La Casa de Papel ci ha da poco lasciato con una terza parte con qualche buono spunto ma anche diverse perplessità. I dubbi che si sono sollevati nel corso del racconto sono in buona parte legittimi. Proviamo a ripercorrere quei buchi di trama, incongruenze ed errori che, nel corso dell’intera serie, ci hanno fatto cadere le braccia. Ma possibile che non se ne siano accorti? O li hanno volutamente ignorati? Giudicate voi stessi.
1) Un ritrattista disattento e un software omertoso
Nono episodio della prima parte. Ricordate le prove rimaste nella Seat del Professore? Il leader della banda era riuscito a rimuoverle e a sgattaiolare via con un travestimento da clochard. Il custode, però, lo aveva visto e fornito l’identikit alla polizia. Il software delle forze dell’ordine elabora il ritratto ma ecco che il Professore, riuscendo a comunicare in russo con il custode, lo minaccia costringendolo a cancellare la sua immagine identificativa.
Un attimo, però: ma possibile che questo software in dotazione non abbia un ‘annulla modifica’?. O che non esista alcun sistema di recupero dei dati? Ci pare davvero incredibile, dai! E, come se non bastasse, il tecnico che ha collaborato alla realizzazione del ritratto possibile che non abbia memorizzato l’immagine del Professore? Cos’è, il russo gli ha rimosso tutte le informazioni anche dalla mente? E che diamine!