Al termine della recensione dei primi episodi della seconda stagione, ci eravamo lasciati con una certa soddisfazione in merito agli effetti speciali e ad alcune linee narrative; al tempo stesso restava una certa delusione nei confronti dei protagonisti, i quali continuavano a essere ancora in balia degli eventi e ben poco incisivi. Negli episodi successivi la serie ha continuato a essere visivamente di grande impatto. In particolare il finale è stato davvero soddisfacente, risultando una vera gioia per gli occhi (e non solo).
Finalmente nel gran finale, e in generale nella seconda parte di stagione, La Ruota del Tempo ha mostrato protagonisti crescere e prendere decisioni nette. Mat si rivela un personaggio incisivo, prendendo la decisione più importante nel momento più difficile. Egwene attraversa un periodo di grande sofferenza e, indubbiamente, questo le garantisce una significativa crescita personale.
La Ruota del Tempo, soprattutto nel suo finale, ha fatto grandi passi in avanti. Resta il rammarico per aver impiegato molti episodi per giungere a questo punto
Non sono pochi gli spettatori che, di fronte alla lentezza della serie, hanno preferito abbandonare. Colpa degli spettatori o della narrazione della serie? Difficile rispondere. Va riconosciuto che La Ruota del Tempo ha un mondo molto vasto, con una varietà di popoli e storie. Da un certo punto di vista era inevitabile che occorressero molti episodi per riuscire a imbastire una base solida, per fornire tutte le informazioni essenziali allo spettatore per continuarne la visione. Ciò non toglie però che, rispetto a quelli che sono i tempi narrativi contemporanei, i tempi della serie siano molto dilatati. Fino agli ultimi episodi i protagonisti sembrano sempre in balia degli eventi, sempre indecisi sulla strada da prendere. La loro crescita avviene lentamente, così come le macchinazioni degli antagonisti si dipanano gradualmente.
Se possiamo permetterci un’ulteriore critica, i personaggi di Turak e Suroth non riescono a risultare accattivanti. La loro avanzata illude inizialmente, sembra essere davvero inesorabile e, soprattutto, questi due personaggi sembrano avere grande potenziale. La velocissima sconfitta di Turak invece lascia un enorme amaro in bocca; inoltre la sconfitta che subisce Suroth poco dopo non è da meno. Il combattimento tra Turak e Rand che, sulla carta, poteva avere un certo potenziale, è invece una delusione enorme.
Per il momento anche Liandrin, la quale aveva tutte le carte in regola per essere una grande protagonista della seconda stagione, ha in parte deluso. Al contrario, Lanfear e Ishamael sono stati personaggi notevoli. Due grandi antagonisti, ognuno con le proprie macchinazioni, pronti a sacrificare l’altro se gli interessi non coincidono del tutto. Lanfear tradisce apertamente il compare, il quale a sua volta ha già pronto un piano di vendetta. Oltretutto Ishamael non si fa scrupoli a decidere di uccidere Rand, ritenendolo ormai un caso perso, non avendo avuto tempo a sufficienza per portarlo dalla sua parte. Ishamael scommette su una futura reincarnazione del Drago Rinato, rammentandoci che questa non è l’unica occasione a sua disposizione.
Con questo, La Ruota del Tempo introduce appieno nella storia il concetto del tempo e delle reincarnazioni. Qualche episodio prima Mat aveva già visto le sue precedenti reincarnazioni, aprendo la strada a questo importante argomento. Il Corno di Valere fa irrompere nella guerra molti grandi guerrieri del passato, ricordando allo spettatore che i protagonisti sono solo una parte della grande Ruota.
Il momento in cui Mat suona il corno di Valere è il più emozionante del grande finale della seconda stagione
Infine, vogliamo soffermarci brevemente proprio su alcuni protagonisti. Il percorso di Mat è molto interessante: appariva quasi destinato a cadere nel lato oscuro invece, dal disgusto per le sue incarnazioni passate, decide di prendere una strada diversa. Spezza il cuore vedere che, per un attimo, sembra aver ucciso Rand, ma fortunatamente Nynaeve salva l’amico.
Rand stesso è un protagonista che, pur rimanendo molto a lungo in balia di Lanfear (abbagliato dalla grande interpretazione di Natasha O’Keeffe), emerge nel finale liberando i suoi poteri.
Ma a sorprendere più di tutti è Egwene che attraversa grandi sofferenze per poi riuscire, solamente nel finale, a liberarsi e a vendicarsi. Indubbiamente tutto ciò avrà ripercussioni anche sulla psiche della ragazza ma, finalmente, il suo personaggio andrà ben oltre la gelosia nei confronti di Nynaeve, presentando tratti molto forti.
Alcune criticità continuano a esserci ma, finalmente, possiamo dire che La Ruota del Tempo sembra aver preso la strada giusta. Assodato ormai che la parentela coi libri è flebile, e mettendo da parte i tanti episodi necessari per giungere a questo punto, possiamo godere di quello che verrà. Sarà importante ancora limare alcuni aspetti e cercare di mantenere un ritmo più sostenuto. Nulla va dato per scontato ma, finalmente, abbiamo una serie di tutto rispetto. Sperando che il pubblico sia ancora pronto a dare fiducia a questa grande storia.