2) Una rotonda sul rimpianto
Tokyo si trova al capezzale di un Mosca agonizzante quando l’uomo annuncia di aver rivelato a Denver ciò che le ha fatto. È solo con il prosieguo del racconto che il senso della confessione si chiarisce ed emerge l’identità della persona a cui è diretta: Mosca, in preda alle allucinazioni, ha scambiato Tokyo per la sua ex compagna – nonché madre di suo figlio – e sta parlando come se la avesse di fronte a sé.
Mosca rivela di essere tornato alla rotonda presso cui la aveva abbandonata per ritrovarla e dichiara che, se potesse, tornerebbe nel luogo della festa di paese che li ha fatti conoscere. Quando si scusa per averla lasciata in quel modo, Tokyo in lacrime ne approfitta per chiedere a sua volta perdono per aver causato il ferimento che porterà alla sua morte.
3) Poesia al padre
Nemmeno il tempo di riprenderci che La Casa de Papel ci sottopone un’altra scena emotivamente devastante: quella dell’addio tra Mosca e Denver. Quest’ultimo, impegnato con lo scavo del tunnel con cui la banda ha in programma di scappare, viene chiamato apposta per rivolgere a Mosca l’ultimo saluto.
Alla disperazione a cui il figlio si abbandona fa da contraltare la placida compostezza con cui il padre affronta i suoi ultimi momenti: Mosca affida Denver a Monica e si presenta alla banda come Augustìn Ramos, il suo vero nome, stabilendo così una connessione che rende lui e gli altri amici oltre che colleghi di rapina. Nel momento in cui l’uomo esala il suo ultimo respiro, Denver gli rivolge questi toccanti versi.
“Per la mancanza delle tue labbra
ho pianto per la prima volta
e ho maledetto di averti conosciuto
perché non riesco a non amarti .”