4) ENRIQUE ARCE (ARTURO ROMÀN)
Se lo odiamo tanto, vuol dire che questo attore ha fatto bene il suo lavoro. Nonostante fosse facile far pendere questa classifica a favore dei “buoni”, Arturito non poteva mancare: un personaggio così odiato non si vedeva da tempo. E questo, chiaramente, è tutto merito del suo interprete. Non era facile tratteggiare un personaggio così pusillanime, così codardo, così viscido come Arturito, eppure lui ce l’ha fatta. Fin dal primo momento in cui lo vediamo, abbiamo la sensazione che questo personaggio non ci piacerà: e continuando a vedere La Casa de Papel, ne abbiamo la certezza. In fondo odiamo Arturito perché la Serie ci porta a parteggiare per i rapinatori, ma diciamocelo: se avessimo avuto le possibilità che ha avuto Arturito di fuggire, non le avremmo colte anche noi?
Arturito in fondo incarna sia il bene che il male in ogni uomo: il suo istinto di sopravvivenza è più forte delle minacce, e riesce anche a compensare un coraggio che in fondo gli manca (vedi la scena nel caveau con Denver). Alla fine non possiamo non notare che, di tutti gli ostaggi, Arturo è l’unico che, fino alla fine, cercherà di mettere i bastoni fra le ruote alla banda.
E un po’ non possiamo che ammirarlo per questo, anche se la goffaggine dei suoi tentativi, la sua mancanza di carattere, il suo prendersela sempre con chi è più debole di lui (vedi il signor Torres), e non da ultimo la spassosa gaffe con la moglie chiamata col nome dell’amante, fanno finire in una risata di derisione ogni tentativo di comprendere il personaggio. E va bene così: Arturito è insieme villain e spalla comica, e questa è la forza del suo personaggio ai fini della storia de La Casa de Papel.