La vita è anche questo. Un momento prima sei al lavoro, o nel traffico, o a casa tua. E un momento dopo sei sul letto di uno studio urologico. – La Linea Verticale, 2018
Spesso tendiamo ingiustamente a trascurare i prodotti televisivi nostrani perché considerati, a prescindere, meno interessanti di quelli stranieri. Boris, ad esempio, aveva messo in discussione questo trend confermando l’ottima qualità di alcune serie italiane. Negli ultimi anni, a dire il vero, la percezione generalista è cambiata, il pubblico della penisola si è accorto della novità e ha registrato l’aumento del valore dei nostri prodotti seriali. Esistono quindi ancora dei motivi per cui gonfiare il petto e sentirsi orgogliosi della nostra penisola.
Ci sono prodotti tutt’altro che insignificanti che sono passati in sordina tra le fila dei colossi dello streaming. Molte di queste serie italiane, come la bellissima La Linea Verticale, hanno avuto poco risalto perché il pubblico non era pronto, ma il loro lascito è lì, monolitico, e riecheggia negli anni. È arrivato il momento di dare il merito e il giusto peso a questi prodotti che, tra mille difficoltà, hanno saputo reggere il confronto con il resto del mondo per scenografia, sceneggiatura e/o regia.
Oggi vi presentiamo 5 serie tv italiane che continuano a passare inosservate:
Nudes
Nudes, disponibile su Ray Play, è una serie atipica e angosciante che delinea in modo coerente un concetto poco banale: il revenge porn. Sbarcata portandosi dietro grosse curiosità, Nudes è riuscita a raccontare le conseguenze e gli effetti del Revenge Porn sulla vita degli adolescenti. La serie incastra perfettamente le storie di tre ragazzi accomunati da questo incubo da cui sembra difficile svegliarsi: Vittorio, Sofia, Ada. Le immagini dei loro corpi, in Nudes, sono state rese di dominio pubblico senza il loro consenso e il mondo di cui fanno parte non fa altro che parlare di questo, dei loro corpi nudi. Ciò che sorprende di Nudes risiede nel tentativo di avvicinarsi quanto più possibile alla realtà, tralasciando per un attimo soliti cliché e falsi moralismi in nome di una narrazione lontana dagli stereotipi. Emancipandosi dal classico copione dei teen drama, Nudes naviga all’interno delle paure e degli errori dei ragazzi dimostrando un’attenzione quasi spasmodica verso un concetto tanto caro ai giovani: la reputazione. Come ci si salva da essa? Il cantante romano Gazzelle fa da cornice a questa storia con una canzone toccante e azzeccata: un po’ come noi. Nudes è una di quelle serie da recuperare per una visione quasi didascalia da cui imparare e riflettere.
Faccia d’angelo
Faccia d’angelo segue le vicende di Felice Maniero, boss e apologeta della Mala del Brenta. La figura di Felice è messa a nudo nei suoi tratti più intimi, scavando a fondo nella psiche contorta di uomo che conduce una vita tra violenze e inganni. Faccia d’angelo gioca con lo spettatore introducendo piccoli e rapidi flash, in un racconto che sembra figlio di una narrazione volutamente disomogenea. Gli episodi, infatti, sembrano scollegati e lontani tra di loro ed è proprio questo aspetto ad aumentare l’interesse verso i personaggi. Quest’ultimi, proseguendo sulla scia di Romanzo Criminale, sguazzano sullo schermo portando avanti logiche paradossali ma sempre coerenti ai comandi della malavita. Faccia d’angelo è un ritratto intrigante e curioso di un mondo, quello di Felice, sporco e lurido, lasciato a marcire insieme ai suoi cattivi propositi. La serie si fa notare anche per il taglio romanzesco e fantasioso con cui dona al racconto un riflesso meno documentaristico ma più umano, naturale. Vi servono altri motivi per guardarla? E allora vi diciamo che il protagonista è Elio Germano.
La Linea Verticale
Valerio Mastandrea nei panni del protagonista e Mattia Torre nella veste di regista sono i valori aggiunti di Linea Verticale, una storia iconica e contorta in cui i momenti da medical drama lasciano spazio ad un realismo tangibile e toccante. Questo perché più che soffermarsi sui contorni, la serie parla della malattia come se fosse il vero protagonista della vicenda, analizzando il suo rapportarsi a medici e pazienti. Se i pazienti la sentono come parte di un precipizio che sta per cadere, i dottori devono occuparsi di essa con grazia e delicatezza per non appesantire il dolore. Ma la linea (oltre che verticale) è sottilissima e spesso i medici sono vulnerabili quanto i malati. La linea verticale stupisce per un taglio ironico che dona più freschezza alla serie, un passaggio mai stucchevole ma persino godibile. Mattia Torre, già sceneggiatore di Boris, confeziona un prodotto di altissimo livello tenuto, ingiustamente, ancora sotto banco.
Quo Vadis, Baby?
Quo vadis, baby? ha tracciato il percorso di una storia labirintica in cui le tracce si perdono tra le strade di una Bologna buia e contemplativa. Al centro della vicenda c’è Giorgia, un’ investigatrice tagliata in due dal peso del tempo, dai quarant’anni di età e da un caso irrisolto che riemerge dal passato. Il carattere della protagonista, tanto dolce quanto burbero, riflette le luci, anch’esse contrastanti, di una storia anormale, piena di risposte e interrogativi. Una narrazione anti convenzionale in cui i tratti più salienti del genere giallo si confondono con i nei neri del thriller per omaggiare un montaggio registico d’eccezione. Quo vadis, baby? mette in scena un viaggio introspettivo dove passato e presente si sfaldano per incontrarsi e confondersi a vicenda: cosa è successo realmente alla sorella di Giorgia e perché dopo tanti anni il caso si è riaperto? Quo vadis, baby? è stata distribuita da Sky e noi ve la consigliamo con tutto il cuore.
Un’altra serie italiana, come La Linea Verticale, passata inosservata: Veleno
Chi lo ha detto che le serie tv italiane non possono coniugare in modo eccellente dramma e tensione? Veleno, serie televisiva pubblicata su Amazon Prime, ricostruisce con coerenza narrativa il caso di cronaca degli anni novanta dei “diavoli della Bassa modenese“: alla fine degli anni 90, una piccola comunità viene sconvolta da numerosi casi di pedofilia e satanismo. Sedici bambini vengono allontanati dalle loro famiglie. Vent’anni dopo, un’inchiesta getta dubbi sull’intero caso. Nei cinque episodi dalla durata complessiva di un’ora, Veleno riesce a farci entrare con spirito critico in una storia dove non ci sono santi né eroi. La ricerca della verità viene condotta attraverso un taglio documentaristico verso la condanna, in toto, di quella macabra situazione. Arricchendosi sempre di nuove testimonianze la serie di Amazon allarga il quadro e la visione per porre, all’attenzione pubblica, delle riflessioni importanti. Gli eventi strazianti e dolorosi, di cui fanno parte bambini innocenti, hanno lasciato il segno in maniera tale da poterlo ancora toccare con la forza della memoria. Veleno, come La Linea Verticale, è una grandissima serie da recuperare a tutti i costi.