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Com’è La catedral del Mar?

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Com’era lo schiavismo nel Mediteranno del 1300?

Prova a raccontarlo La catedral del mar. Serie Tv spagnola di stampo storico distribuita da Netflix dal 1° settembre e tratta dall’omonimo romanzo scritto da Ildefonso Falcones. Lo show, già distribuito dall’emittente spagnola Antena 3, con soli otto episodi racconta l’ascesa nella piramide sociale del servo catalano Arnau Estanyol.

La catedral del mar prende il suo nome dalla reale “Santa Maria del Mar”, basilica gotica edificata tra il 1329 e il 1383. L’autore del libro esaminò il reale periodo di costruzione della cattedrale per raccontare ai lettori il controllo religioso e la segregazione nella società medievale di Barcellona. La serie riprende completamente lo scopo dello scrittore, evidenziando ogni momento narrativamente importante e discostandosi ben poco dalla sua controparte letteraria.

Ma cos’è nel dettaglio La catedral del mar?

Non ho detto questo, ho solo detto che sono come noi

È una storia di dolore, passione, rivalsa e determinazione. La vicenda di un uomo schiavo per gran parte della sua vita, non solo per le regole imposte dalla società ma anche a causa del suo semplice istinto umano: governato da sentimenti ed emozioni. Il primo punto a favore dello show è il perfetto dipinto di un eterno scontro tra l’umanità, in quanto pura e semplice anima, e la società che governa il mondo, con le sue insane e rigide convinzioni. Arnau è un individuo che nasce e cresce nella povertà. La sua vita è il risultato delle sue misere origini e della sua condizione sociale.

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La voglia di stravolgere la sua vita di povertà e incertezza sarà il motore che farà di Arnau l’uomo che cambierà il destino di Barcellona nel 1300. La sua semplicità, il suo intuito, la sua intelligenza e i suoi sentimenti lo renderanno non solo uno schiavo de facto ma uno schiavo anche del destino e delle passioni. Tale aspetto è reso molto bene nella serie, la quale man mano che va avanti sottolinea con maggior forza le difficoltà e la perenne schiavitù di un uomo in lotta per la sua libertà.

Un giorno li vedrò morire. Li vedrò morire tutti e giuro che non permetterò a nessuno di ridere di mio padre!

È evidenziata molto bene nella serie anche la differenza tra i vari tipi di schiavitù. In particolare tra quella dei nobili e quelli della gleba. Arnau, nella sua ascesa sociale che lo porterà al rango di Barone e Console del mare, dovrà affrontare innumerevoli sfide. Esse metteranno in discussione se stesso e le sue convinzioni su ciò che è bene o ciò che è male. Il messaggio arriva dritto allo spettatore regalando il giusto compromesso tra informazione ed emozione. Difatti la storia risulta scorrevole e satura di una forte carica emotiva la quale produce un certo mordente.

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Nonostante ciò La catedral del mar presenta una sceneggiatura a tratti lacunosa.

L’aspetto storico/avventuroso viene spesso relegato come sfondo di più storie d’amore che si intrecciano. La schiavitù delle passioni è l’aspetto maggiormente evidenziato che rischia di divenire ridondante e forzato. Inoltre molte scene subiscono il peso del low budget, rendendo il tutto poco entusiasmante e riducendo al minimo indispensabile svariati intrecci narrativi e riproduzioni scenografiche.

Tuttavia, ogni personaggio che incontrerà e ogni cosa che succederà al protagonista in La catedral del mar saranno spiegati perfettamente. Nulla sarà lasciato al caso e ogni tassello vedrà il suo posto nel puzzle finale, il quale non mancherà di emozionare e dare il giusto tocco conclusivo alla storia. L’epilogo difatti coinciderà con la fine della costruzione della basilica e un Arnau ormai vecchio.

Ma che ruolo ha la Vergine del mare nello show?

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È importante analizzare il tema su cui ruota tutto il racconto: l’esoscheletro del viaggio nella schiavitù. I ruoli della Chiesa e dell’Inquisizione, sebbene quest’ultima venga riportata in anticipo rispetto alla sua reale manifestazione storica, vengono entrambi trasposti in maniera dettagliata. Gli attriti con le altre dottrine religiose e il potere sullo Stato sono solo la copertina di un libro molto più più inquietante. Un libro che racconta i precari diritti di uomini e donne in lotta per soverchiare una classe nobile completamente indifferente.

La Vergine del mare è la rappresentazione dello scopo ultimo. Una madre che indica al suo piccolo infante la giusta via da seguire, una luce di speranza nel buio del dolore e della miseria. Il nome della serie si sposa perfettamente con il ruolo che la Santa ricopre in tutta la trama. Inoltre la basilica per lei costruita e a lei dedicata è un inno alla forza del popolo, edificata con le sole forze e  le finanze dei poveri. Difatti viene anche chiamata “la cattedrale del popolo“.

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La scenografia e i costumi risultano efficaci e inerenti al contesto storico preso in esame. Le interpretazioni rivelano un giusto compromesso tra attori che potevano fare decisamente di più e grandi rivelazioni. Prima fra tutti Michelle Janner, interprete nel ruolo di Mar, la quale spicca con una capacità recitativa davvero notevole.

In conclusione La catedral del mar risulta un prodotto buono ma senza i numeri per eccellere.

La mancanza di un budget consistente si sente per tutta la durata dello show. Inoltre La sceneggiatura presenta forzature e banalità evitabili. Al contempo è un’interessante Serie Tv storica autoconclusiva. Un buon prodotto per chi volesse sperimentare una trasposizione sul piccolo schermo molto fedele sia al libro che alla reale storia della schiavitù nel XIV secolo.

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