Pronti, partenza, via. Senza nemmeno avere ancora un trailer a portata di mano sappiamo che la terza stagione dell’Amica Geniale arriverà sugli schermi di RAI 1 il prossimo 8 febbraio, catapultandoci nuovamente nell’universo storico Ferrantiano. Come abbiamo già potuto apprezzare nelle prime due stagioni – attualmente disponibili su Tim Vision (st.1) e RaiPlay (st.2) – questa tetralogia letteraria risulta dotata di un’intensità rara, tanto che ha indotto una casa di produzione della portata di HBO a investire coi suoi potenti mezzi in una serie italiana in italiano. La regia, inizialmente di Saverio Costanzo che ha passato il testimone a Daniele Lucchetti per questa terza stagione, si è dovuta cimentare in un difficile lavoro di trasposizione. Trattandosi di un’opera letteraria scritta in prima persona i risultati ottenuti fin ora sono stati eccellenti, tanto da farle ottenere un ampio apprezzamento internazionale.
Se in circolazione c’è ancora qualche scettico che immagina l’Amica Geniale come il tipico sceneggiato RAI alla Renè Ferretti lo invitiamo a guardare anche un solo frame della serie per capire quanto questa sia italiana nel miglior modo possibile.
È necessario rinfrescare la memoria prima di fare qualche anticipazione su quello che potremmo aspettarci dalla 3 stagione, la quale presumibilmente coprirà l’arco temporale del terzo romanzo intitolato Storia di chi fugge e di chi resta. Alla fine della seconda stagione (tratta invece da Storia del Nuovo Cognome) avevamo lasciato Elena e Lila sull’orlo di due spirali di senso opposto. Mentre Elena, la voce narrante, terminati gli studi alla Normale di Pisa sta per elevarsi finalmente dal contesto rionale, grazie al matrimonio con il collega di buona famiglia Pietro Airota, Lila ha concluso la sua parabola di ricchezza ed è sul precipizio di una spirale discendente. Quando Elena tornata a Napoli dopo la laurea la va a cercare, trova la sua amica geniale sistemata con Enzo e il figlio in una casa di ringhiera a San Giovanni a Teduccio dove è sicuramente più libera dall’incubo dell’ormai ex marito Stefano, ma immersa in una vita di stanchezza e duro lavoro. Da questo momento in poi, per tutto il corso del terzo romanzo, Lila ed Elena sono destinate a incrociarsi molto meno spesso ma in situazioni sempre più intense.
Non è un grande spoiler – ce lo rivelava il cliffhanger dell’ultima puntata – che Elena sarà chiamata a dirimere il suo dibattito interiore in stile Cime Tempestose tra il magnetismo di Nino e la stabilità offerta da Pietro. Ma se tutto va come deve andare, in questo capitolo della saga dovremmo vedere l’attenzione spostarsi leggermente dalla sfera interiore delle protagoniste, fatta di turbamenti emotivi adolescenziali, verso quella esteriore. Cronologicamente, infatti, ci troviamo alle soglie del 1968 e la coscienza sociale delle ragazze dovrà risvegliarsi volente o nolente. Probabilmente troveremo Lila coinvolta controvoglia nelle lotte operaie, con tutta la silenziosa potenza che la caratterizza. Elena sarà invece circondata da un mondo di intellettuali in cui scoprirà le cause e i testi femministi, di fronte ai quali il senso di perenne inadeguatezza non smetterà di tormentarla.
L’autrice di quei libri si chiamava Carla Lonzi. Com’è possibile, mi dissi, che una donna sappia pensare così? Ecco come si pensa. Ecco come si pensa contro. Io – dopo tanta fatica – non so pensare. Lila invece sa. È la sua natura. Se avesse studiato avrebbe saputo pensare a questo modo.
Citazione tratta da Storia di chi fugge e di chi resta
Torneranno anche gli episodi di smarginatura, tra cui uno dei più forti di tutta la saga. Ricordiamo che con smarginatura si intende il neologismo coniato da Elena Ferrante per definire la sensazione di perdita di forma della realtà che affligge Lila, mettendola quasi in contatto con una dimensione occulta.
Abbastanza marcato dovrebbe essere anche il cambio di città e personaggi: alcune figure molto presenti nel rione diventeranno più laterali, per fare posto a nuove trame e conoscenze. Sarà poco il tempo – quantomeno per Elena – da trascorrere nella casa napoletana. Inseguendo la sua carriera di scrittrice si troverà spesso a Firenze e a Milano, come ci confermano innumerevoli foto del backstage scattate nel capoluogo toscano.
Dal cambio di regia a favore di Daniele Lucchetti dice lui stesso cosa aspettarci: più libertà per gli attori di immedesimarsi nel personaggio. È un proposito niente male, soprattutto per quanto riguarda il ruolo di Margherita Mazzucco, ci piacerebbe moltissimo vedere Elena riacquistare una po’ della tridimensionalità e capacità di analisi che le è propria nei romanzi, risultando un po’ meno introversa e in balìa degli eventi. Ad ogni modo dovremo tenere conto che sarà una bella sfida per le due attrici diciassettenni interpretare delle giovani donne che vanno più verso i trenta.