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Il perenne senso di inadeguatezza di Lenù

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Elena Greco ne ha fatta di strada. La piccola Lenuccia, che sedeva spaventata al banco osservando la maestra Oliviero, è cresciuta. Lenù, la ragazza che ha continuato a studiare e dal Rione è arrivata nella Napoli vitale e viziata del dopoguerra, si è fatta donna. Persino Elena, laureata all’Università Normale di Pisa, che scopre la libertà e se stessa, è ormai una figura distante, è già diventata il passato. Elena Greco ora è una moglie, una madre, è una scrittrice e un’intellettuale, è tutto quanto non avrebbe mai potuto immaginare di diventare e tutto quanto ha lavorato così duramente per essere. Eppure non importano i traguardi raggiunti e la distanza che continua a interporre tra sé e il Rione, perché la protagonista de L’Amica Geniale viene sempre raggiunta, ovunque lei sia e qualsiasi cosa lei stia facendo, da quel devastante senso di inadeguatezza che la perseguita fin dal momento in cui ha visto Lila alzarsi dal suo banco e scrivere sicura alla lavagna. Lenù scalpita, studia, annulla se stessa per poi ricostruirsi, ma qualsiasi cosa faccia e qualsiasi ruolo ricopra non è mai abbastanza per sentirsi sicura.

Figlia ingrata, amica invidiosa, moglie insoddisfatta, madre infelice e intellettuale vuota, Elena Greco non si concede mai di sentirsi adeguata, nemmeno quando tutti coloro che la circondano sembrano pensare il contrario.

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Il disagio di Lenù comincia ancora prima de L’Amica Geniale, prima che l’incontro (e lo scontro) con Lila Cerullo modifichi irrimediabilmente il paradigma della sua esistenza. La sua è una sensazione di fastidio che ha inizio nel confronto con la madre Immacolata e con quel suo passo claudicante di cui Elena si vergogna profondamente, un difetto fisico che per lei arriverà a rappresentare il simbolo di tutto ciò che non vuole essere, della vita malsana del Rione, dell’incapacità di fare qualcosa di tanto semplice come camminare. Lo zoppicare di sua madre è per Lenù un peccato imperdonabile, perché lo percepisce come il segno inequivocabile di un’inadeguatezza alla vita, inadeguatezza che allora è radicata nelle sue origini e da cui sente un bisogno impellente di scappare. Prima ancora di avere l’età per comprendere la natura del suo disagio, la narratrice de L’Amica Geniale già si sente inferiore a coloro che la circondano, in virtù di un difetto fisico della madre a cui nessuno sembra mai fare caso, ma che per Elena è insopportabile e pervade ogni aspetto della sua esistenza.

La Lenù che conosce e diventa amica di Lila è allora già convinta del suo essere manchevole e sbagliata, ma è proprio il rapporto con l’altra protagonista de L’Amica Geniale a segnare la presa di coscienza da parte di Elena Greco di quel suo essere mossa costantemente in ogni sua azione dalla paura di essere scoperta come una truffatrice.

Lila è istintivamente geniale, naturalmente dotata, la sua intelligenza è tale da abbagliare chiunque entri nella sua orbita, prima fra tutti la stessa Lenù. Il rapporto conflittuale e co-dipendente che sviluppano le due protagoniste de L’Amica Geniale diventa il centro dell’esistenza di Elena, il metro di paragone di ogni sua relazione e di ogni conquista, in un confronto costante con l’Altra che non può vincere e che la costringe a ritirarsi nel suo senso di inadeguatezza e a fuggire a gambe levate da Lila e dal Rione, salvo poi sentirne potente il richiamo e tornare. Da bambina Lenù compete con Lila a scuola, ma è una competizione che non vincerà mai perché all’amica viene impedito di proseguire con gli studi, quindi da adolescente tenta di misurarsi con il fascino di Lila che strega tutti nel Rione e che Elena le invidia persino quando si rivela una maledizione. Elena Greco – che è interessante notare porti il nome proprio dell’autrice della saga Elena Ferrante – ottiene un successo dietro l’altro, al liceo, all’università, come scrittrice e come persona, eppure ogni sua conquista è macchiata dal fantasma di Raffaella Cerullo e di quello che avrebbe potuto fare se il destino le avesse riservato carte diverse, di quello che comunque ha ottenuto nonostante non sembrasse avere alcuna possibilità.

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Lenù è mossa dal suo non sentirsi mai abbastanza, che la spinge a dover costantemente superare nuovi limiti, a provare a sé stessa di poter essere la migliore anche se nulla di ciò che fa sembra colmare il distacco che sente con il resto del mondo. A Napoli prima e successivamente a Pisa si annulla nello studio, salvo poi mettersi a nudo in qualche raro momento in cui si concede di mostrarsi imperfetta e trovare una felicità fugace che l’abbaglia e la illude di poter vivere una vita diversa perché se l’è meritata e non soltanto perché è stata fortunata.

L’incontro con Pietro e con la famiglia Airota per un breve istante regalano a Elena una fiducia in se stessa che non ha mai avuto, il suo senso di inadeguatezza sembra scomparire davanti alle lusinghe di persone che considera a lei superiori e che paiono apprezzarla, che ne lodano la tenacia e l’intelligenza che le hanno permesso di fuggire dall’estrema provincialità del Rione. Sedersi alla stessa tavola degli Airota, essere ammessa all’interno della loro famiglia in quanto fidanzata e poi moglie di Pietro, rappresenta per Lenù il riconoscimento del successo dei suoi sforzi, il consacrarsi definitivo del suo sogno di essere qualcosa più di sua madre, di Lila, dei Sarratore, di tutto il Rione. Il senso di inadeguatezza della protagonista de L’Amica Geniale torna però a farle visita, subdolo e persistente come il dolore che la insegue da tutta la vita e che minaccia di mandare all’aria tutto quanto ha lavorato così duramente per costruire.

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La carriera di scrittrice e giornalista di Elena Greco, dopo l’iniziale slancio dovuto al sostegno e al nome degli Airota, subisce un arresto brutale nel momento in cui la donna si ritrova imprigionata nel suo ruolo di moglie e di madre. Lenù, che ha lottato tutta la vita per avere una vita diversa da quella che era stata immaginata per lei al Rione, si accorge che il mondo in cui è arrivata a fatica non sembra essere così differente da quello da cui è fuggita e allora punta il dito anche contro se stessa, per non essere stata abbastanza, per non avere capito in tempo, per essersi illusa di potersi confondere tra coloro che ora la circondano. Nella terza stagione de L’Amica Geniale vediamo allora Lenù faticare a conciliare le sua molteplici identità di madre e moglie, di intellettuale impegnata, di figlia distante e amica che ama e odia allo stesso tempo, tutti gli ambiti della vita in cui la donna si sente incapace e inadeguata, soffocata dal pensiero costante che nulla sarà mai abbastanza e che tutti i suoi sforzi non sono stati sufficienti per allontanarsi dall’inferno da cui desiderava proteggersi.

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