Dopo il grande successo della serie tv spagnola La Casa de Papel, Netflix ha deciso di cominciare a investire maggiormente su produzioni iberiche (film e serie tv) e il mercato ha cominciato a proporre molti titoli in lingua spagnola. Noi addicted abbiamo quindi scoperto nuovi show che nulla avevano da invidiare ai prodotti inglesi o americani (scopri qui la chiave del loro successo). Fino a quando Netflix ha avuto un’intuizione geniale: realizzare una serie tv spagnola per distribuirla ai suoi abbonati, così è nata Le ragazze del centralino (2017-2020).
Questa serie tv storica racconta un’avvincente (e attuale) storia di emancipazione femminile.
La serie, conosciuta in patria con il nome de Las chicas del cable, è stata creata da Ramón Campos, Gema R. Neira e Teresa Fernández Valdéz. Nel cast troviamo molti volti conosciuti come Maggie Civantos (che i fan di Vis a Vis conosceranno bene), ma anche altre talentuose attrici come Blanca Suárez, Ana Fernández García e Nadia de Santiago. Lo show ha riscosso grande successo in patria dove è stato nominato per diversi premi e ha vinto importanti riconoscimenti.
Ambientata a Madrid nei ruggenti anni ’20, racconta la storia di un gruppo di donne che trova nel lavoro alla Compagnia dei Telefoni un modo per rivoluzionare la propria vita. Lidia ad esempio, la protagonista della storia, nasconde un passato decisamente oscuro che la vede invischiata in diversi furti e dal quale cerca di scappare. Ma anche le altre ragazze con cui Lidia stringe una forte amicizia, Marga, Carlota e Ángeles, hanno tutte un solo desiderio: avere finalmente il proprio riscatto.
Al centro della storia troviamo anche un’interessante storia d’amore che ci ha fatto battere il cuore. Alba Romero, quando è arrivata a Madrid, si è imbattuta nel suo vecchio amore Francisco a cui aveva dovuto dire addio undici anni prima. La storia si è fatta anche più interessante, quando la protagonista ha cominciato a provare un forte interesse anche per Carlos, il figlio del fondatore della Compagnia dei Telefoni. La ragazza si è ritrovata quindi contesa tra due affascinanti uomini, sospesa tra passato e futuro.
Lidia, Marga, Carlota, Ángeles, Carlos, Pablo e tutti gli altri sono riusciti a conquistare il mondo con la sua narrazione avvincente e la sua grande abilità nel saper affrontare anche tematiche importanti e molto attuali come la violenza domestica o l’omosessualità. Lo show nella seconda e terza stagione poi ha cominciato anche a colorarsi di tinte più dark e a strizzare l’occhio al genere thriller, non perdendo mai però di vista lo scopo principale: raccontare la solidarietà femminile. La seconda parte dell’ultima stagione de Le ragazze del centralino è stata distribuita da Netflix qualche mese fa e ha concluso la storia di queste eroine con un finale che ha sconvolto tutti. Se per caso avete abbandonato la serie qualche stagione fa e volete conoscere il finale o se non lo ricordate, allora vi aiutiamo noi.
Ecco come finisce la serie Le ragazze del centralino.
Nell’ultima stagione abbiamo avuto un salto temporale di sette anni durante i quali la vita delle nostre amate protagoniste è molto cambiata a causa dello scoppio della seconda guerra mondiale e la chiusura della Compagnia dei Telefoni. Lidia ora vive a New York insieme a Francisco, a sua figlia Eva e a Sofía. Quando però quest’ultima fugge per tornare in Spagna, dove vuole arruolarsi nell’esercito dei repubblicani, la nostra protagonista torna a Madrid per seguire le sue tracce. La donna trova una città profondamente cambiata e scossa dalla guerra civile e la situazione diventa ancora più critica dopo la vittoria dei nazionalisti.
Lidia ben presto scopre che l’unico che potrebbe aiutarli a salvare la ragazza è Carlos, l’uomo che ha abbandonato prima di partire per l’America. Il ragazzo nel frattempo si è arruolato con i repubblicani e sta punendo Sofía per vendicarsi di Lidia che lo ha ferito in passato. Alla fine però Carlos si redime e decide di mettere da parte la vendetta e fare la scelta giusta. Quindi si sacrifica per permettere alla ragazza e agli altri compagni di scappare, andando però inevitabilmente incontro alla morte.
Nella seconda parte dell’ultima stagione la serie ha deciso di celebrare tutte le donne che hanno combattuto per contrastare i regimi dittatoriali.
