Fran Drescher, attrice protagonista della sitcom La Tata, che negli anni Novanta risollevava la giornata di grandi e piccoli, ha raccontato durante un’intervista per Fox News, tenutasi il 17 agosto, la traumatica esperienza vissuta nel 1985, quando un gruppo di intrusi fece irruzioni in casa sua legando suo marito, all’epoca Peter Marc Jacobson, un suo amico presente a cena e violentando lei. Drescher ha coraggiosamente rivelato dopo 35 anni sia la dinamica sia le emozioni provate quella sera e negli anni successivi.
È molto difficile. Mi sentivo come se fossi stata frantumata in un milione di pezzi. […] Mi ci è voluto almeno un anno prima che mi sentissi vicino a essere di nuovo me stessa. Ricordo che una volta ero in un ristorante con il mio manager, forse, ma stavamo pranzando e un cameriere ha lasciato cadere un vassoio di posate che cadendo hanno fatto un forte rumore e io sono letteralmente saltato dal mio posto e ho urlato.
Fran Drescher
Sembrerebbe quasi la scena da film, invece è la triste e amara realtà contro cui lei, il marito e l’amico hanno dovuto combattere per anni.
Drescher ha poi raccontato i dubbi e i grandi e se che una vittima si ripete, come se l’aver potuto prendere scelte diverse avrebbe potuto evitare questo evento.
Continui a ripetere nella tua testa: se non fossi mai tornato a casa quella sera? Sarei dovuta forse uscire a cena con altre persone? e se solo avessi fatto questo e blah, blah, blah . Abbiamo tutti ricevuto una terapia, il che aiuta perché abbiamo avuto strumenti per non soffermarci sul momento dell’orrore e pensare al dopo, al: e poi se ne sono andate e poi abbiamo vissuto e poi sono stati catturati e ora sono in prigione e noi stiamo bene, sai, e tutto il resto.
Fran Drescher
Imparando a conoscere questo lato dell’attrice, La Tata quasi assume tutta una nuova sfumatura.
Fran Drescher ha poi aggiunto di provare una forte empatia verso tutte quelle vittime di violenza che non hanno mai avuto la possibilità e il diritto di vedere i loro aggressori catturati.
Penso che in un certo senso siamo stati fortunati perché sono stati arrestati e abbiamo ottenuto giustizia, quando invece molte vittime di crimini violenti non ce l’hanno, il che è un peccato. Io so che prima che il ragazzo venisse arrestato, ogni volta che giravo un angolo e guardavo qualcuno di traverso, pensavo: ‘È lui? É lui?’. E, sapendo quello che so ora su come gestire i miei sentimenti, non penso nemmeno di aver affrontato la cosa nel modo giusto quando è accaduta.
Fran Drescher
l’attrice protagonista de La Tata ha poi raccontato la frustrazione e il timore riemersi quando, a distanza di dieci anni dall’evento, i paparazzi hanno scoperto la vicenda rendendola ancora più vivida e attuale.
Improvvisamente una di queste riviste scandalistiche scoprì e diffuse l’accaduto e tutti iniziarono a parlarne come se fosse appena successo. […] la gente chiamava i miei genitori e cercavano persino di mettersi in contatto con lo stupratore che era in prigione e che si rifiutava di incontrarli. […] fortunatamente, a quel punto ero a un livello completamente diverso di terapia, quindi avevo un orecchio molto allenato e una donna molto seria che mi aiutava a superarlo.
Fran Drescher
L’evento traumatico che coraggiosamente Fran Drescher ha ricordato alla stampa fa scalpore e, come molti altri che purtroppo ancora si verificano, diventa il motivo principale per cui tutti i movimenti e le associazioni che combattono contro la violenza devono esistere e noi con loro combattere affinché non ci siano vittime o affinché venga fatta giustizia. L’esperienza dell’attrice, privilegiata in un certo qual modo, diventa fondamentale anche per dimostrare che non si possono incolpare le vittime per i vestiti, per il luogo o per lo status sociale perché non sono questi elementi a determinare la violenza. La colpa è solo di chi la perpetra.
Se sei vittima di una qualsiasi forma di violenza, non tacere.