Il 23 gennaio è andata in onda l’ultima, drammatica puntata, della nuova serie tv Rai, La Storia. Intensa, reale, viscerale, La Storia trasuda di vita, pulsa di realtà e la sua intensità descrive perfettamente le emozioni umane.
Quando si parla di serialità, gli italiani appassionati del genere – soprattutto quelli più ferrati – sono sempre molto critici nei riguardi delle produzioni – nonché sceneggiature – italiane, considerandole di livello medio-basso rispetto agli standard europei e mondiali. Non sempre questo assunto è sbagliato, e non perché nel nostro paese manchino dei bravi registi o degli ottimi scrittori, ma più propriamente perché, alcune volte, si dà precedenza a prodotti che non valgono poi così tanto la pena a dispetto di altri progetti che potrebbero attirare un pubblico diverso, più variegato e vivace. Non siamo qui a dire a cosa o a chi si debba dare precedenza, ma sta di fatto che, quando questo avviene, i risultati si vedono e si percepiscono fortemente.
Regia di Francesca Archibugi
Senz’altro, l’entrata in gioco dell’Archibugi al timone di questo progetto è stata fondamentale per la buona riuscita di questo progetto. Il suo talento nel mostrare allo spettatore ciò che si deve, e ciò che non occorre mostrare apertamente, è davvero eccezionale. Le inquadrature pensate nel minimo dettaglio offrono a chi guarda il giusto punto di vista che rende la scena perfetta. Indimenticabili sono state le diverse scene parallele tra i personaggi, specie quelle tra i fratelli Nino e Useppe, quel rallenty, accompagnato dalla giusta musica, riesce davvero brillantemente a trasmettere le emozioni di due figure, come loro, strettamente collegate. Questo sia all’inizio, con la nascita di Useppe, sia alla fine, con la morte di entrambi i figli di Ida; un cerchio che la Archibugi chiude in maniera tanto maniacale quanto efficiente. La sua carriera, d’altronde, parla chiaro: molti infatti sono i premi che è riuscita a collezionare, dai diversi David di Donatello, fino ai molteplici Nastri d’argento. Un talento davvero straordinario. Talento che accomuna anche gli sceneggiatori de La Storia, autori stessi dei meravigliosi dialoghi presenti nella serie, ai quali è giusto fare senz’altro un plauso eccezionale: Giulia Calenda, Ilaria Macchia e Francesco Piccolo.
Interpreti e personaggi
Ciò che serve a rendere un prodotto televisivo veramente valido è di certo l’interpretazione degli attori coinvolti. Per La Storia, la scelta è ricaduta su una grande varietà di nomi, molto diversi fra loro. Di sicuro spiccano i grandi nomi di Jasmine Trinca, Elio Germano, Valerio Mastandrea e Anna Ferruzzo, dal talento eccezionale, figli e figlie del palcoscenico teatrale che hanno portato, anche sul piccolo schermo, la loro immensa bravura. Ma questa serie tv è stata anche opportunità, per i giovani talenti, di dimostrare di che pasta sono fatti. Ecco allora che spuntano i nomi di Francesco Zenga, Mattia Basciani e Lorenzo Zurzolo, ognuno con le proprie peculiarità, ha donato al personaggio quel quid in più per renderlo riconoscibile e profondo.
Jasmine Trinca ci ha spaccato l’anima in due con la sua splendida interpretazione, specialmente nell’ultima puntata. La sua capacità di cucire il personaggio di Ida su se stessa, è stata strepitosa, ci ha trasmesso tutta la paura, l’indecisione, la fragilità della donna e nello stesso tempo, anche la sua grande forza e capacità di andare avanti nonostante tutto. I momenti della serie dove il suo talento straripa prepotentemente, sono di sicuro nelle scene della morte di Useppe e Nino, dove ha interpretato in maniera magistrale il dolore di una mamma che perde i suoi figli. Nella scena in cui Ida arriva all’obitorio per il riconoscimento del cadavere di suo figlio è straziante; quando vede lì il suo corpo, su quella barella fredda, e lo copre con il lenzuolo, poi lo riscopre, poi lo bacia, ci sgretola il cuore in mille pezzi. L’attenzione che Trinca mette in ogni singolo gesto è sublime, e la rende un’attrice davvero straordinaria.
Anche le interpretazioni dei suoi colleghi sono state di alto livello: di estremo impatto quella di Valerio Mastandrea nei panni del buon Remo, che ci ha fatto tanto sperare in un lieto fine per Ida ma, purtroppo, neanche lui ha potuto rimediare al suo dolore. Un Mastandrea che abbiamo visto da poco anche al cinema – C’è ancora domani – in ruolo totalmente opposto e che qui, invece, appare come un uomo buono e sincero, capace di donare pieno amore e sostegno. Tutto questo è prova concreta di quanto, Valerio Mastandrea, sia un attore dal grandissimo talento. Da citare assolutamente anche Elio Germano nei panni di Eppetondo, al quale ha donato la giusta dose di allegria e spensieratezza, mista a quella consapevolezza che rende le persone sagge e oneste. Senza dimenticare anche le interpretazioni dei più giovani, soprattutto quelle di Lorenzo Zurzolo e Francesco Zenga che, non solo hanno fatto strage di cuori tra gli adolescenti, ma hanno anche dimostrato il loro valore come attori. Una nota particolare vorrei darla a Lorenzo Zurzolo, che è apparso sullo schermo senz’altro come un gran bel pezzo d’argilla pronto a essere modellato dai registi più grandi. I monologhi che sono stati affidati al suo personaggio, infatti, sono apparsi estremamente convincenti, di grande impatto e pronti a regalarci emozioni autentiche.
C’è poco da dire: quando la Rai lo vuole sa essere tra le migliori, e l’ha dimostrato più volte, non solo in questa occasione. Tutti ricordiamo infatti il successo mondiale de L’amica geniale, arrivato anche oltre oceano e amato moltissimo dagli americani negli USA dove, addirittura, alcuni hanno preferito guardarlo in italiano con i sottotitoli, per godersi il meraviglio suono della nostra lingua. Ma non solo L’amica geniale, anche altri prodotti, come ad esempio La guerra è finita, quest’ultimo di certo non di fama mondiale come il primo, ma comunque molto valido e apprezzato da moltissimi italiani che lo seguirono, all’epoca, con passione. O ancora Doc, in onda proprio in questo periodo su Rai 1, una serie che stiamo apprezzando in tantissimi e che ha addirittura dato spunto agli USA per produrre la propria versione di questa storia. Insomma, molto spesso la Rai non ci ha convinti, ma c’è da dire anche che, a volte, ha puntato in alto ed è riuscita ad arrivare all’obiettivo.
Siamo qui a ricordare quanto questa serie tv ci abbia rubato il cuore e scatenato in noi un turbinio di emozioni, grazie alla regista, agli autori e ai bravissimi attori coinvolti. Un lavoro di squadra ben riuscito che coinvolge lo spettatore dal primo fino all’ultimo minuto. Noi senza dubbio speriamo con tutto il cuore che La Storia possa portare in alto la bandiera italiana nel mondo e dimostrare a tutti che sì, anche noi possiamo tirar fuori dei prodotti molto validi, e questo a volte si tende a dimenticarlo. Speriamo possa eguagliare il successo de L’amica geniale e arrivare oltreoceano perché, senza alcuna ombra di dubbio, lo merita davvero.