La vita di una qualsiasi serie tv fantasy che cerca di raggiungere il pubblico nel periodo definibile come post Game of Thrones non è mai facile. Che lo si faccia volontariamente o meno, il colosso di HBO tratto dai libri di George Martin è sempre preso come paragone e misura. Certo, data l’importanza che – nel bene e nel male – questa serie ha conquistato nel panorama televisivo, sarebbe difficile il contrario. Spesso, è anche la pubblicità fatta alle nuove produzioni che cerca di attirare il pubblico etichettando le serie in uscita come “la nuova Game of Thrones“. Questo è un po’ quello che sta accadendo da quando è giunta notizia – e poi si è arrivati all’uscita – de La Ruota del Tempo, serie fantasy tratta dalla mastodontica opera in più volumi dell’autore statunitense Robert Jordan, su cui Amazon Prime Video dà l’impressione di puntare davvero tanto. Gli ascolti sono buoni, il rilascio settimanale contribuisce a creare la giusta suspense, ma tra i commenti del pubblico spiccano numerose recriminazioni sul fatto che no, La Ruota del Tempo non è la nuova Game of Thrones. Ma siamo sicuri che sia qualcosa da interpretare in maniera negativa?
Le vere somiglianze tra La Ruota del Tempo e Game of Thrones sono esigue e svaniscono a una visione più attenta.
Fin dalle immagini promozionali della nuova serie Prime Video, era stato subito chiaro che l’ambientazione de La Ruota del Tempo sarebbe stata medievaleggiante: personaggi con lunghe tuniche, foderi, spade, viaggi a cavallo. Un tipo di atmosfera che troviamo anche in Game of Thrones, ma non solo. Questa somiglianza visiva, la primissima che salta all’occhio, deve aver contribuito a forgiare l’idea che la serie seguisse la stessa scia e, allo stesso tempo, aveva dato la speranza ai vecchi fan di Stark e Lannister di trovarsi davanti a qualcosa di simile.
Anche la divisione gerarchica della società de La Ruota del Tempo può far riecheggiare nella mente le diverse famiglie di Game of Thrones che si sfidano, si alleano e cercano di conquistare il Trono. Anche se, in questo caso, le differenze si colgono quasi subito. Non ci sono famiglie che bramano il potere, ma diversi gruppi o clan che, al corrente di una particolare profezia, hanno deciso da che parte schierarsi per contribuire alla salvezza del mondo o alla sua distruzione.
E sì, ci sono battaglie, ci sono tradimenti, scontri, giochi di potere, eppure è tutto diverso. La Ruota del Tempo ha una sua identità ben precisa che affonda le radici in una tipologia di fantasy che, se deve necessariamente trovare un riferimento, si avvicina di più a quella de Il Signore degli Anelli di J. R. R. Tolkien, con un fantasy più pulito, dove il wordbuilding è ben curato e progettato e il ritmo della narrazione non è necessariamente serrato.
Le differenze tra la serie HBO e quella Prime Video rappresentando proprio i punti di forza di quest’ultima.
Ne La Ruota del Tempo, la magia ha un ruolo di primo piano e non è cosa da poco. Sì, Game of Thrones è un fantasy come è evidente dalla presenza dei draghi, dalle profezie o da figure come Melisandre, però l’elemento fantastico molto spesso sempre un contorno: al centro ci sono i giochi di potere, la politica, la sete di conquista. Se togliessimo il risvolto fantasy a Game of Thrones, avremmo una storia magari meno preziosa, ma che comunque si reggerebbe in piedi lo stesso.
Se togliamo la magia dalla serie che vede Rosamund Pike nei panni della protagonista, tutto crolla. Questo perché la magia è la caratteristica principale dell’organizzazione femminile Aes Sedai, che è fulcro dell’intera vicenda. Moraine Damodred e le altre donne utilizzano la magia molto spesso all’interno degli episodi. Inoltre, il fatto che questo potere sia prerogativa di questa organizzazione femminile, sottolinea un’altra caratteristica originale: in Game of Thrones abbiamo figure femminili molto potenti come Daenerys, Arya o Cersei, che però devono sgomitare per guadagnarsi il proprio posto e sono circondate da un’ambiente prevalentemente maschilista. Ne La Ruota del Tempo, l’organizzazione di Aes Sedai si trova al vertice della gerarchia, cambiando in toto la prospettiva.
