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5 scene de La Casa de Papel che sembrano esser state scritte dagli sceneggiatori de Gli Occhi del Cuore

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La sentite anche voi quella consistenza un po’ telenovelistica di alcune scene de La Casa de Papel? Quel percettibilissimo gusto trash, così poco americano, che ce l’ha fatta definire la solita meravigliosa tamarrata? Impossibile non notarlo, perché questa serie, in alcuni frangenti, ha dato davvero il meglio di sé. Una roba che nemmeno i tre sceneggiatori de Gli Occhi del Cuore, nel chiuso del loro appartamento, tra un momento e l’altro, avrebbero saputo partorire.

Ed è lì che viene il dubbio: ma non è che la Rete abbia ingaggiato proprio loro per scrivere alcune scene de La Casa de Papel?

Il sospetto è più che legittimo, specie dopo aver visto Berlino cantare Umberto Tozzi in un monastero sperduto del centro Italia. Stai a vedere che tra i monaci fiorentini che intonavano Ti amo c’era anche Mariano Giusti nel pieno di una delle sue crisi mistiche. Scherzi a parte, è indubbio che alcune scene de La Casa de Papel sembrano scritte dagli sceneggiatori de Gli Occhi del Cuore. Immaginateli, nella loro base operativa, accingersi ad aggiustare un copione mettendo in bocca al Professore battute improbabili o stendere la sceneggiatura delle nuove stagioni a colpi di F3 e F4.

Ecco le 5 scene che ci hanno lasciati più basiti e perplessi, confermandoci che una manina tipicamente italiana ne La Casa de Papel c’è eccome.

1) “Famoli s***à. Così, de botto”

Uno degli elementi cardine alla base della filosofia degli sceneggiatori romani, che si divertono parecchio a immaginare situazioni improbabili e a trasformarle in realtà. Quasi ci fosse una sorta di malizioso sadismo nello scrivere determinate scene per gli attori.

La spiegazione di un piano di fuga potrebbe risultare troppo ammorbante, specie per un pubblico che vuole vedere solo azione e adrenalina. E allora come rendere la scena un po’ più frizzante? Facile: famoli s***à, così de botto.

E fu così che la spiegazione del meticoloso piano del Professore divenne una delle scene più trash de La Casa de Papel.

2) “La qualità c’ha rotto er c***o”

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La questione sottoposta agli sceneggiatori è la seguente: Berlino e Mosca, entrambi morti nella stagione precedente, devono tornare a girare una scena insieme. Non importa se in un flashback, in un sogno o nella testa di un personaggio. Il pubblico vuole vederli di nuovo insieme, tutti e due. Per cui, che parlino della loro vita, dei piani del Professore o del colore del cielo, poco importa: basta che tornino a recitare una scena insieme.

E allora perché non farli disquisire sulle particelle espulse dal deretano di Mosca? Ma sì, dai. Che te frega! Gli escrementi come argomento principe di una scena della serie non s’era ancora mai vista. Il pubblico vuole Mosca e Berlino? E allora ecco una bella disputa sulla materia, i cattivi odori e gli orari migliori per andare in bagno. E al diavolo la qualità!

3) “Tokyo rientra nella Zecca. Così, alla c***o di cane”

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A René Ferretti sarebbe venuta una paralisi facciale nel dover girare questa scena. Perché è esattamente quello che lui definisce una trovata “alla c***o di cane”, ossia una m***a. Ma tant’è.

Tokyo, dopo essere stata scaraventata fuori dalla Zecca da Berlino, cerca di escogitare un modo per rimettersi in contatto con la banda. Il Professore riesce a tirarla fuori dai guai, ridandole la libertà, ma lei è una tipa ganza e fuori dai giochi non ci sa stare. Anche perché, diciamoci la verità, gli sceneggiatori avrebbero dovuto inventarsi qualcosa di troppo elaborato per il suo personaggio se fosse rimasta fuori dalla Zecca. Per cui, eccolo lì il ritorno in grande stile: in sella a un moto, lanciata a tutta velocità verso l’ingresso sorvegliatissimo, sfidando gradini e proiettili manco fosse uscita da un fumetto della Marvel. Assolutamente a c***o.

4) F4 sta per “reintegro nella scena di un personaggio in modo grossolano e approssimato”

Sappiamo come gli sceneggiatori de Gli Occhi del Cuore abbiano portato a casa il risultato: a botte di F3 e F4, i tasti funzione del computer. Mentre nello sceneggiato con protagonista Stanis La Rochelle i due tasti stavano per “perplesso” e “basito” – le espressioni che si ripetevano con una frequenza quasi ammorbante – ne La Casa de Papel, F4 ripropone invece una scena già vista e in odor di cult: il tuffo all’interno della banca.

Mentre Tokyo, come abbiamo appena visto, si lancia dentro con la moto, Arturo Román va sul classico: tuffo a pesce e, se viene male, panzata. L’importante è il fine, non il mezzo. Bisogna riportare Arturito al centro della scena. Il come non conta, basta un F4 e passa la paura.

5) ‘na genialata

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Ai fini della trama, serviva a qualcosa il flirt di Tokyo con la giovane e innocente Alison Parker? No, assolutamente no. Perciò il dubbio che anche questa scena sia stata scritta dai tre sceneggiatori de Gli Occhi del Cuore prende sempre più consistenza. Insensata, inutile, totalmente alienata dal resto della trama. Una di quelle scene partorite mentre si gioca a biliardino o a freccette.

‘Na genialata, di quelle che stanno tanto simpatiche a René Ferretti. L’importante è che Lopez approvi, tanto la situazione politica in Spagna è diversa dalla nostra.