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La Sposa – La Recensione di un finale amaro, ma carico di speranza

La Sposa
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*Attenzione, seguono spoiler de La Sposa, la fiction Rai che ha conquistato sei milioni di spettatori*

La Sposa, la serie tv firmata Rai con Serena Rossi e Giorgio Marchesi, è appena terminata con il terzo e ultimo episodio; appena trasmesso in diretta su Rai 1 e in streaming su RaiPlay. (Qui trovate le nostre recensioni della prima e della seconda puntata). Per due intensi appuntamenti, la fiction diretta da Giacomo Campiotti ci ha accompagnato alla scoperta (o riscoperta) di un passato ricco di umanità, tra emozioni, mani sporche, visi sudati, lacrime e abbracci stretti. Un appuntamento seriale che ha tenuto incollati al piccolo schermo milioni di spettatori, catapultandoli in un’Italia di fine anni ’60, tra la Calabria e il Veneto, sconvolta dai cambiamenti sociali e dilaniata dalla miseria.

Se la seconda puntata si concludeva con le lacrime di Maria Saggese, addolorata per le condizioni di salute di Vittorio, la terza ci ha salutato con un finale ancora più struggente, ma carico di speranza. Nel penultimo capitolo Maria aveva finalmente trovato il suo equilibrio. L’amore con Italo era sbocciato, Paolino era tornato a scuola e Vittorio aveva iniziato ad apprezzare la giovane donna. Ed è proprio quando pareva filare tutto liscio che lo zio, interpretato dal bravissimo Maurizio Donadoni, viene colpito da un attacco di cuore. I colpi di scena non sono mai mancati, ma i più dolorosi arrivano in questa ultima puntata, che ha riservato agli spettatori un dolore infinito.

Ciao Vittorio

Serena Rossi

Gli ultimi colpi di scena della fiction portano via due dei protagonisti principali. Il primo dolore è la morte di Vittorio. Un uomo burbero, “teston” e sempre in collera con il mondo che però, nel corso della seconda puntata, avevamo imparato ad amare e comprendere. I suoi comportamenti brutali, il risultato di una vita dura e difficile, verranno assolti in tempo con un pentimento sincero, sia verso il nipote che verso Giulio; non prima però di aver ringraziato Maria. Il suo personaggio, quello che all’inizio sembrava essere l’antagonista principale, lascia così il posto a un altro ancora più oscuro: Antonio Lo Bianco (Mario Sguegliam), l’ex fiamma di Maria.

L’imprenditore si è trasferito al Nord con il fratello della sua amata, Giuseppe (Matteo Valentini), ben avviato sulla cattiva strada. Lo Bianco gioca d’astuzia e cerca, invano, di riconquistare Maria con grandi gesti plateali. Così, quando scopre i problemi economici dei Bassi, si offre di aiutarli comprando i nuovi terreni acquistati dallo zio. Un affare che sembra inutile, invece nasconde una risorsa preziosa: il metano. Finalmente scopriamo la vera natura di Antonio. Un uomo possessivo, pericoloso, strafottente e arrivista che alla prima occasione inganna Maria e il suo sposo, a cui offre persino un lavoro nella cava.

Un amore spezzato

La Sposa

Intanto il grano cresce, ma i braccianti, persuasi dal sindacato, abbandonano Maria. Poi lei ha un’illuminazione: coinvolgere le altre donne. Così il raccolto viene mietuto e stipato nel fienile: la protagonista ha compiuto un altro piccolo grande miracolo. Ma una notte, Paolino (Antonio Nicolai), svegliato da Luna, intravede una sagoma dare fuoco alla fattoria, che in seguito scopriremo essere Antonio. Il piccolo corre in cortile proprio quando l’incendio divampa, mettendosi in pericolo. Italo non perde tempo. Si lancia in suo soccorso, salva il piccolo dalle fiamme, ma perde la vita. Ecco che un altro personaggio ci lascia. Un altro personaggio che, come Vittorio, inizialmente sembrava ostile e che solo a metà della vicenda era riuscito a conquistare il cuore di Maria e degli spettatori.