Anche le premesse che muovono la narrazione hanno le loro fondamenta nella magia. Nel primo episodio sentiamo la voce di Moraine narrare che alla fine della Seconda Era, un uomo era riuscito a incanalare il Potere causando la fine del mondo, tra battaglie e tragedie. Quest’uomo era stato chiamato Drago. Ora, con l’approssimarsi della fine della Terza Era, bisogna fare attenzione: un Drago rinato giungerà, un ragazzo o una ragazza di vent’anni. Questo Drago rinato potrà portare alla salvezza o a una nuova distruzione del mondo.
Ere, profezie, la possibilità di salvare tutto o distruggere tutto, il bene che lotta contro il male: ci troviamo davanti a elementi tipici del genere fantasy che avviano tutta la vicenda e ne rappresentano la linfa, ben diversamente da ciò che accade in Game of Thrones, dove il motore degli eventi è la volontà di conquistare il Trono.
Ne La Ruota del Tempo, anche l’organizzazione dei personaggi è diversa.
La storia del Drago e del Drago rinato alla base delle vicende permette allo spettatore di assegnare i ruoli con molta più facilità di quanto accada Game of Thrones. Si può dire che ne La Ruota del Tempo è più facile segnare i confini tra personaggi principali – Moraine e il gruppo di giovani ragazzi con cui parte per il viaggio – e i personaggi secondari – tutti gli altri. Oltre a stabilire in maniera più netta chi è buono e chi è cattivo. Nella produzione HBO i confini sono molto più labili, chi appare protagonista poi muore in fretta, chi sembra buono è in realtà cattivo e viceversa, o forse addirittura ci sono sfumature troppo complesse per consentire di dare un’etichetta specifica.
Un altro elemento che è stato molto commentato sul web è quello della violenza e delle scene esplicite. Alcuni spettatori erano convinti o speravano di trovarne al pari di Game of Thrones, dichiarando di essere stati delusi dal contrario. Ne La Ruota del Tempo c’è la violenza, ed è cruda e schietta, ma presente in momenti circoscritti. In un certo senso è più dosata – ovviamente si fa riferimento a ciò che si è visto finora, magari negli ultimi episodi, con l’aumentare della tensione, scopriremo qualcosa di diverso.
Di scene esplicite a livello erotico, invece, non ce ne sono. Ci sono momenti di intimità e sensualità, ma di certo che nulla hanno a che fare con alcune scene di Game of Thrones. Si tratta di semplici scelte narrative e stilistiche, che si adattano più o meno bene ai diversi lavori. In La Ruota del Tempo, per l’atmosfera della serie, forse scene del genere sembrerebbero fuori luogo – come lo sembrerebbero in tipologie di fantasy alla Signore degli Anelli, mentre in lavori come Game of Thrones è tutto un altro discorso.
Il ritmo della narrazione.
Il passo e la gestione dei tempi ne La Ruota del Tempo un’altra divergenza con Game of Thrones. A livello generale, gli episodi della serie Prime Video cominciano con un ritmo piuttosto lento per poi esplodere nel finale. I momenti di tensione sono dosati e – per il momento – non ci siamo trovati al cospetto di battaglie epiche mozzafiato o plot twist che ci hanno fatto fare salti di dodici metri. Questo non significa che La Ruota del Tempo sia una serie prevedibile, le rivelazioni e gli attimi di suspense ci sono, però sono meno mastodontici rispetto a quelli di Game of Thrones. C’è meno frenesia, a vantaggio di tante scene più riflessive, che non si avvicinano mai all’eccesso.
Alcune considerazioni finali.
L’intento di questo confronto non è stabilire quale sia la serie migliore, ma semplicemente mettere in luce le differenze tra due prodotti che sono spesso accostati e paragonati. Quando ci troviamo davanti a una serie tv fantasy, è giusto avere in mente in grandi predecessori, ma è altrettanto giusto ricordarsi che il fantasy è un genere che si dirama in varie branche e sottogeneri, ognuno con il suo stile e le sue caratteristiche: è proprio la bellezza di questo mondo. Lo spettatore può apprezzare tutte le diverse sfumature oppure prediligerne solo alcune, non è però detto che una determinata serie tv sia scadente o di scarsa qualità solo perché ci aspettiamo di trovare alcuni elementi al suo interno, che però non ci sono. In questo specifico caso, La Ruota del Tempo è teatro di particolari scelte stilistiche lontane da Game of Thrones e potrà quindi legittimamente non piacere a tutti i fan di quest’ultima, ma ciò non è da considerarsi un fallimento: è solo una differenza.