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Law & Order è semplicemente immortale

law & order
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Chiudete un attimo gli occhi e provate a immaginare questo. In una stanza un televisore sta trasmettendo il dialogo di una serie alla quale non prestate minimamente attenzione perché siete intenti a cercare qualcosa dentro un armadio. Poi, all’improvviso un suono. Anzi due. Dan dan. Due note. Due semplicissime note di altezza differente. In gergo musicale un intervallo. Di quarta giusta, per la precisione. Un intervallo che, nella semiotica musicale, ha un preciso significato: di avvio.
Ma al di là degli intervalli e del loro significato quelle due note sono talmente conosciute che vi saranno già risuonate in testa. E con esse l’avvio della sigla di una delle più iconiche e longeve serie televisive americane: Law & Order.
Fin dalle prime note della sigla, infatti, tutto concorre affinché la serie statunitense sia uno tra i più guardati spettacoli televisivi, conosciuto in tutto il mondo sia nella versione originale, sia nei vari adattamenti.

Creata da Dick Wolf e prodotta dalla Wolf Entertainment, la serie ha debuttato sulla NBC nel settembre del 1990 e da quel momento, si può dire tranquillamente, niente fu più come prima. Law & Order, infatti, ha tracciato una strada che, nel corso dei decenni successivi, è stata fonte di ispirazione per altre serie dello stesso genere e ha fornito un elevato standard di qualità sotto il quale ormai non esiste più nulla.
Ma per parlare di Law & Order occorre un attimo spendere due parole sul suo ideatore. Nato nel 1946, Richard “Dick” Wolf è considerata una tra le menti più prolifiche della televisione americana. Inizialmente copywriter pubblicitario, si è poi trasferito a Los Angeles per iniziare la sua carriera di sceneggiatore in Hill Street Blues e Miami Vice, entrambe per la NBC. Dopo una brevissima parentesi alla ABC torna alla casa madre con l’idea che cambierà il genere crime in televisione: “era persino banale, come idea. Unire due generi di successo come il poliziesco e il giudiziario. Così banale che non ci aveva pensato nessuno prima“.
Wolf, però, non si è limitato solo a creare Law & Order. Successivamente, infatti, dalla sua fulgida mente sono nati, tra gli altri, due franchise importanti come Chicago (sempre per la NBC) e, più recentemente, FBI, entrambi con i loro spin-off.
Nonostante prodotti di enorme successo, però, la carriera di Dick Wolf non ha ricevuto particolari riconoscimenti: due Emmy (uno per Law & Order, nel 1997) e una stella sulla Walk of Fame, nel 2007. “Non mi interessano i premi. La televisione è un business e io propongo prodotti che facciano soldi” il suo simpatico motto.

Law & Order (640×360)

Se il creatore ha ottenuto pochi premi la creatura, principale con i suoi spin-off, invece, ha ricevuto oltre trecentocinquanta candidature vincendo oltre un centinaio di premi tra cui svariati Emmy e un Golden Globe. Un bottino più che soddisfacente, non c’è che dire, per un franchise che va in onda da oltre trent’anni. “Spettacoli come Law & Order o Chicago, sono prodotti destinati ad andare avanti in eterno, volendo. La struttura è ormai solidificata, basta soltanto trovare qualcuno che abbia nuove idee da mettere in campo“, spiega un pragmatico Dick Wolf.
Il suo segreto, però, l’ideatore non l’ha mai rivelato a nessuno. Ma qualcosa deve pur esserci dal momento che i suoi show sono tra i più visti in tutto il mondo. Basti pensare ai nostri canali televisivi secondari, che durante tutto l’anno trasmettono e ritrasmettono i vari episodi in attesa di una nuova stagione.

E a proposito di una nuova stagione, lo scorso 22 settembre è iniziata per la serie madre la ventiduesima: dieci episodi che seguono quelli andati in onda tra febbraio e maggio di quest’anno. Due stagioni inaspettate dal momento che la serie madre aveva chiuso i battenti con la ventesima stagione, nel 2010. Inaspettate ma accolte con un grandissimo hype dai fan quando, qualche anno fa, hanno cominciato a circolare le voci su un probabile ritorno. “Una serie televisiva non è altro che un lavoro. Quando inizi sai che prima o poi finirà. Ha una scadenza anche se non sai quando sarà” aveva commentato Wolf all’indomani dell’annuncio ufficiale da parte della NBC di voler chiudere il suo primo show.
Evidentemente, però, abbiamo fatto e stiamo facendo qualcosa di assolutamente buono in considerazione anche delle continue repliche dei nostri programmi“, dice Warren Leight, ex showrunner dello spin-off Unità Vittime Speciali. “Parlando con Dick Wolf, spesso ci chiediamo come sarà il futuro, quali altre strade potremmo percorrere. L’importante, però, è continuare a mantenere un livello qualitativamente alto“.

È possibile, dopo così tanto tempo, riuscire a mantenere un livello alto? La critica, sulla ventunesima stagione di Law & Order, è stata piuttosto severa. Il prodotto non è piaciuto, ha dimostrato di essere piuttosto stagionato. Ma il pubblico, che alla fine decreta il successo o meno di una serie, ha risposto positivamente all’appello. Certo i numeri non sono più quelli di una volta e il pubblico, dopo oltre dieci anni di silenzio, potrebbe anche aver cambiato i propri gusti. Ma alla NBC sono stati piuttosto contenti ed è in già in previsione una ventitreesima stagione. Perché come dice Dick Wolf “finché un prodotto televisivo vende pubblicità continueranno a produrlo, è molto semplice“. Dunque, davvero, siamo di fronte a una produzione televisiva immortale?

