La casa de papel è un piccolo capolavoro. Se non lo si vuole considerare come tale, non si può comunque dire che sia passata inosservata. E comunque, si diceva tra appassionati qualche giorno fa, che La casa de papel, con tutte le sue imperfezioni, riesce a emozionare più del novanta percento delle Serie Tv logiche e ben strutturate, oltre che più blasonate, uscite nell’ultimo anno. E poi ci sono i personaggi che ne sono venuti fuori, tutti interessanti e uno su tutti: Berlino.
Si fa notare subito per il suo aspetto elegante e lo sguardo signorile, non ha ancora proferito parola e già ti sei accorto che è un tipo particolare. Merito anche della presenza scenica di Pedro Alonso, l’attore che lo interpreta, non conosciuto all’infuori del panorama televisivo e cinematografico spagnolo… almeno fino a ora. Perché riesce a dare al personaggio una forza e una potenza che lo rendono da subito uno dei volti iconici della Rivoluzione di cui si fai portatrice questa Serie Tv. Perché La casa de papel non è la storia di una rapina, ma l’inno alla Rivoluzione contro le banche e gli interessi dei piani alti, portata avanti da un manipolo di disperati.
Ma che cosa ha reso Berlino uno dei migliori personaggi di questa scanzonata e allo stesso tempo epica storia? Di seguito c’è qualche SPOILER.
1) La classe non è acqua
Si è visto poche volte un personaggio in grado di affrontare ogni delusione di questa vita infame con tanto aplomb. Berlino, o meglio Andrès, ha una malattia terminale e, quando i suoi compagni lo scoprono, lui non si scompone. “Non siate tristi per me” e poi tira fuori bicchieri e un alcolico a caso per brindare alla vita. Per non parlare di quando Nairobi gli rivela cosa vuole fare Ariadna, ossia aspettare lui sia incapace di muoversi e di reagire per sputargli in faccia il suo disprezzo. Berlino la porta con sé al fronte della sua Rivoluzione e la ricicla come “tizia addetta a ricaricare la mitragliatrice con cui fare a pezzi le SWAT”. Poi le salva anche la vita da una granata chiudendola nella camera blindata.