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La Casa de Papel ha già spoilerato nei titoli di coda come andrà a finire tra il Professore e Alicia Serra?

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Attenzione: evitate la lettura se non volete imbattervi in spoiler sulla quarta parte de La Casa de Papel

Una mattina, quella dell’altro ieri, ci siamo svegliati e abbiamo trovato su Netflix la quarta parte de La Casa de Papel. Noi che l’abbiamo vista e recensita negli ultimi giorni tra aspre critiche e accese ironie. Ma anche chi non aspettava altro che immergersi una volta ancora nelle vicende surreali della banda capeggiata dal Professore. Fan della prima ora e ultimi arrivati, riuniti davanti al focolare virtuale alimentato dal colosso di Los Gatos. E non solo: per ognuno degli spettatori della serie ce ne sono altrettanti che si sono presentati puntuali all’appuntamento per attaccare chi volesse godersi in pace i nuovi episodi di una storia che ha coinvolto un po’ tutti.

“Nel bene o nel male, purché se ne parli”, direbbe qualcuno. E Netflix lo sa, eccome se lo sa. Perché è da giorni che, note vicende a parte, non si parla d’altro. Approfondiremo la questione nelle prossime settimane, ma ora il punto è un altro: fin dal momento in cui sono partiti i titoli di coda dell’ultimo episodio, il desiderio di avere subito a disposizione la puntata successiva è stato forte. Certo: i buchi di trama sono imbarazzanti, la scrittura non è certo curata nel dettaglio, le assurdità sono sempre meno credibili e La Casa de Papel è tutto meno che un’opera d’arte, ma quando si parla di colpi di scena gli autori sanno sempre quello che fanno.

Così è stato anche per il finale di stagione della quarta parte, grottesco al punto da mettere a durissima prova l’indispensabile necessità di sospendere l’incredulità. Ma anche efficace nel fissare un cliffhanger del quale si discuterà a lungo: il Professore ha portato a casa il machiavellico Piano Parigi, riuscendo a liberare l’amata Raquel e riunirla agli altri membri della banda all’interno della Banca di Spagna, eppure qualcosa è andato storto. Perché proprio nel momento in cui l’euforia sembrava aver avuto la meglio sulla disperazione per la recente morte di Nairobi, l’astuta Alicia Sierra, sulle sue tracce fin dall’inizio della stagione, ha bussato alla porta. Beccato, stanato, scacco matto. Gioco, set, sipario. Stagione finita, titoli di coda. Con l’ultimo colpo di scena.

Non ci hanno fatto caso in molti, ma è successo qualcosa di importante anche dopo la fine. Non con una scena post-credits, come spesso hanno fatto negli ultimi anni svariate serie tv, bensì con una canzone. La solita canzone, quella di sempre. Una sera ci siamo addormentati e abbiamo udito una volta ancora le note iconiche di Bella Ciao. Fin qui niente di strano, ma a fare la differenza è l’identità della donna che regala la sua splendida voce al brano.

Parliamo infatti di Najwa Nimri, un’attrice e cantautrice spagnola che avevamo incontrato pochi istanti prima, visto che è l’interprete di… Alicia Sierra.

Un caso? Forse sì, forse no. E da una serie tv che buca goffamente il nome di battesimo di uno dei suoi protagonisti principali possiamo aspettarci un po’ di tutto. Ma l’abbinamento della scena conclusiva con la curiosa scelta effettuata per accompagnare i titoli di coda è indubbiamente molto evocativo. E sembra essere addirittura rivelatorio. Perché potrebbe aver spoilerato tra le righe come si risolverà il cliffhanger, pochi secondi dopo la messa in onda.

Ormai lo sappiamo bene: quando qualcuno intona Bella Ciao all’interno de La Casa de Papel, sta per succedere qualcosa di importante. E non è certo un privilegio destinato a tutti, ma solo a chi sta dalla parte della “resistenza”. Il Professore e Berlino più di tutti, i primi ad averla cantata a squarciagola con un calice di vino in mano nel corso di una delle scene più intense di tutta la serie. Ma allora perché farla interpretare proprio a Najwa Nimri? Perché proprio in quel momento? Ha una sfumatura denigratoria nel rimarcare l’imminente fine della battaglia? Improbabile. Oppure lo scontro con l’enigmatico Sergio Marquina andrà in una direzione inaspettata? Possibilissimo.

Difficile attendersi d’altronde uno sviluppo lineare della vicenda. La soluzione più logica sembrerebbe essere l’arresto del Professore e la conseguente reazione della banda per liberarlo, con una stagione che ricalcherebbe per molti versi la precedente, ma è necessario sottolineare un aspetto: Alicia Serra ha a sua volta sulle spalle un mandato d’arresto, e il nodo complica non poco la questione. Quindi una delle scene d’apertura della quinta parte potrebbe sì essere un déjà vu, ma nel riprendere cosa successe tra il Professore e Raquel nel momento in cui l’ispettrice scoprì la vera identità dell’uomo. Alicia Sierra, infatti, potrebbe a sua volta passare dalla parte della Resistenza e sostenere attivamente la banda.

Avrebbe senso? Potenzialmente sì. Se da una parte è netta la rottura dell’ispettrice con le alte sfere governative spagnole dopo l’agguato fatto nella conferenza stampa, dall’altra è evidente quanto La Casa de Papel voglia rimarcare a tutti i costi un capovolgimento di parti costanti tra quelli che dovrebbero essere i buoni e i cattivi della storia, arrivando a trasformare il racconto di una folle rapina in una vera e propria rivoluzione. Così come abbiamo assistito al cambio di prospettiva di Raquel, convinta dal Professore ad abbracciare la sua causa, altrettanto potrebbe accadere con la Sierra. Un personaggio in evoluzione, un po’ più “umano” nella quarta parte rispetto alla sadica torturatrice che avevamo conosciuto nella terza.

Allo stesso tempo, se si tralascia una visione degli eventi tanto romantica, il cambio di schieramento potrebbe trasformarsi per la donna in un’opportunità molto egoistica (forse l’unica) per evitare l’arresto, opzione che siamo sicuri cercherà di annullare con ogni mezzo disponibile.

A questo si aggiunge un ulteriore aspetto, del quale si parla tanto da tempo: ha qualcosa a che fare con Tatiana, la donna sposata da Berlino nei flashback di questa stagione? Moltissimi fan sostengono che la ragazza e la Sierra siano la stessa persona per via di una notevole somiglianza fisica e un’interessante sovrapposizione di elementi nelle loro vite, ma la teoria è da confutare fermamente (qui vi spieghiamo perché). Dell’ipotesi, tuttavia, potrebbe restare a galla un elemento: l’associazione a Berlino attraverso un possibile rapporto di parentela tra le due donne.

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Al momento sono solo suggestioni senza alcuna sicurezza, ma al di là di tutto una cosa è certa: quella canzone, cantata da quell’interprete in quel preciso momento, non sembra essere una semplice casualità. Una spiegazione dev’esserci, ma la scopriremo solo tra un po’ di tempo. Nel giorno in cui ci sveglieremo e avremo a disposizione la quinta parte: tanti la ameranno, tantissimi la odieranno, tutti ne parleranno. E ne parleranno ancora, nel bene o nel male. Perché La Casa di Carta non è solo un castello di carte. Ma una serie che le carte, le sue, le sa sempre giocare molto bene.

Antonio Casu

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