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Le situazioni di Lui e Lei, Hideaki Anno non solo in Evangelion

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Le situazioni di Lui e Lei è un anime disponibile su prime video (e qui potete trovare altre ottime serie presenti nel catalogo prime video) la cui regia è affidata “principalmente” (più avanti vedremo perché) all’estro artistico di Hideaki Anno. Quest’ultimo, come nel suo più grande capolavoro Neon Genesis Evangelion (qui un’analisi sulla serie), anche in questo caso tenta di indagare all’interno dei personaggi e soprattutto all’interno delle relazioni tra i vari personaggi. Tratto dall’omonimo manga di Masami Tsuda serializzato tra il 1995 e il 2005, l’anime conta 26 puntate uscite tra il 1998 e il 1999 e adesso andremo a capire perché è così interessante sia tematicamente che registicamente parlando.

Sono ovviamente numerosi i prodotti d’animazione giapponese che vanno a narrare storie di adolescenti, studenti delle medie o superiori, che affrontano le problematiche del crescere e del diventare adulti (Ano Hana, La forma della voce, Toradora!).

In questo caso tutta la vicenda poggia le sue fondamenta sulla relazione tra due ragazzi, Arima (lui) e Miyazawa (lei), ma non aspettatevi situazioni assurde dove i protagonisti sia amano ma non riescono a dichiararsi come nell’assurdo School Rumble o nel più recente e cervellotico Kaguya-sama: Love is War. In Le situazioni di lui e lei, per fortuna, bypassiamo la fase infinita del corteggiamento che non porta mai ad alcuna dichiarazione, i nostri due prodi innamorati si fidanzano già nel finale della quarta puntata; quindi, scopo della serie è quello di mostrarci i vari aspetti e difficoltà nel mantenere una relazione stabile. L’inconfondibile firma di Hideaki Anno si nota ne Le situazioni di lui e lei da molti aspetti, nei cambi di ambientazione, ad esempio, troviamo il solito semaforo ferroviario con annesso fischio del treno. Ma perché preoccuparsi di animare un semaforo?

Il simbolismo del semaforo ferroviario (dalla luce principalmente rossa) è metafora di interruzione, di separazione, di svolta.

Non viene usato a caso ma dà quella sensazione di cambiamento che amplifica lo stacco tra due scene. Un piccolo tocco di classe, utile a comunicare senza che sia necessario l’uso delle parole. Molti sono i dettagli che si possono scovare nello stile di questo grande animatore e regista ne Le situazioni di lui e lei. Ma se volessi descrivere Hideaki Anno con una sua peculiarità stilistica potrei dire assolutamente la sperimentazione non convenzionale nell’animazione statica. Tale termine indica semplicemente l’uso di scene o addirittura interi episodi, realizzati con tecniche di animazione e regia totalmente incoerenti con qualsiasi stereotipo del mondo degli anime. Abbiamo scene riprese dalla realtà che si mischiano a scene animate, personaggi stilizzati, marionette di carta, scene disegnate con lo stile di un manga.

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Una scena de Le situazioni di Lui e Lei

Partiamo dalla caratterizzazione dei due protagonisti

Entrambi fanno uso del costrutto sociale della maschera, imponendosi una serie di comportamenti, regole e limitazioni per vivere in società con gli altri. Il motivo che spinge Miyazawa ad indossare una maschera è la vanità; la ragazza vuole essere apprezzata morbosamente dalle altre persone (così come, prima di lei, Shinji Ikari ricercava l’apprezzamento del padre Gendo). Dal punto di vista registico diverse volte ci vengono mostrati i due volti antitetici di Miyazawa, proprio per far capire la diversità che intercorre tra il suo apparire carina, cortese, studentessa modello, disponibile e diligente (e qui è rappresentata con un viso quasi «angelico») e il suo vero essere, quindi arrivista, invidiosa, bugiarda, irascibile (disegnata con un volto deformato e a tratti «demoniaco»).

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Essere apprezzati da tutti è un problema molto sentito anche nella società contemporanea giapponese e all’inizio della serie, quando la protagonista si presenta, appaiono sullo schermo frasi che ne rappresentano il modo di atteggiarsi (ad esempio «con aria fiera» oppure «affermazione di sé stessa»). Soichiro Arima invece indossa una maschera non per puro edonismo.

L’approvazione degli altri gli è necessaria come prova della sua estraneità ad un passato doloroso.

