Tutto vero, è tornato. Dopo la grandissima performance nei panni di Jack Shephard nella serie cult Lost, Matthew Fox ha fatto fatica a confermarsi su certi livelli nei suoi pochi lavori successivi. Così dopo una pausa lunga durata sette anni, l’attore americano si rimette in gioco e torna come produttore esecutivo e protagonista della miniserie eco-thriller targata Peacock, Last Light. Matthew Fox interpreta Andy Yeats, un brillante petrolchimico che viene inviato in Medio Oriente per indagare sul motivo per cui le operazioni della sua azienda stanno fallendo. Quando il problema si diffonde in tutto il mondo, deve affrettarsi a trovare una soluzione prima che sia troppo tardi, cercando allo stesso tempo di riconciliarsi con la sua famiglia.
Attenzione: preseguendo nella lettura potreste imbattervi in spoiler su Last Light.
Andy è un un uomo che ha chiaramente dedicato tutto il suo tempo al suo lavoro, alle grandi compagnie petrolifere in cambio di una casa lussuosa a Londra. Sua moglie Elena interpretata da Joanne Froggatt (Downton Abbey) è un avvocato, ma soprattutto una donna infastidita dal lavoro impegnativo del marito e che resta indignata quando l’uomo lascia la sua famiglia per recarsi in Medio Oriente pochi giorni prima di un delicato intervento che potrebbe ripristinare la vista del figlio cieco Sam (Taylor Fay), a Parigi. Dunque è fin da subito evidente che ci sono alcuni conflitti familiari nella famiglia Yeats, principalmente legati al lavoro di Andy e alla sua mancanza di presenza nella vita quotidiana in una famiglia, che include anche l’altra sua figlia Laura (Alyth Ross), una giovane attivista che rimprovera costantemente suo padre per il suo poco tempo che le dedica.
Cosa accadrebbe al mondo se dovessimo ritrovarci senza petrolio o energia?
Una volta partito e arrivato nel laboratorio di una città chiamata Luzrah, dopo aver prelevato dei campioni Yeats scopre che ci sono informazioni secondo cui la fornitura mondiale di petrolio è stata contaminata come parte di un attacco terroristico per avviare un nuovo cambiamento mondiale nella produzione economica. Evidentemente per come la vedono loro, impedire all’umanità di utilizzare combustibili fossili è in realtà l’opzione più sicura e più umanitaria rispetto alla devastazione sociale, economica ed ecologica che il cambiamento climatico avrà quasi sicuramente nel prossimo secolo. In effetti incentrarsi su un thriller catastrofico che ruota intorno ad una crisi energetica globale è una scelta importante considerato lo stato attuale del mondo, ma possiamo dire che di rivoluzionario in questo caso c’è ben poco, perché è più una rappresentazione. Se alcune persone si basano su dati e rapporti scientifici, sanno che ogni anno tutto diventa più caldo e pensano che tutto ciò possa finire attraverso un apocalisse; altre persone invece pensano che non sia un grave problema e non vedono alcuna ragione per cui mezzi come automobili, aerei ecc. non dovrebbero bruciare i combustibili fossili della terra sempre di più ogni anno. Questi due gruppi di persone vedono chiaramente il mondo e il futuro con delle visioni totalmente opposte e, ad un certo punto, devono confrontarsi. Tanta riflessione ambientalista e politica.
Last Light passa dal suo intrigo politico ad essere il classico thriller con il dramma familiare a fare da sfondo.
Tralasciando questo aspetto, la serie sembra comunque non essere un vero e proprio approfondimento su come un attacco alla fornitura di petrolio avrebbe implicazioni a livello mondiale su ogni aspetto della vita, ma è più un semplice mix thriller di spionaggio, con il fattore aggiuntivo familiare di Andy che cerca disperatamente di tornare dalla sua famiglia mentre il mondo si chiude intorno a lui. Il protagonista continua con le sue ricerche nel tentativo di capire i reali motivi di questa crisi petrolifera, ma viene ben presto interrogato dalle agenzie del governo che oltre ad essere preoccupati, iniziano a fare le loro valutazioni. A Londra, Laura è da sola impegnata nelle proteste ambientaliste contro il cambiamento climatico, mentre a Parigi, Elena e Sam sono costretti ad evacuare l’ospedale e si ritrovano nel mezzo del caos. Immaginate un mondo dove tutto si ferma, gente in fuga, aerei che precipitano, navi bloccate, automobili che esplodono e continui blackout. Last Light è la rappresentazione di qualcosa di apocalittico che veramente potrebbe succedere in un futuro non troppo lontano, mostrandoci anche come sarebbe il mondo qualora dovessimo rinunciare alle nostre dipendenze quotidiane, il che fa riflettere tanto considerato che stiamo parlando di attualità. Yeats e la sua famiglia vivono nella speranza e nel tentativo di ritrovarsi, cercando di sopravvivere nel bel mezzo di una crisi globale venendo però a conoscenza presto di una triste e soprattutto pericolosa verità.
Last Light è un adattamento dell’omonimo romanzo apocalittico di Alex Scarrow.
La miniserie creata da Patrick Renault e diretto da Dannie Gordon, è disponibile in Italia sulla piattaforma streaming Prime Video. Tutto sommato però sono pochi cinque episodi che non vengono forse sfruttati al massimo e che ci regala un finale troppo affrettato. Lo scarso sviluppo dei personaggi e la scrittura non proprio brillante potrebbero essere colmate da un qualcosa di più profondo che invece non c’è. Purtroppo, seppur i quattro membri si trovino in tre paesi diversi e quindi ci sarebbe eccome da raccontare, le loro trame non raggiungono mai una tale suspense da poter coinvolgere lo spettatore in maniera del tutto convincente. Dunque possiamo considerare un buon ritorno di Matthew Fox sul piccolo schermo, che si cala abbastanza bene nel ruolo di Andy Yeats, il suo personaggio padre di famiglia stanco del mondo, si dimostra molto pieno di risorse. Non possiamo dire lo stesso però di questa miniserie che nel complesso avrebbe potuto obiettivamente fare molto meglio, considerato anche un buon cast. Per quanto riguarda gli altri membri, riescono quasi tutti in un buon lavoro, ma senza brillare particolarmente, ad eccezione di Amber Rose Revah (The Punisher) nel ruolo di Mika. Tra gli altri membri di rilievo troviamo Victor Alli (Belfast), Tom Wlaschiha (Il Trono di Spade) e Hakeem Jomah.
Di certo non è colpa di Matthew Fox se questo prodotto non è stato sfruttato al massimo dagli autori, quindi si spera che l’attore possa farsi valere in futuro con qualche altra apparizione degna del suo livello. Intanto però, se vi piacciono le serie di questo genere e considerato che gli episodi sono soltanto cinque, aggiungetela pure alla vostra lista.