In questi episodi la storia è diventata protagonista della serie e gli autori hanno deciso di raccontare il trattamento che subivano i dissidenti sotto il regime di Francisco Franco. Lidia è rinchiusa in un campo di lavoro, dove sono imprigionate tutte le donne che hanno osato sfidare il regime. Lì la ragazza trova una vecchia nemica di cui credeva di essersi liberata: a capo del campo c’è infatti Doña Carmen, la crudele madre di Carlos. Lei incolpa Lidia per la tragica morte di suo figlio e vuole fargliela pagare a tutti i costi. Per questo la ragazze è costretta a sopportare ogni sorta di sopruso e abuso. Marga, Carlota e Oscar (che deve continuare a indossare i panni di Sara per la sua incolumità) in un secondo momento la raggiungono nel campo e uniscono le forze per fuggire da lì.
Nel frattempo Francisco con l’aiuto di Pablo cerca di liberare tutte le donne del campo di rieducazione, incontrando non poche difficoltà. Fortunatamente Lidia trova un insperato aiuto in Elisa, la figlia di Carmen, che sta collaborando con i ribelli e sta organizzando una fuga per i dissidenti via mare dalla Francia, per permettere loro di raggiungere un luogo sicuro nel Cile. La fuga purtroppo non va a buon fine e il generale Romero uccide Elisa per punirla per il suo tradimento. Questo apre gli occhi di Doña Carmen che, per vendicare la morte di sua figlia, accetta di collaborare con i ribelli.
Decide allora di aiutare le ragazze a fuggire dal centro, ma in cambio potrà contare sull’aiuto di Pedro e Francisco per uccidere il generale che ha osato far fuori sua figlia. Raggiunto il suo obiettivo, affida le sue proprietà a Lidia e si suicida in una scena molto drammatica. La crudele villain della serie muore contenta di potersi riunire con i suoi figli. Le ragazze riescono a salire sul treno che deve portarle lontano dalla Spagna, ma nella loro fuga incontrano molti ostacoli. Il treno viene fermato da una pattuglia di nazionalisti, ma fortunatamente le nostre eroine riescono a farlo ripartire e a liberarsi dei soldati. Fanno finta di arrendersi, ma con una sostanza narcotizzante li fanno addormentare e rubano i loro fucili.
A quel punto fanno alzare la barra e gridano a Pablo di far partire il treno, sicure che sarebbero riuscite a raggiungerli. Tutto sembra mettersi per il meglio e pare che le protagoniste de Le ragazze del centralino avranno il loro meritato happy ending. Quando però vedono che un’altra pattuglia di nazionalisti le aveva raggiunte, decidono di sacrificarsi per salvare le donne e i bambini che erano sul treno. Rinunciano a fuggire e riparandosi dagli spari dei franchisti, si nascondono in un capanno. Alla fine però prendono una coraggiosa decisione, quella di affrontare il nemico a testa alta e con sguardo fiero escono dal loro nascondiglio e si offrono alla morte.
Fu solo per un istante ma i nostri momenti insieme mi passarono davanti agli occhi. Il migliore dei finali è quello in cui tutto si incastra nel modo giusto. Tutto ciò che avevamo fatto, la strada percorsa fino a quel momento faceva parte della nostra missione di vita, come se fosse scritto nelle stelle. Come se fosse il nostro destino.
Anche se le quattro protagoniste muoiono, il finale apre alla speranza con l’ultima scena nella quale Francisco e Pablo guidano i ribelli fuori dal paese verso un luogo nel quale potranno finalmente dimenticare i soprusi subiti sotto il regime di Francisco Franco. E noi sappiamo che l’eroico sacrificio di queste quattro coraggiose ragazze non è stato vano. Negli ultimi istanti poi le rivediamo lì dove le abbiamo conosciute, nella Compagnia dei Telefoni, con le loro uniformi turchesi e i sorrisi sui loro volti.
Pare che fosse stata girata un’altra scena che prevedeva un flashforward ambientato negli anni ’80 nel quale avremmo dovuto vedere alcuni personaggi invecchiati e la figlia di Lidia lavorare nella Compagnia dei Telefoni, proprio come sua madre. La scena che avrebbe forse addolcito il finale però non è stata aggiunta e forse è stato meglio così. La storia di queste ragazze che volevano sfidare la società maschilista ha avuto un epilogo certamente triste, ma potente che è perfetto così com’è.
Lidia, Marga, Carlota e Oscar grazie alla loro amicizia sono cresciute, sono diventate più coraggiose e tenaci. All’inizio volevano far sentire la loro voce e inserirsi in un mondo che non sembrava avere un posto per loro, ma sono riuscite a ottenere molto di più. Sono diventate le martiri della libertà e sono morte per permettere a tante altre donne di vivere e ottenere quello che loro non hanno potuto raggiungere, una vita serena e felice.