Law & Order – Special Victim Unit (640×360)

Diamo qualche numero. A maggio 2022 erano stati trasmessi oltre milleduecento episodi per un totale di più di mille ore di trasmissione. Numeri incredibili, da record. Pensate che Law & Order – I due volti della giustizia (questo il titolo utilizzato in Italia) è tra le più longeve serie televisive crime americane di tutti i tempi. Ed è proprio questa longevità ad aver permesso la nascita di sottoprodotti a essa collegati. Nell’ordine, infatti, sono stati prodotti ben sei spin-off: Special Victims Unit (in onda dal 1999 a oggi); Criminal Intent (in onda dal 2001 al 2011); Trial by Jury (in onda dal 2005 al 2006); Los Angeles (in onda dal 2010 al 2011); True Crime (serie antologica di otto episodi); e Organised Crime, l’ultima nata (in onda dal 2021 a oggi).
A esclusione di quello collocato a Los Angeles gli altri sono ambientati a New York e seguono tutti la stessa struttura: una prima parte dedicata alle indagini e una seconda ai processi.
Nel corso degli anni sono stati una infinità gli attori che hanno preso parte allo show. Molti di essi sono comparsi in ruoli comprimari nella serie madre e poi riutilizzati nei vari spin-off creando così un legame molto forte tra i vari spettacoli. Tra le varie serie ci sono sovente incroci di trame e gli attori di una intervengo nell’altra senza creare mai strane situazioni. Addirittura, Olivia Benson, capitano dell’Unità Vittime Speciali, interpretata da Mariska Hargitay, compare in tre episodi di Chicago P.D e uno di Chicago Fire. Questo per dire come sia incredibilmente ben sincronizzato l’universo immaginario creato da Dick Wolf.

I personaggi principali dell’universo Law & Order sono tutti molto ben definiti, in particolar modo quelli dell’Unità Vittime Speciali. Di loro conosciamo, infatti, sia la vita all’interno che all’esterno del dipartimento di polizia. La minuziosità con cui sono scritti, la profondità e la complessità che li descrivono creano la giusta miscela affinché lo spettatore provi forte empatia con loro e con il duro lavoro che devono compiere rendendoli di fatto umani e poco, molto poco, eroici. Le scelte che devono compiere, infatti, non sempre sono soddisfacenti dal punto di vista della giustizia e spesso creano una frustrazione che si proietta nello spettatore.
I casi molto spesso prendono spunto dalla realtà quotidiana americana, purtroppo. Le indagini e poi la parte processuale, pur essendo drammatizzate per la televisione, sono state molto elogiate dalla critica in quanto ben verosimili. Pur dando per la maggior parte delle puntate l’idea che la giustizia funzioni bene e che i colpevoli vengano sempre puniti, a volte capita che così non sia. Quella percentuale minima di casi irrisolti o conclusi con l’assoluzione dei colpevoli fa sì che lo show risulti più credibile e meno stucchevole.

Law & Order
Law & Order – Criminal Intent (640×360)

Nel corso di questi trent’anni di onorata carriera l’universo di Law & Order, il crime per eccellenza, ha cercato di rinnovarsi seguendo quelli che sono stati i cambiamenti della società civile americana. A questo proposito la critica si è divisa in due parti. Da un lato i critici hanno sottolineato come, col passare del tempo, i casi apparissero sempre più crudi e tragici. Dall’altro, invece, la critica ha lanciato al franchise l’accusa di mostrare un tipo di polizia e di procura legale troppo distaccati dalla realtà rendendo, di fatto, le serie uno spot televisivo esageratamente buonista che non rispecchiava il mondo reale con le sue problematiche. Il dibattito scatenato da queste critiche però ha evidenziato un fatto piuttosto semplice e cioè che le serie televisive sono prodotti di fantasia e come tali non racconta la realtà per quello che è. Perché nessuno vorrebbe mai vedere ciò che purtroppo legge sui giornali o su internet.

Nel sistema penale, lo stato è rappresentato da due gruppi distinti, eppure di uguale importanza: la polizia, che indaga sul crimine, e i procuratori distrettuali, che perseguono i criminali. Queste sono le loro storie“. Così recita la voce fuori campo che introduce a ogni puntata un nuovo caso. Subito dopo uno clang clang metallico dà l’avvio alla prima scena e un delitto efferato verrà commesso. Poi la sigla che dà il via alle indagini sul caso.
Un po’ come ne La Signora in Giallo con il suo amico che finisce in prigione e che, proprio per questo, si sa già, non è il colpevole, da trent’anni ci sediamo di fronte alla televisione consapevoli che certi elementi saranno sempre uguali. Cambiano gli investigatori, cambiano i vice procuratori. Quasi gattopardescamente cambia tutto per non cambiare niente.
Per fortuna, osiamo dire noi. In attesa di nuove stagioni, di nuovi spin-off, restiamo incollati a guardare le repliche, anche due o tre puntate alla volta, senza mai annoiarci. Perché Law & Order non tradisce mai e per questo è semplicemente immortale.