Nel terzo episodio de Le situazioni di lui e lei, quello nel quale iniziamo a venire a conoscenza del suo passato doloroso, l’atmosfera è ammantata da una fitta pioggia che riflette i sentimenti di turbamento e cupezza di Arima. Più di una volta vediamo inquadrato il tubo di scarico della scuola, dal quale vi è un’uscita costante di acqua piovana, tutto ciò ci fa capire che qualcosa non va, che c’è confusione, sempre in parallelismo con il protagonista maschile (che infatti inizierà a comportarsi freddamente nei confronti di Yukino per allontanarla). Nel finale di puntata la pioggia dei giorni precedenti non avvolge più l’atmosfera e lo stesso tubo di scarico viene visto privo di acqua, come per sottolineare la ritrovata serenità (momentanea) nell’animo di Soichiro.

Come non citare poi il diciottesimo episodio, l’ultimo diretto da Hideaki Anno.

Qui, per via dell’anniversario della morte del nonno paterno, Arima deve affrontare l’incontro con gli altri membri della sua famiglia che lo considerano una persona senza alcun valore. Per dare rappresentazione visiva ai sentimenti del protagonista ci viene mostrato in un frangente in piccolo al lato dello schermo, lo sfondo è bianco e appaiono poi delle enormi scritte rosse in giapponese cariche di frustrazione e risentimento. Più avanti nella puntata, nel ricercare conforto in Miyazawa, abbiamo un primo tentativo da parte di Arima di avere un contatto fisico più intimo con la sua ragazza.

La sequenza ci mostra un continuo alternarsi di inquadrature statiche che vanno dai volti dei due amanti che si baciano alla mano di Arima che lentamente, frame by frame, si sposta e arriva ad appoggiarsi delicatamente sul seno di Yukino. Il desiderio di Arima di poter fare l’amore con la protagonista viene qui rivelato ma solo più avanti nella puntata si concretizzerà, in una sequenza che non ci mostra nulla in modo esplicito ma al posto del rapporto che si consuma viene mostrato un sogno in cui vediamo i protagonisti giovani, alla piccola Miyazawa vola via il cappello e le viene preso da un mini Arima.

Fine del sogno e dell’atto, si ritorna a i due ragazzi che dormono serenamente dopo aver consumato il loro amore.

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L’episodio 26 de Le situazioni di lui e lei lo definirei piuttosto un “finale non finale”, dove si fa un parallelismo tra il rapporto tra Yukino e Soichiro e quello “nascente” di Sakura e Tonami quasi a dare una visione “circolare” della vita e dei rapporti d’amore, senza concludere o dare una proiezione futura della storia dei due protagonisti e della possibile nuova coppia.
In fondo, anche Luigi Pirandello in Uno, nessuno e centomila terminava il suo capolavoro con: “Nessun nome. Nessun ricordo oggi del nome di ieri; del nome d’oggi, domani. Se il nome è la cosa; se un nome è in noi il concetto d’ogni cosa posta fuori di noi; e senza nome non si ha il concetto, e la cosa resta in noi come cieca, non distinta e non definita; […] E non sa di nomi, la vita”. In un certo senso, l’anime nell’ultimo episodio sembra proprio ispirarsi a questa concezione surreale e un po’ fuori dai nostri canoni logici occidentali: in fondo non è la storia di Yukino e Soichiro ad essere rilevante, ma l’acquisizione della consapevolezza di sé in quel delicato passaggio delle nostre esistenze dall’adolescenza all’età adulta.

In definitiva, in quanto studente di cinema, mi permetto di accostare lo stile di montaggio innovativo e sperimentale del regista nipponico al montaggio delle attrazioni teorizzato e utilizzato negli anni ’20 del Novecento da Sergej Michajlovič Ėjzenštejn, famoso regista sovietico.

Hideaki Anno in Le situazioni di lui e lei cerca spesso di utilizzare una particolare sequenza di scene, montate a un ritmo incostante e a volte frenetico per impressionare lo spettatore e sconvolgerlo dal punto di vista psicologico. Ricorrendo, come già detto, a tecniche visive non convenzionali come l’uso di scritte e onomatopee per far emergere emozioni e stati d’animo e per disorientare chi sta dall’altra parte dello schermo. Anno evidenzia la sua voglia di concentrarsi prevalentemente sulla questione psicologica dei personaggi, rendendo così l’opera un po’ particolare e coinvolgendo attivamente lo spettatore durante la visione. In cerca di un po’ di nostalgia? Qui trovi 30 cartoni animati degli anni 90 di cui forse ti eri dimenticato!