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L’amica geniale, le prime due puntate sono una ventata di freschezza

L'amica geniale
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L’amica geniale è sbarcata da poco su Rai 1 e sta già facendo parlare di sé. In realtà, da mesi si parla di questa produzione di Rai e HBO, che hanno unito le forze per portare sul piccolo schermo i romanzi di Elena Ferrante.

La storia, per chi avesse vissuto su un altro pianeta finora, è questa. Due bambine si conoscono nella Napoli del secondo dopoguerra. Appartengono a due famiglie povere, numerose, e vivono in un quartiere di Napoli in cui imperversano la mafia e l’esclusione sociale.

Elena, detta Lenù, piccola protagonista e voce narrante della storia, è la prima della classe fino a quando non arriva a spodestarla la piccola e irrequieta Lila. Vivace, impavida, coraggiosa, dotata di un’impressionante intelligenza e abilità in tutte le materie, tra le due bambine nasce un’amicizia.

Un rapporto che ha un pizzico di rivalità, ma anche tanta complicità, dovuta al loro comune desiderio di studiare, ostacolato dalle loro famiglie.

L'amica geniale

Nelle prime due puntate, andate in onda su Rai 1 martedì sera, conosciamo le due bambine e il contesto sociale che le ha in grembo e che le cresce come una madre severa. Un quartiere disagiato, povero, in cui i bambini dotati come Lila non hanno alcuna possibilità di studiare e di emanciparsi dalla loro condizione di indigenza.

Intorno a loro c’è la mafia, la cattiveria dei bambini, la severità e a volte la crudeltà degli adulti, ma anche tanti esempi positivi. Tra tutti i personaggi adulti spicca la figura della maestra Oliviero, che riconosce le qualità straordinarie di Lila, ma non può aiutarla a proseguire gli studi. I grandi, nella serie L’amica geniale, sono mondi a parte che le bambine guardano con sospetto, attrazione e paura.

C’è il boss e strozzino del quartiere, Don Achille, che Lenù e Lila sfideranno nella seconda puntata. Ci sono le madri che si tirano i capelli nelle liti di condominio, baruffe napoletane rappresentate con crudo realismo partenopeo. Ci sono i genitori, pianeti distanti e incomprensibili, che da un lato porgono la mano, dall’altra reggono il bastone.

C’è tutto il sapore, l’odore e il suono di una Napoli forse scomparsa, ma mai dimenticata.

Una Napoli povera, piegata dalla fame e dalla malavita, ma che sfida orgogliosa il giudizio della gente. Una Napoli che vive negli occhi grandi, scuri e intensi della piccola interprete di Lila, Ludovica Nasti, che buca lo schermo anche solo facendo un piccolo cenno della testa. E che ruba la scena fuori e dentro al set alla sua collega, Elisa Del Genio, parlando a ruota libera nelle interviste e facendo sempre trasparire la Lila che ha dentro.

L'amica geniale

Una bambina energica, arrabbiata, creativa in un mondo semplice, gretto, meschino, che cercherà dal primo istante di rubarle quella scintilla vitale che lei porta sempre viva. Lenù, invece, è una bambina riflessiva, elegante, interpretata con garbo e grazia. Un’interpretazione che non scade nell’esagerazione di quel meccanismo di imitazione e rivalità che è alla base del rapporto tra le bambine.

L’amica geniale è una vera ventata di freschezza in un panorama, quello delle serie tv italiane, ormai asservito allo schema poliziesco/storico/commedia familiare.

Il pubblico voleva di più ed è stato accontentato con questo prodotto di facile visione (ci sono anche i sottotitoli, per la gioia dei non napoletani).

Le note a favore de L’amica geniale sono fondamentalmente tre: la bravura delle due interpreti, che surclassano con la loro naturalezza interpretativa i colleghi adulti. Una fotografia di rara bellezza, che porta nelle nostre case una Napoli polverosa, pittoresca, oscura, ma ricca di sorprese. Un adattamento che rispetta la natura della storia, un romanzo di formazione che dipinge uno spaccato della nostra storia riportato alla perfezione sul piccolo schermo.

Musiche originali discrete, ma coinvolgenti, accompagnano la narrazione senza indulgere troppo nell’effetto commozione, a cui eravamo tanto abituati da decenni di fiction.

Nota dolente, la ricostruzione di Napoli, che ne esce bene grazie alla fotografia, ma che non è stata curata fino in fondo. Le ricostruzioni sembrano a tratti fatte con copia-incolla, troppo pittoresche e artificiali per ispirare un vero deja vu negli spettatori più anziani.

L’amica geniale torna martedì prossimo con altri due episodi e, nel frattempo, ci lascia a sognare a occhi aperti un passato che crediamo dimenticato, ma che è solo tornato in una veste diversa, come l’amicizia tra Lila e Lenù.

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