La protagonista resta sola, incinta e con una fattoria, distrutta, da mandare avanti. Tuttavia i problemi non vengono mai soli. Il lutto l’ha sfinita e la gravidanza ne risente. Maria acconsente a ricoverarsi, ma non potendo tenere con sé il piccolo Paolino, lo affida temporaneamente a Nuzia (Antonella Prisco). Al ritorno però, troverà una situazione spiacevole: Antonio Lo Bianco, a sua insaputa, ha affidato il bambino a un istituto dalle pratiche barbariche. Maria dovrà usare di nuovo tutta la sua determinazione e il suo coraggio per riprenderlo con sé.

Da un dolore immenso può nascere una nuova speranza

Mario Sgueglia

Il lutto e la perdita pervadono dunque questa ultima, struggente puntata. Eppure veniamo salutati con un messaggio positivo, pieno di forza e speranza. Dopo essere diventata mamma di Vittoria, non prima di aver fermato le ruspe e ripreso Paolino, Maria realizzerà quindi qualcosa di ancora più grande. Il sogno che aveva coltivato con Italo, cioè quello di fondare la prima cooperativa, diventa così realtà. La cooperativa non avrà padroni e sarà gestita in prevalenza da donne. Maria ci è stata presentata sin dall’inizio come un personaggio di rottura, deciso, compassionevole e coraggioso. Il dolore non è mai riuscito a scalfirla e, nel finale di stagione, Maria dimostra una volta per tutte la sua forza. Così come hanno fatto i nostri nonni, la fiction dimostra che da una situazione drammatica, a volte, si prende il coraggio per rialzarsi e ricostruire. La protagonista riparte quindi dalle difficoltà verso un futuro più egualitario.

Come abbiamo detto, ogni appuntamento propone una varietà di grandi temi sociali. Nella prima puntata, ad esempio, è stato approfondito il dramma dei matrimoni per procura. Nella seconda è stato accennato a quello degli aborti clandestini e si fa riferimento anche alle lotte sindacali. Nella terza, invece, trova posto il racconto della nuova imprenditoria italiana, sottolineando il contrasto tra le dinamiche del mondo contadino e quelle di un Paese industrializzato che avanza. Troviamo l’abbandono delle campagne, il metano, gli appalti, i pesticidi nocivi e le tante aziende che intanto nascevano da traffici illeciti. L’abuso di cocaina e l’amore possessivo e malato. Quello di Antonio, un uomo pericoloso e potente che, grazie al gesto decisivo di Giuseppe, sarà consegnato alla giustizia. Ma anche la malasanità, dalla gestione della gravidanza agli istituti dove venivano abbandonati i bambini considerati “difficili”.

Una fiction tradizionale che guarda al futuro

La Sposa

La sposa, coprodotta da Rai Fiction e Endemol Shine Italy, è stata girata tra Torino, Roma e la Puglia e ha ottenuto un successo sorprendente, appassionando lo spettatore con tematiche delicate, raccontate però con semplicità e candore. Una narrazione commovente, nostalgica e ricca di colpi di scena, che ha saputo affrontare con realismo un passato relativamente recente. Si tratta di un prodotto confezionato con amore, rivolto principalmente a un pubblico generalista. Eppure, per le tematiche affrontate, come l’emancipazione femminile, i sindacati e il progresso, riesce ad arricchire il panorama della fiction con un punto di vista più progressista e femminista. Pur cedendo sotto al peso di qualche stereotipo di troppo, resta un prodotto decisamente lontano dai toni edulcorati tipici della fiction all’italiana. Anche le numerose accuse di razzismo anti-meridionale e anti-vento ci appaiono ingiuste e alquanto infondate.

La Sposa non racconta una storia vera, ma una vicenda verosimile, ambientata in un passato amaro in cui la terra era l’unica risorsa su cui contare. Un passato duro, che forse ci appartiene ancora troppo. Una fiction tradizionale e didascalica, che punta a emozionare con una narrazione lineare, adatta sia a nonni che a nipoti. Una storia che parla del passato, ma che guarda al futuro per aiutare lo spettatore a capire chi era ieri per essere migliore domani.

La Rai ha ideato La Sposa come una miniserie di sole tre puntate. Tuttavia, considerato il successo ottenuto dalla fiction con la genuina Serena Rossi, non possiamo escludere che Maria Saggese torni in futuro con una nuova avventura. Ad esempio, il seguito de La Sposa potrebbe raccontare le sfide e le stragi che hanno segnato il nostro Paese negli anni ’70?

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