4) Personaggi
I rapinatori non ci dicono il loro vero nome, ma usano nomi di città per mantenere l’incognito. E sono tutti perfetti: profondi, stratificati, interessanti. Ognuno ha la sua storia personale ben legata al suo obiettivo ma in nessun caso la scoperta appesantisce la narrazione. Il Villain, o almeno quello che può essere considerato tale, è da brividi. Si fa chiamare Berlino ed è stato messo a capo della banda dal Professore: manipolatore, spietato, freddo. Riesce a gestire con gentilezza gli ostaggi, a dare loro ogni cosa di cui hanno bisogno per essere a loro agio, e allo stesso tempo mette i brividi. Oppure anche Mosca e Denver, rispettivamente padre e figlio, il primo che ha tirato dentro il secondo per consentirgli di aggiustare la sua vita disastrata e costruire finalmente un futuro degno di questo nome.
O Tokyo, la prima che ci viene presentata, che pensava non ci fosse più posto nella sua vita per l’amore ma che a causa della sua relazione con Rio rischia di mandare all’aria tutta l’operazione. O il Professore, colui che ha ideato il colpo: di lui non si sa niente. Non si sa da dove venga, quale sia il suo nome, ma è abbastanza preparato da anticipare le mosse della polizia e dei servizi segreti. E finisci per chiederti chi sia in realtà quest’uomo dall’aspetto docile ma dalla mente complessa.