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Com’è cambiata La Vita Bugiarda Degli Adulti dal libro alla Serie Tv

La vita bugiarda degli adulti - Netflix
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Dopo il grande successo dell’Amica Geniale Elena Ferrante ci porta nuovamente a Napoli – questa volta alla fine anni 90 –  attraverso gli occhi di Giovanna, una giovane adolescente alla ricerca di sé stessa e del proprio futuro. Come è già accaduto per la storia di Elena e Lila, anche il romanzo La Vita Bugiarda degli Adulti – pubblicato nel 2019 – ha visto un adattamento cinematografico a Gennaio 2023 con la produzione di Netflix e la regia di Edoardo De Angelis.

Nonostante la serie rimanga molto fedele alla storia originale per quanto riguarda la trama centrale, la differenza sostanziale tra libro e serie tv la si trova nel finale. Ma partiamo dal principio.

Un’infanzia idilliaca lontana dalla vita bugiarda che gli adulti trascorrono

La vita di Giovanna sembra trascorrere senza problemi. Ha una famiglia felice, una bellissima casa e vive in quartiere che sembra perfetto. Ma – d’improvviso – tutto crolla quando suo padre la paragona a sua sorella Vittoria. Ma chi è, effettivamente, la zia Vittoria? Questa, la molla che dà il via a tutta la valanga di eventi che seguono.  Da quel momento Giovanna si rende conto di non aver mai conosciuto la zia. Non sa neanche quale sia il suo volto nonostante abbia sentito dire di essere brutta quanto lei.

L’incontro tra le due – dopo vari tentativi di dissuasione da parte dei genitori – avviene in casa della zia, in un quartiere malfamato di Napoli. Non ci sono abitazioni di lusso o oggetti sfarzosi, ma al loro posto una grande comunità di persone che vive in case umide e malmesse. Quella che le era stata presentata come una donna bugiarda, brutta e cattiva si rivela – ai suoi occhi – una persona sensibile e affettuosa a cui la famiglia ha voltato le spalle.

La Vita Bugiarda degli Adulti
La Vita Bugiarda degli Adulti (640×360)

Dopo averla conosciuta, con i suoi capelli riccissimi e i pensieri incasinati, Giovanna inizia ed entrare per la prima volta nella vita degli adulti. Non vede più quell’ambiente roseo e perfetto in cui aveva vissuto con i suoi genitori, ma un mondo bugiardo e falso che le si comincia a stringere addosso.

Con il suo mare, i tramonti, le case malmesse e quelle borghesi, Napoli è una città perfettamente divisa in due facce

Elemento cardine della serie – e del romanzo – è la Napoli degli anni 90. Edoardo De Angelis rimane molto fedele all’opera di Elena Ferrante offrendo un perfetto spaccato della città ai tempi, divisa in due parti. C’è la città alta e borghese della famiglia di Giovanna e dei loro amici, con cene sfarzose in riva al mare, case di lusso e atteggiamenti altolocati. E poi c’è la zona povera, quella della zia Vittoria e del proletariato.

Una Napoli che non risparmia, che non accetta sfarzi e lusso, ma che è caratterizzata da piccole abitazioni malconce, ambienti umidi e puzza di fumo di sigarette. Un luogo in cui le persone meno abbienti – come la zia – sono rimaste intrappolate, vedendo crescere sempre più il divario tra i borghesi e il proletariato.

La Vita Bugiarda degli Adulti
La Vita Bugiarda degli Adulti (640×360)

Ogni luogo, nel romanzo di La Vita Bugiarda degli Adulti, ha una sua importanza per la protagonista; c’è l’ambiente idilliaco della casa dell’infanzia; l’appartamento sul mare a Posillipo dove Giovanna nota – per la prima volta – le avances della madre nei confronti del suo amante; la casa umida e trasandata di zia Vittoria; il cimitero e il mare, luogo di tutti i ricordi di infanzia e adolescenza trascorsi con la sua migliore amica. Tutti vengono mantenuti nella trasposizione, mostrando ancor di più la loro importanza. Ognuno di essi si aggiunge, passo dopo passo, come un piccolo tassello che costruisce il percorso complessivo di Giovanna, fino ad arrivare a Venezia e alla partenza.

La differenza sostanziale tra la serie e il libro sta nel finale

L’ultimo tassello che completa il percorso di cambiamento di Giovanna è proprio il viaggio a Venezia, da Tonino. Durante la permanenza la ragazza entra a contatto con una realtà diversa, fatta di dibattiti e libertà, un ambiente più giovane e all’avanguardia, libero da pregiudizi e chiusure mentali. Così – nel libro- Giovanna capisce di non poter rimanere a Napoli: non vuole vivere nell’ambiente borghese dei suoi e neanche in quello povero della zia Giovanna. Vuole trovare sé stessa, studiare e percorrere la sua strada. E così, zaino in spalla, parte.

La Vita Bugiarda degli Adulti
La Vita Bugiarda degli Adulti (640×360)

È proprio qui che giace la sostanziale differenza tra il libro e la serie di La Vita Bugiarda degli Adulti. Mentre nel cartaceo è evidente che Giovanna scelga di andarsene per avere un futuro proprio e migliore, nell’adattamento Netflix – invece – il regista ha lasciato intuire che la spinta per andare via sia partita dal voler prendere le distanze dagli affetti presenti a Napoli. Infatti, sua madre non fa che aspettare il ritorno del padre, il quale si è rifatto una famiglia e continua ad incolpare sua moglie e Giovanna, mentre l’intesa con la zia Vittoria inizia a deteriorarsi. Dunque, tutte queste dinamiche spingono la nostra protagonista a fuggire, per lasciarsi alle spalle una volta per tutte la tossicità in cui è cresciuta.

A noi spettatori, mentre vediamo Giovanna correre con Ida a prendere l’autobus che le porterà lontane, viene spontaneo domandarci quale potrà essere il suo futuro. Tuttavia – tra le due interpretazioni – preferiamo fare nostra quella di Elena Ferrante, consapevoli che il suo viaggio non sia dovuto a un semplice fuggire dalla famiglia, ma sia dettato dalla voglia di rivalsa e libertà che una giovane donna degli anni 90 non avrebbe mai trovato in quella Napoli stretta e cupa.

La Vita Bugiarda Degli Adulti racconta un altro spaccato di Napoli