La Casa de Papel è spettacolo puro. Una storia che prende da subito e una serie di trovate che tengono incollati allo schermo. Serie Tv più costose e blasonate non riescono a raggiungere questi livelli, rivelandosi spesso troppo macchinose. Forse La Casa de Papel è semplicemente più spontanea. Forse chi l’ha scritta è stato più libero. La conseguenza è che ci sono picchi altissimi e anche bassissimi, riducibili al meglio e al peggio. Ma qui, sfortunatamente, parliamo degli abissi del peggio. Quei momenti in cui dici: “ma veramente sto vedendo questa cosa? Ma come mi sono ridotto?” oppure “non ci possono credere che l’hanno fatto. Non è possibile”. Siamo qui dalle parti del “cari sceneggiatori, non ce ne frega niente della credibilità, facciamo casino magari alziamo gli ascolti. Tanto è una Serie Tv per il mercato interno, chi vuoi che la guardi. Mica se ne esce su Netflix e poi fai una figuraccia. Su, più locura”. Ed ecco che nascono cose magiche come:
1) Tokyo che rientra alla zecca
Qui è il meglio-peggio. Da un lato è una scena spettacolare, divertente, inaspettata, fuori dagli schemi. Dall’altro la polizia spagnola deve avere i cecchini peggiori della storia se non riesce a buttar giù la bella Ursula Corberò, che è una che si fa vedere, in sella ad una moto. Sembra una scena venuta fuori da un film di azione anni ’70, dove ci si faceva un po’ di concessioni in nome della spettacolarità. Qui sembra che a un certo punto lo sceneggiatore abbia detto: “ma chissenfrega, è fico e quindi lo faccio.”
Avevamo approfondito la questione in questo pezzo.