessione di Villanelle per la redenzione spirituale e la religione. Con gli attimi di felicità vissuti dalle due protagoniste nel poco tempo in cui sono riuscite a viversi il sentimento che per tre stagioni le ha unite, allontanate e spaventate, la quarta offre un’ulteriore dimensione della sfaccettata storia della serie tv e dell’introspezione dei suoi complessi personaggi. Le due nemiche e amanti trovano finalmente un punto di incontro, arrivando all’agognato momento più atteso dello show stesso in una stagione che segna decisamente un punto di svolta da cui non può esserci ritorno. La fine è vicina, ma speravamo veramente qualcosa di diverso, di più strutturato e simbolico, come Killing Eve ci aveva ben abituato. Ma purtroppo non è stato così.

Complici le grandi aspettative costruite dalle stagioni precedenti, l’ultimo capitolo di Killing Eve è generalmente deludente, lasciandoci con veloce crudeltà col ricordo di uno show dinamico e di alto livello che non ha osato fino in fondo. Ciò nonostante, nemmeno il finale sconfortante riuscirà a cancellare la bellezza di Killing Eve, uno show che vale comunque la pena recuperare e guardare fino alla fine, sospesi costantemente tra le follie di Villanelle e la scissione interiore della morale di Eve. Tra un sanguinoso inseguimento e l’altro, con lo sfondo comico e ritmato delle goffe eccentricità degli immaturi e sregolati antieroi, la serie tv è un moderno gioiello del thriller spionistico, capace di fondere i generi e i formati.

Killing Eve – La recensione del finale di serie