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Gli autori di La Casa de Papel hanno fatto un errore madornale con Berlino?

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Il 19 luglio tornerà a calcare il palco piatto degli schermi televisivi La Casa de Papel. La terza parte sembra essere ancora più scoppiettante e più intrisa d’azione delle prime due. Quelle che hanno permesso alla serie tv, creata da Antena 3 e portata alla ribalta dal solito Netflix, di far conoscere a tutto il mondo le vicende del Professore e compagni. Sì, perché prima dell’intuizione della piattaforma streaming nessuno aveva puntato il faro del successo su La Casa de Papel. Dal giorno dello sbarco su Netflix la serie tv è diventata una produzione che ha toccato tutto il mondo. Milioni e milioni di persone hanno visto La Casa de Papel, hanno visto che per una volta un piano criminale può funzionare alla perfezione. Hanno visto vincere, per una volta, i poveri, hanno visto vincere la Resistenza.

E a capo della Restistenza si ergeva il Professore, la mente geniale dietro l’operazione alla Zecca di Stato. Ma non basta una mente all’esterno per guidare un gruppo di rapinatori che non sono mai stati abituati a ragionare, ma solamente a sparare. Non basta la preparazione, non bastano i mesi di studio, perché ci sarà sempre una variante impazzita, un battito d’ali di una farfalla dall’altra parte del mondo che porterà un uragano in questa. Per porre rimedio a tutto ciò serve un comandante, un partigiano inflessibile e irriducibile, un uomo senza regole, ma che detta regole. Quell’uomo è il protagonista del nostro articolo. Quell’uomo è Andrés de Fonollosa, meglio conosciuto come Berlino.

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Si può essere eroi per un giorno.
Per un giorno si può essere Berlino.

Così iniziava un nostro articolo-tributo scritto per omaggiare Berlino attraverso la musica di David Bowie (lo trovate qui). Quello che è certo è che Berlino ha fatto innamorare milioni di persone con il suo carisma, la sua ironia noir e quel fare alto-borghese attraverso il quale sembrava non solo il capo-spedizione, ma anche un principino viziato in mezzo a tanti poveri, una storia dal sapore twainiano. Del resto il suo compito era proprio quello di dirigere. La malattia degenerativa stava portando via il protagonista de La Casa de Papel e proprio per questo Berlino ha deciso sacrificarsi per dar modo ai compagni di fuggire. Del resto lui è un partigiano, è la Resistenza.

Ma davvero Andrés ci ha lasciati? Nei teaser, e perfino nell’ultimo trailer, vediamo ancora una volta l’attore Pedro Alonso calarsi nei panni di Berlino. Cosa ci aspetta? Abbiamo provato a capire il suo ruolo in un articolo della settimana passata, oggi invece vogliamo capire se quelle ipotesi possono ritorcersi contro i produttori della serie tv e più in generale contro la serie stessa.

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Far tornare Berlino nella terza parte de La Casa de Papel è un errore madornale?

La riposta non è ovviamente scontata. Bisogna vedere come tornerà davvero Berlino. Per capire se è un errore bisogna vagliare alcune ipotesi e stabilire su quali lati La Casa de Papel e, per proprietà transitiva Netflix, abbia da guadagnare o abbia da perdere. Prenderemo quindi in considerazione tre voci: il pubblico e la sua reazione, la critica e la sua reazione e, più meramente parlando, il numero di visualizzazioni che potrebbe portare Berlino a La Casa de Papel. Per quanto riguarda la prima voce pare ovvio che un ritorno di Berlino aumenti l’hype e l’attesa. Diciamoci la verità: in qualunque situazione o stato lo trovassimo, che sia un sogno del Professore, che sia un flashback o un’incauta (e dopo vedremo perché) resurrezione, sarebbe per noi una gioia rivederlo.

Magari il pubblico potrebbe non gradire in toto un ritorno forzato di Berlino, ma la stragrande maggioranza ne sarebbe entusiasta. Quindi un punto a favore del suo ritorno e un punto a favore dei produttori. Veniamo ora alla critica. Sicuramente, e questo è il “dopo” che prima abbiamo messo tra parentesi, se Berlino tornasse in maniera improbabile o attraverso vicende molto forzate, la critica potrebbe stroncare La Casa de Papel. Il richio c’è. Diciamo poi che una parte di critica non aspetta altro. Alcuni sono nati per stroncare anche la serie meglio realizzata della storia. Un passo falso dei produttori sarebbe come sangue sul mare per gli squali.

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Stavolta il punto va a favore quindi dell’errore madornale.

L’ago della bilancia e la voce che alla fine ha più peso è quella delle persone che guarderanno La Casa de Papel. In questo caso il ritorno di Berlino non può che far aumentare vertiginosamente le visualizzazioni rispetto a una sua assenza. La Casa de Papel senza Andrés non è la stessa cosa. Magari alcuni potrebbero abbandonare la serie una volta vista una forzatura per far rientrare Berlino, ma se non ci fosse nella terza parte, i produttori otterrebbero comunque un risultato più basso rispetto alla perdita di una fetta di pubblico per un ritorno mal gestito di Berlino. Il punto va quindi ai produttori e a Netflix.

Il risultato finale è un 2 a 1 che vede uscire sconfitto “l’errore madornale”. Sicuramente un punteggio che non lascia tranquillo nessuno per l’avvento e lo sviluppo della serie tv, ma noi vogliamo essere ottimisti e sperare che La Casa de Papel non ci deluda. Non ci resta che aspettare.

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