E qui veniamo al punto definitivo. Come avrete capito da queste righe, il crime perfetto ha una struttura a trama fissa, senza fronzoli o trip mentali di sorta. Ma allora cosa lo rende così avvincente (basti vedere i posti delle classifiche che occupa)?
Il fatto che una storia sempre diversa c’è, e fa da sottotesto a tutto: è il rapporto controverso, ma sempre variabile, tra l’uomo e le leggi che è chiamato a rispettare o a evitare. Nessun uomo è perfetto, men che meno quelli che la legge la fanno rispettare e lì nasce la discrepanza, la vera tensione, la domanda finale. Decidere con la testa o con il cuore? Legge positiva o legge morale (dall’Antigone di Sofocle in poi, per tutti i filosofi e i trafediografi e non solo)?
Il punto è che non esiste una risposta univoca, e le prediche alla Don Matteo non salvano nessuno. Gli stessi personaggi di Law and Order sono spesso incerti sotto questo punto di vista, nonostante la loro fede incrollabile nella giustizia. Già, ma qual è la vera giustizia? Arrestare un criminale o salvare una vita: se dovessi scegliere solo una di queste cose che faresti? E una donna che uccide l’uomo che la stava stuprando merita una pena maggiore o minore rispetto ad uno stupratore che uccide per eccesso di violenza? Queste e mille altre domande trovano risposte complesse e sempre nuove nel crime attuale più longevo della tv mondiale.
Lunga vita a Law and Order: la struttura del crime perfetto passa da qui!