2) ÁLVARO MORTE (IL PROFESSORE)
Se il ruolo di Raquel è forse quello più complicato, quello del Professore potrebbe essere in apparenza quello più semplice: cosa ci vuole, a portare sullo schermo un introverso genio con gli occhiali, metodico e probabilmente represso sessualmente? E invece no: la forza del personaggio del Professore è proprio sfuggire a queste etichette, per mostrarci un essere umano che riesce a conciliare in sé maniacalità e passionalità, freddezza e idealismo. Il bello di questo personaggio è che la sua natura è essere tutto e il contrario di tutto: nel corso de La Casa de Papel lo vediamo diventare insegnante di rapine, negoziatore con la polizia, ingenuo civile, mendicante, fabbricante di sidro e persino pagliaccio.
Il Professore prende la forma che noi vogliamo dargli, per nascondere chi è veramente: e lo vediamo solo quando, per sua scelta, si mostra a Raquel che l’ha appena smascherato. Ma il momento in cui lo vediamo forse completamente a nudo è nell’ultima puntata, durante il suo ultimo scambio di battute con Berlino; lì la maschera da dio cade e il Professore diventa finalmente umano nel dolore. Il Professore nasconde dentro di sé molte anime: come dice Raquel, è Superman e Clark Kent, è onnipotente e allo stesso tempo in balia degli eventi. E mano a mano che lo vediamo diventare sempre più umano, meno freddo genio con gli occhiali, ce ne innamoriamo: non male, per un attore che in Italia era conosciuto unicamente per la sua interpretazione nella soap Il Segreto, no?