Quella gran faccia da schiaffi che si ritrova Pedro Alonso è diventata presto uno dei simboli di La Casa di Carta. Tutti abbiamo amato Berlino, il che è incredibile perché fin dal primo episodio cerca solo di farsi odiare. La sua caratterizzazione è quella di un villain di tutto rispetto se vogliamo essere onesti: sociopatico, incapace di distinguere il bene dal male, bisogno morboso di piacere agli altri, freddo, spietato e risoluto. Se si fosse commesso un omicidio di ostaggi nel corso del sequestro sarebbe stato solo per ordine suo. Eppure, grazie proprio a un carattere fuori dagli schemi, a un modo di fare imprevedibile e a una presenza scenica di tutto rispetto, ha scalato le classifiche di preferenza rispetto agli altri personaggi, piazzandosi a pari merito con Il Professore.
Merito senza dubbio degli sceneggiatori, che ci hanno regalato un personaggio interessante, contraddittorio e, inaspettatamente, ironico. Alcune delle sue frasi più brutali sono diventate quasi iconiche. Come quel “prima le donne e i froci” detto a Nairobi per farsi odiare fino all’ultimo mentre le stava salvando la vita. Peraltro, spesso ci si chiede come sarebbe andata se gli ordini di Berlino fossero stati sempre seguiti. Forse il colpo sarebbe terminato senza alcun intoppo.
Ma se Berlino è il simbolo di La Casa di Carta molto del merito va dato senza dubbio a Pedro Alonso che lo interpreta. Riesce a dargli una triste ironia di fondo e una giocosità quasi malata che rimangono subito impresse. Poi ancora quello sguardo elegante e ironico che serve da contraltare al suo modo di fare risoluto e privo di ogni compassione. Pedro Alonso è Berlino e nessun altro avrebbe potuto incarnare alla perfezione il personaggio. Anche perché, se vai a vedere che tipo di persona è, viene fuori che anche lui è un personaggio.
Pedro è nato a Vigo il 21 giugno del 1971 e si è diplomato alla Royal Shool o Dramatic Arts. Inizia la sua carriera negli anni ’90 con alcuni cortometraggi in Spagna, come Paranoia Dixital e Hàbitos, che è la sua prima apparizione. Nonostante non decolli ancora per niente, si ritrova comunque a partecipare a dei lungometraggi inediti in Italia, come Nino Nadie di Josè Louis Borau e Noviembre di Achero Manas.
Ma è in televisione che riesce a farsi notare di più. Partecipa a R.I.S Scientifica e a diverse Serie Tv destinate al mercato interno come Todos los hombres sois iguales, Hospital Central, Còndigo fuego. Di Gondar fa ben 22 episodi. Ma la sua fama cresce con l’apparizione in Gran Hotel. La Serie racconta di un giovane di umili origini, Julio Olmedo, che si reca all’idilliaco Gran hotel, situato nella periferia di una città chiamata Cantaloa, per far visita alla sorella Cristina che lavora nell’hotel come manager. Qui Julio scopre che da più di un mese nessuno sa nulla di Cristina e cioè da quando è stata cacciata perché sospettata di aver derubato un cliente. Così si fa assumere come cameriere per scoprire come è scomparsa la sorella. Della Serie Tv è stato peraltro fatto un adattamento su Rai 1, dal titolo Grand Hotel.
A seguito della partecipazione alla Serie Tv La embajada di Antena 3, Pedro Alonso si fa notare e l’anno dopo viene scritturato per il ruolo di Berlino. Grazie al successo di La Casa de Papel, ha raggiunto alla veneranda età di 46 anni la fama internazionale ed è al momento uno degli attori spagnoli più richiesti. Sfortunatamente, come tutti ormai sappiamo, Berlino si sacrifica alla fine della Serie nello scontro frontale con la polizia, quindi difficilmente lo vedremo nella prossima stagione recentemente annunciata. Inoltre Pedro Alonso ha dichiarato che “in linea di principio non ci sarò”. Non esclude lo chiamino, ma nel caso sarebbe solo per qualche episodio flashback, magari teso a raccontare che tipo di rapporto legasse il Professore e Berlino (nessuno tra gli appassionati ha ancora capito se i due fossero davvero fratelli/fratellastri).
Per ora, si dedica ad altri progetti. Si è trasferito con la moglie Tatiana a Parigi, dove conta di dedicarsi al suo primo libro.
Un tratto comune di tutti i suoi ruoli è che preferisce interpretare il “cattivo“. In un’intervista recente ha dichiarato che è lui per primo a proporsi per il ruolo del villain, perché si diverte di più. Infatti, a detta sua, i cattivi “possono fare qualunque cosa” perché non sono limitati dagli stessi dilemmi morali dei personaggi positivi. Inoltre afferma di amare molto l’arte e di esercitarsi nella pittura. Altra passione che lo caratterizza è quella per la meditazione. In un’altra intervista ha dichiarato che “dal silenzio arrivano solo cose buone”