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La Ruota del Tempo è un’occasione sprecata?

La Ruota del Tempo
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Tra le principali uscite degli ultimi mesi c’è stata anche la seconda stagione de La Ruota del Tempo, produzione Prime Video tratta dalla celebre saga fantasy di Robert Jordan, che ha proseguito le avventure di Rand e degli altri protagonisti della serie. Siamo davanti all’adattamento di una delle opere cardine della narrativa fantasy, un progetto ambiziosissimo, che prometteva di conquistare l’attenzione generale e che invece si è dimostrato meno d’impatto di quanto atteso. La prima stagione di The Wheel of Time ha posto le basi del racconto, introducendo Rand e gli altri ragazzi della profezia, tutto il complesso sistema delle Aes Sedai e la temibile minaccia del Tenebroso. Questo primo capitolo ha lasciato intravedere il grande potenziale della serie, ma ha anche evidenziato alcune problematiche che, con la seconda stagione, si sono riaffermate in maniera preoccupante.

Questa nuova carrellata di episodi aveva il compito di solidificare il racconto, mettendo finalmente a frutto l’enorme potenziale discendente dal materiale originario, ma alla fine sono riemerse le stesse incertezze della prima stagione, lasciando La Ruota del Tempo in un limbo preoccupante. Il maggior problema della serie di Prime Video è in relazione alle aspettative non mantenute e all’enorme potenziale dissipato: il prestigio dell’opera originale e i grandi investimenti di Amazon sembravano poter spianare la strada a una grandissima opera, invece così non è stato, la seconda stagione non ha affatto consacrato La Ruota del Tempo e ora, in vista di un terzo capitolo già confermato, la domanda è lecita: la serie di Prime Video è da considerare una grande occasione sprecata?

La Ruota del Tempo
La seconda stagione de La Ruota del Tempo (640×360)

Cosa non funziona ne La Ruota del Tempo: il complesso dei personaggi

Per comprendere l’entità delle problematiche di The Wheel of Time, è bene illustrare gli elementi che, più di tutti, non hanno funzionato e che hanno determinato questo preoccupante sfasamento tra il potenziale e lo sviluppo effettivo. La componente più problematica si rintraccia sicuramente nel complesso dei personaggi, debole e poco caratterizzato. Come tutte le grandi opere fantasy, La Ruota del Tempo è dotata di un apparato di personaggi importantissimo, è un dramma corale con tante sfaccettature, in cui ognuno recita la propria parte e vive la propria storia. È abbastanza significativo che nella produzione di Prime Video nessun personaggio, tranne forse Moiraine nella prima stagione e a tratti Nynaeve, riesca a incidere a fondo, divenendo pienamente riconoscibile. Rand ed Egwene, protagonisti principali della serie, non riescono ad assumere mai grande spessore, per non parlare degli antagonisti, mai veramente caratterizzati a fondo. Tutti i personaggi rimangono in superficie e questo è un bel problema per La Ruota del Tempo.

La caratterizzazione dei personaggi è un elemento cardine in praticamente ogni produzione, ma specialmente nel genere fantasy assume un valore centrale, perché queste grandi storie si cibano di personaggi leggendari, dominanti, dotati di un enorme spessore e La Ruota del Tempo, in fin dei conti, non possiede nemmeno un profilo del genere. Si tratta però, di un problema di resa, perché i personaggi originari nella saga hanno una profondità ben diversa, che però non li ha accompagnati nella trasposizione televisiva. Un primo chiaro motivo di sfasamento tra le potenzialità del racconto e il suo esito sta proprio qui, nel non aver restituito a dovere tutto il complesso dei personaggi della saga letteraria.

Le difficoltà della trama

Ad accompagnare la scarsa caratterizzazione dei personaggi, ci sono le debolezze dell’assetto narrativo, che si traducono in una trama poco delineata. La saga letteraria è maestosa e molto densa, l’adattamento seriale per forza di cose deve condensare alcuni elementi, ma si perde nei meandri dell’ingente materiale cui attingere. La produzione Prime Video porta avanti la trama principale, non approfondendo per molti aspetti secondari, che nelle narrazioni fantasy sono cruciali, e non riuscendo a costituire un adeguato background intorno a cui muoversi.

Il risultato è una certa confusione, che impedisce agli spettatori, senza conoscenze precise della saga originaria, di cogliere il quadro generale dell’azione. Si regista anche una certa frenesia, nei movimenti e negli sviluppi, che non si sposa benissimo con la natura del genere fantasy, che richiede solitamente tempistiche più distese. Anche qui è evidente come La Ruota del Tempo non sia riuscita a sfruttare a fondo tutto il proprio potenziale, avendo a disposizione una storia profonda e ricchissima, non restituita però al meglio delle sue forze sul piccolo schermo.

Rand ne La Ruota del Tempo (640×360)

Quindi, La Ruota del Tempo è un’occasione sprecata?

Torniamo, a questo punto, alla posizione di partenza. Per parlare di occasione sprecata devono esserci, innanzitutto, delle condizioni che, di base, rendevano la produzione di possibile successo e queste, a ben vedere, c’erano tutte. Al di là della saga originale, che costituiva un materiale di partenza ideale per una grande serie, ci sono anche tutti gli investimenti di Amazon, che ha subito dimostrato l’importanza della produzione rinnovandola per una seconda stagione prima dell’esordio. Anche il rinnovo per la terza è arrivato prima della messa in onda dei nuovi episodi, simbolo della fiducia che Prime Video ripone nella sua opera. Tutti questi sforzi si sono tradotti, però, principalmente in un comparto visivo impressionante, in cui però manca la sostanza ad accompagnare l’estetica.

Le due problematiche di cui abbiamo parlato, quelle relative ai personaggi e alla trama, portano a quello che è il problema maggiore di The Wheel of Time: l’assenza di un ampio respiro. Le saghe fantasy, per natura, sono maestose, pensiamo a esempio come Game of Thrones o Il Signore degli Anelli. A La Ruota del Tempo manca questa maestosità, un apparato epico che di base era possibile perché contenuto nell’opera originale, e per questo stiamo parlando di occasione sprecata. La serie di Prime Video non è un flop, ha i suoi pregi e può risultare interessante, ma poteva fare molto, ma molto, di più.

In quest’ottica, è più che comprensibile parlare di occasione sprecata in relazione a La Ruota del Tempo. I presupposti per assistere alla nascita di una pietra miliare del fantasy televisivo c’erano tutti, e invece la produzione di Prime Video sembra ormai destinata a finire nel novero di quelle serie ambiziose, che però non hanno spiccato definitivamente il volo. C’è ancora una terza stagione per provare a migliorare, ma sicuramente non sarà facile recuperare quell’epica che manca ai primi due capitoli e arginare gli elementi problematici che abbiamo analizzato. A Prime Video il compito di provare, agli spettatori quello di giudicare: la certezza è che, allo stato attuale delle cose, gran parte delle potenzialità di The Wheel of Time non sono state sfruttate a dovere.

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