A inizio 2018 si è affacciata nel panorama mondiale delle serie tv una produzione spagnola che ha sconvolto e rapito tutti. Spagna? Chiederete voi. Sì, perché in Spagna succedono tante belle cose, ma raramente si è visto prendere vita una serie degna di nota. La più famosa? Forse Il Segreto.
Ed è proprio da questo che vogliamo partire. Come suggerisce il nostro titolo, la serie tv di cui vi parleremo è andata a pescare in casa, ma anche oltre oceano, negli USA. Ma vi abbiamo detto tutto senza nemmeno dirvi che vogliamo parlarvi de La Casa de Papel, la prima serie tv spagnola a stregare la platea di Netflix.
Quando parliamo di fenomeno mondiale non stiamo esagerando.
La Casa de Papel è entrata di prepotenza nel substrato di cultura pop mondiale e l’ha scosso, influenzato. Quanti di voi a carnevale hanno messo una tuta rossa e una maschera di Salvador Dalì? E quanti hanno visto cortei e manifestazioni con uomini vestiti allo stesso modo? Si parla di questo quando usiamo espressioni come “fenomeno di massa” ed è questo ciò che ha fatto La Casa de Papel. La serie tv su cui Netflix ha puntato prima di chiunque altro ci ha inspiegabilmente condizionato, ci ha fatto sentire parte del piano. I motivi? Siamo qui per provare a spiegarveli.
La Casa de Papel: l’imprevedibile virtù dell’ignoranza
Ci viene da rubare il sottotitolo di Birdman, grandissimo film dell’altrettanto grandissimo Iñárritu. Sì, perché La Casa de Papel fa questo: proprio chi ci sembra pienamente “ignorante”, senza nessuna difesa e senza armi per affrontare un mondo contemporaneo così ancorato a un fantasmatico “principio di piacere”, pare in grado oggi di veicolare e sprigionare l’energia concettuale e gestuale dirompente di una miccia eversiva, provando a smascherare agli occhi altrui tutto il male della società postmoderna e delle sue seduzioni senza futuro. Il denaro, la scalata sociale e la realizzazione. Niente di tutto questo interessa all’ignorante Professore che ha creato il primo e poi il secondo piano per le rapine messe in atto nelle 3 parti della serie tv.
E poi “l’ignoranza” della popolazione della serie tv, che in realtà siamo tutti noi. La non conoscenza di quello che ci circonda, di quello che succede mentre noi siamo impegnati a lavorare per garantirci tutti quei piccoli diritti da schiavo come un telefono con la mela, un paio di scarpe col baffo oppure borse con le iniziali di qualche donna famosa per i profumi. Su tutto questo fa leva la forza de La Casa de Papel: sulla parte di noi che se destata diventa frustrazione e poi rabbia. La rabbia per una società come la nazionale di calcio del Brasile che gioca contro una popolazione che non è altro che una piccola squadretta africana come il Camerun. Questo racconta il Professore a Tokyo e compagni.
La Casa de Papel, un meltin pot di idee.
Ma non c’è solo questo, c’è anche la bravura degli autori a far prendere corpo a un’idea. Ad attingere dai pozzi della loro nazione, alle risorse disponibili. E qui entra in gioco Il Segreto, scuola in cui sono passati tanti attori presenti nella Casa de Papel. Ma non c’è solo patriottismo nella serie, c’è anche la consapevolezza che per fare una buona serie bisogna attingere da quelle produzioni che hanno rivoluzionato, a loro modo, il panorama del piccolo e grande schermo. E qui entrano in gioco titoli del calibro di Prison Break, Inside Man e tanti altri film e serie tv che hanno dato un notevole contributo alla pop-culture seriale di inizio anni ’00.
La Casa de Papel è quindi una delle prime produzioni non americane ad essere internazionale e transnazionale, un meltin pot di culture e idee che le hanno garantito un successo mondiale.