2) La V.O.
Ossia la voce fuori campo che ci racconta La casa di carta, che è quella di Tokyo. La V.O. quando viene utilizzata serve a mandare avanti le storie quando i tempi sarebbero molto dilatati. Ad esempio, se hai una storia che dura anni, la V.O. ti riassume diversi anni in poche parole che ti spiegano che sono passati anni. Altro utilizzo della V.O., ed è il caso nostro: esprime il parere di un personaggio sulla storia, che cambia a seconda del fatto che il personaggio sia coinvolto o meno nella storia. Ora, ho letto diversi articoli che andavano a sindacare il fatto che Tokyo nella sua V.O. si limitasse a commentare le cose già mostrate dalle immagini.
Che, ovviamente, è un difetto. Ma lo stesso utilizzo della V.O. si può riscontrare in diversi film, come ad esempio “The wolf of wall street” e non è sbagliato in realtà: semplicemente il personaggio ci spiega il suo punto di vista.
Il problema secondo me è: ma perché dev’essere Tokyo a raccontarci la storia in V.O.? Chi è Tokyo nella storia? La mina vagante che per poco non rovina il colpo. Perché il colpo ce lo deve raccontare lei? Personalmente ho avuto la sensazione che utilizzare la V.O. di Tokyo servisse solo a mettere sul palco la bella Ursula Corberò e mantenere il pubblico concentrato su di lei per poi creare lentamente interesse per altri personaggi e per la storia e buttarla infine in fondo alla fila come merita il personaggio, che sfigura di certo davanti a gente come Berlino e il Professore.
E, comunque, è vero: tutto ciò che dice nella V.O. è puntualmente inutile ai fini della storia.