La caduta della casa degli Usher, il nuovo gioiello di Mike Flanagan, conferma le nostre ottime opinioni su questo autore (trovate qui la nostra recensione della serie): un narratore raffinato, capace di coniugare in chiave moderna il racconto gotico e di dare una rilettura moderna di uno degli autori più impegnativi delle letteratura horror: Edgar Allan Poe.
Anche il più appassionato tra i fan dell’autore statunitense potrebbe non aver notato proprio tutti i riferimenti alle opere dello scrittore e poeta, che ha segnato l’immaginario collettivo con titoli come Il gatto nero, Il cuore rivelatore, La maschera della morte rossa e, naturalmente, le poesie sempre intrise di romanticismo gotico.
L’espediente realizzato da Flanagan ne La caduta della casa degli Usher, il racconto horror intorno al fuoco, con Roderick Usher che racconta al suo acerrimo nemico Auguste Dupin la verità sulla morte misteriosa dei suoi figli e sulla sua ascesa nell’olimpo delle case farmaceutiche, è insieme antica e moderna. Il primo riferimento alle opere di Poe presente nella serie sta nei titoli delle puntate, quasi interamente ispirate ai suoi racconti: fanno eccezione la prima, A Midnight Dreary (Una tetra mezzanotte), che riprende l’inizio della poesia Il corvo, e l’ultima, che si intitola proprio The Raven.
The Masque of the Red Death (La maschera della morte rossa), Murder in the Rue Morgue (I delitti della Rue Morgue), The Black Cat (Il gatto nero), The Tell-Tale Heart (Il cuore rivelatore), Goldbug (Lo scarabeo d’oro), The Pit and the Pendulum (Il pozzo e il pendolo): i titoli delle puntate sono tutti racconti celeberrimi di Poe che riprendono vita nella serie, anticipando ognuna delle orrende morti a cui andranno incontro i figli di Roderick Usher.
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Un altro riferimento alle opere di Edgar Allan Poe che troviamo nella serie di Mike Flanagan è nei nomi dei personaggi: sono praticamente tutti ispirati a figure create da Poe che ricorrono nei suoi racconti e nelle sue poesie. Roderick e Madeline, i capostipiti della dannata dinastia Usher, sono nomi presi dal racconto omonimo, anche se la vicenda narrata nell’originale diverge molto da quella della serie. Frederick (spesso dai fratelli storpiato in Froderick), proviene da uno dei primissimi e quasi sconosciuti racconti di Poe, Metzengerstein. Tamerlane, che ne La caduta della casa degli Usher è il nome della secondogenita, è ispirato a un poema che l’autore dedicò al mitico condottiero.
Victorine LaFourcade è un personaggio del racconto La sepolta viva: nella serie il suo destino, però, sarà nettamente diverso e a essere sepolta viva sarà la madre di Madeline e Roderick, Eliza, altro personaggio di questa storia. Napoleon, neanche a dirlo, deriva da Napoleone Bonaparte, a cui Poe si ispira per il racconto di genere farsesco Gli occhiali. Camille L’Espanaye, invece, nella serie è coerente con il destino che le riserva Poe nel racconto I delitti della Rue Morgue: verrà uccisa da uno scimpanzè, proprio come la madre e la figlia dell’opera letteraria. Prospero, il più giovane dei fratelli Usher e il primo a morire, incarna alla perfezione il protagonista de La maschera della morte rossa (e come si avvicina a lui il Corvo, nella serie? Mascherata e vestita di rosso).
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Arthur Gordon Pym, il diabolico avvocato degli Usher, interpretato nella serie da un irriconoscibile Mark Hamill, deve il suo nome al protagonista dell’unico romanzo di Poe, Storia di Arthur Gordon Pym, che racconta le avventure di un giovanotto di buone speranze che si imbarca su una baleniera (impresa attribuita anche all’avvocato nella serie). Durante le sue avventure sopravviverà a incontri con i cannibali, tempeste e ammutinamenti: ne La caduta della casa degli Usher la costruzione del veliero in bottiglia da parte di Frederick e Lenore, così come il nomignolo “Grampus” (il nome del veliero del romanzo di Poe) che Lenore affibbia al rapace avvocato sono riferimenti all’autore. Auguste Dupin, prima alleato e poi nemico giurato degli Usher, condivide nella serie il nome con il protagonista de I delitti della Rue Morgue, Il mistero di Marie Rogêt e La lettera rubata.
Lenore, Morrie e Eliza sono nomi tratti da opere di Poe, rispettivamente Morella, La sepoltura prematura e Il corvo. Eliza, inoltre, era il nome della madre di Poe e di sua moglie-cugina Virginia Eliza Clemm Poe. Clemm, inoltre, è lo pseudonimo con cui il Corvo si presenta a Victorine per sottoporsi all’operazione. Anche Annabel Lee, la dolce prima moglie di Roderick, morta probabilmente consumata dal dolore per l’allontanamento dei figli, è un nome che proviene dal genio del re del gotico: per la precisione dalla poesia eponima che il personaggio di Roderick cita spesso nella serie.
