1) PEDRO ALONSO (BERLINO)
Il podio de La Casa de Papel non poteva non essere suo, del grande Berlino; un personaggio che aveva tutte le carte in regola per farsi detestare, ma che non possiamo non amare alla follia. Psicopatico, dai gusti sessuali alquanto originali, manipolatore, sadico e allo stesso tempo gentiluomo, con una morale ferrea e un’eleganza da uomo d’altri tempi. Berlino è un dandy prestato alle rapine, è un Lupin all’estrema potenza, è lo psicopatico capace di amare; e sono proprio queste contraddizioni a renderlo così interessante, e così ben strutturato. Sarebbe stato troppo semplice affidare il comando della rapina a un pazzo assassino a sangue freddo: il Professore sceglie invece Berlino perché sa che, nonostante la sua eccentricità, è un uomo tutto d’un pezzo che si farebbe ammazzare piuttosto di tradire i suoi compagni.
Berlino è un narcisista ma è anche un giocatore di squadra, è un sessista ma dalle buone maniere, è un idealista e un materialista: queste contraddizioni rendono il personaggio un cocktail esplosivo che genera in noi un magnetismo assoluto. In più, è interpretato da un attore assolutamente a suo agio nel ruolo: alto, elegante, dallo sguardo profondo e ironico al tempo stesso, Pedro Alonso fa un figurone anche con la tuta rossa e la benda in testa. Un’interpretazione che dall’inizio alla fine non scende mai nella macchietta ma mantiene sempre lo stile e la classe che a Berlino sono innate: perché se hai vissuto con stile, devi morire con stile. Ecco l’ultima, grande, lezione di questo personaggio.