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Perché La catedral del mar è una vera bomba

la catedral del mar
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Attenzione: questo articolo contiene spoiler!

I gioielli più preziosi spesso si nascondono nei posti più impensabili, sotto scartoffie impolverate abbandonate da tempo. Probabilmente non sanno neanche loro di essere gioielli eppure emanano un bagliore diverso, accecante, se osservato con il giusto parametro. Ed è proprio così che bisognerebbe contemplare la luce de La catedral del mar: con occhi diversi e parametri ben definiti.

La serie tv in questione è proprio uno di quei gioielli inaspettati, cristallini, senza alcuna macchia sulla propria superficie. I parametri sono tanto semplici quanto essenziali: la fedeltà nella trasposizione sul piccolo schermo, l’accuratezza storica e una narrazione poetica. Per quanto concerne l’ultimo aspetto, esso verrà ripreso nell’epilogo di questa analisi, nel frattempo è doveroso soffermarsi sui primi due parametri.

Un gioiello, per essere tale, deve avere alle sue spalle un bravo gioielliere. Un artista che fa della sua professione una passione. Ogni creatura è un piccolo capolavoro da lui amato e ammirato. La trasposizione spagnola dell’omonimo romanzo storico non delude ma anzi, per gli appassionati del libro, risulta essere una meraviglia da non perdere assolutamente. L’opera televisiva segue quasi del tutto fedelmente le orme della sua controparte cartacea, la quale si presenta come il degno gioielliere di questa storia.

la Catedral del Mar

Il punto di forza primario è la totale immedesimazione da parte dello spettatore nei confronti dei protagonisti principali, in particolar modo di Arnau Estanyol. Le corde di ogni sentimento, emozione o passione, vengono toccate con la dovuta delicatezza e il giusto dosaggio. L’amore in ogni sua forma esplode prepotentemente senza sbavature. In modo da travolgere ogni evento narrato e influenzando le sorti di un uomo in lotta per il popolo e per se stesso. La passione non è solo quella che un artista incanala nella sua opera. È anche il più travolgente e selvaggio degli istinti, pronto a lacerare come una bestia affamata ogni singolo brandello di raziocinio.

Come nel protagonista, anche nello spettatore la ragione è pericolosamente in bilico, schiava dell’amore e delle passioni. Ma sottomessa soprattutto da un ideale per il quale è necessario fare scelte terribili. La catedral del mar si presenta come un’estenuante lotta tra Davide e Golia: lo scontro tra proletariato e nobiltà, la fede e gli affetti, la passione e il buonsenso.

Eppure le nostre debolezze e i nostri istinti ci rendono umani. Così miserabili e allo stesso tempo imponenti. Due facce della stessa medaglia, imperfetti e meravigliosi. Pedine di un gioco ben più grande di noi ma frutto della nostra sadica mente: la società.

Entriamo quindi nel secondo parametro: l’involucro esterno del gioiello, la società inerente al contesto storico preso in esame.

La Catedral del Mar

Siamo nel 1300, per la precisione a Barcellona. Ove la schiavitù del popolo viene rappresentata alla perfezione. Varie sfaccettature sono prese in esame e vengono analizzate in maniera scorrevole – ma mai con leggerezza – le rigide regole della nostra Europa, oggi così evoluta e progressista. Un territorio ben diverso da quello che siamo abituati a conoscere e vivere.

Il forte estremismo cattolico, la precaria condizione della donna nelle sue diverse condizioni sociali, lo sfruttamento della classe operaia e la vanesia psicologia del nobile, sono gli elementi pilastro de La catedral del mar. Sebbene con lievi imprecisioni, l’ambientazione è ben ricostruita e la società attinente. Un perfetto involucro di un gioiello senza anima, privo di una lucentezza che possa renderlo il capolavoro sperato dall’artigiano.

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Per renderlo vivo e lucente è necessaria la poesia. Il reale cuore pulsante di una creazione artistica. Ci addentriamo quindi nel terzo parametro anticipato all’inizio di questa analisi. La poesia è un elemento onnipresente in tutto lo show. È percepibile soprattutto nelle piccole cose: un gesto, uno sguardo, una parola. L’amore proibito e sincero del protagonista verso sua figlia e suo fratello schiavo del suo stesso credo. È la parola Mar, la quale non indica solo la Vergine del mare a cui è dedicata la cattedrale simbolo della serie, ma anche la donna amata da Arnau. Il ciclo si chiude nel riflesso di una figlia che indica la via al proprio padre. E lo salva dal tormento di se stesso.

Mar è l’espressione massima della poesia. L’evoluzione finale satura di ingredienti già presentati allo spettatore per tutta la visione. Ella rappresenta il riscatto desiderato e rincorso per una vita intera. Mar è conforto, gioia, famiglia. Un abbraccio. Lo stesso abbraccio che tra le fiamme distruggerà un fratello, lacerato dai sensi di colpa. Un dualismo che chiude con meravigliosa perfezione La catedral del mar.

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