La caduta della casa degli Usher è disseminato di nomi che fanno riferimento, anche indirettamente, alle opere di Edgar Allan Poe: Morella, oltre a essere la protagonista di un racconto in cui un uomo perde il senno vedendo nella figlia la moglie morta, è anche un altro nome della belladonna, farmaco di cui la Fortunato abusa e che Frederick dà alla moglie Morrie, finendo però per soccombere lui stesso ai suoi effetti paralizzanti. Alessandra Ruiz, fidanzata di Victorine, è il nome di un personaggio dell’opera inedita Politan, in cui si stipula un patto suicida; Bill, il muscoloso marito di Tamerlane, arriva dal racconto William Wilson, in cui il protagonista è perseguitato da un doppelgänger (nella serie è invece la moglie Tamerlane a vedere ovunque il Corvo che si finge lei).
Per i più pignoli, Julius, il fidanzato di Napoleon e proprietario del gatto nero, è ispirato al Diario di Julius Rodman, in cui il protagonista possiede un micio nero, così come il giudice della causa contro Roderick si chiama John Neal, come uno dei critici di Poe.
La stessa Verna, nome creato appositamente da Flanagan per ribattezzare l’inquietante presenza che riscuote le vite degli Usher, è un anagramma di Raven, corvo, la poesia più celebre di Edgar Allan Poe. Si presenta a Victorine come Pamela Clemm, il cognome della moglie di Poe, e fornisce come indirizzo la vecchia casa degli Usher in Reynolds street: sembra che il poeta, sul letto di morte, abbia gridato questo nome ma nessuno ha mai saputo a chi si riferisse.
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Oltre ai nomi dei protagonisti, ne La caduta della casa degli Usher troviamo riferimenti continui anche alle poesie di Poe.
Nel primo episodio, quando assistiamo al funerale di Victorine, Tamerlan e Frederick, il prete recita Gli spiriti dei morti, poesia del 1827 che tornerà anche sul finale, nella voce del Corvo. L’entità soprannaturale recita a Madeline alcuni versi de La città nel mare durante il loro incontro. Roderick, che nella serie è indicato come l’autore delle poesie (“sarebbe stato un poeta in un’altra vita”, dice di lui il Corvo), recita i versi di Lenore durante la sepoltura della madre, così come ricorre continuamente nella serie la poesia Annabel Lee, ispirata all’amore struggente di Poe per questa donna, morta tragicamente. E naturalmente non poteva mancare Il corvo, che Roderick declama sul corpo esanime dell’innocente nipote Lenore.
Una delle tematiche ricorrenti della serie, che deriva dalle ossessioni della mente di Poe, è quella di essere sepolti vivi.
Destino che nella serie tocca alla madre di Madeline e Roderick, Eliza e in parte anche alla stessa Madeline: nel racconto di Poe, infatti, il protagonista si confida con la voce narrante dicendo che teme di aver seppellito viva la sorella e di sentirla muoversi nella bara. Mentre sta parlando la donna, uscita dal sepolcro e ancora avvolta nel sudario, si getta contro il fratello per ucciderlo, mentre il narratore, atterrito, fugge e assiste dall’esterno alla distruzione completa della casa degli Usher. Esattamente ciò che accade nell’ultimo atto della serie: ma la tematica della sepoltura prematura interessa anche Rufus Wilmot Griswold, Ceo della Fortunato, che viene murato vivo da Madeline e Roderick per liberarsi di lui e impadronirsi dell’azienda, nella notte che cambierà il loro destino.
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Nel racconto di Poe Il barile di Amontillado, un uomo chiamato Fortunato travestito da giullare viene ucciso da Montresor, la voce narrante, che lo odia. Con la scusa di sapere se davvero possiede il prezioso vino, Montresor lo fa ubriacare, lo trascina nelle catacombe e lo mura vivo. Lo stesso espediente architettato da Madeline, con l’aggiunta nel bicchiere di una dose di belladonna, specialità della Fortunato.
E, parlando della Fortunato, l’ultimo riferimento alle opere di Poe presente nella serie è proprio l’invenzione di Roderick, il Ligadone, che fa la fortuna dell’azienda.
Non poteva mancare, ne La caduta della casa degli Usher, uno dei racconti più belli e struggenti di Poe, Ligeia. In questa novella la moglie del protagonista, la bellissima lady Ligeia, dai capelli corvini e dagli occhi neri, muore gettandolo nello sconforto. Non alleviano la sofferenza né l’oppio (il Ligadone è un oppioide) né la seconda moglie, lady Rowena, bionda dagli occhi azzurri: anzi, si ammala pure lei e, prima di morire, afferma di sentire voci e presenze. Durante la veglia funebre, il protagonista nota che il cadavere pare più volte rianimarsi, finché non ha più dubbi: è Ligeia che è tornata da lui perché
“Non fosse per l’inadeguatezza della sua fiacca volontà , l’uomo non cederebbe agli angeli, né alla stessa morte”.
Giulia Vanda Zennaro