Quando esce una nuova serie tv è quasi impossibile accoglierla senza nemmeno un briciolo di aspettativa: trailer, sneak peek, interviste ad attori e creatori, articoli creano nell’immaginario collettivo un’idea di quel che potrebbe raccontare una produzione in uscita, delle tematiche trattate o delle modalità di realizzazione. Il problema? Non sempre queste aspettative vengono soddisfatte. Capita magari che la promozione di una serie sia fuorviante o che il trailer metta in luce aspetti che poi si scopriranno essere marginali. Oppure capita che personaggi interessanti non abbiano poi una degna evoluzione. Già nel 2020 ci sono state produzioni che non hanno soddisfatto le nostre aspettative, ma visto che adesso ci siamo addentrati nel 2021, possiamo provare a fare un bilancio delle serie che non ci ha fatto fare i salti di gioia. Ehm, ehm, Leonardo.
1) Leonardo
Dopo il grande successo della co-produzione internazionale I Medici, che seppur non sempre storicamente esatta era riuscita a coinvolgere un gran numero di spettatori grazie alle vicende di Cosimo de Medici prima e Lorenzo il Magnifico poi, c’erano davvero grandi aspettative per l’uscita di Leonardo. Già il personaggio in sé, anche se non ci fosse stata la spinta de I Medici, avrebbe di certo suscitato curiosità : Leonardo da Vinci è stato una delle personalità più importanti della nostra cultura. Eppure, la serie tv creata da Frank Spotnitz e Steve Thompson non è riuscita a restituire degnamente in chiave seriale la figura dell’artista. Al di là delle inesattezze storiche – infatti la serie non è mai stata presentata come una riproduzione fedele della vita di Leonardo, bensì come un racconto liberamente tratto e romanzato – la produzione andata in onda per la prima volta il 23 marzo 2021 ha mostrato profonde fragilità .
La trama ruota attorno a un espediente crime che viene portato avanti con grandi forzature, come se fosse necessario allungare il brodo di una storia che sulla carta avrebbe potuto avere molta sostanza ma che nei fatti è risultata inconsistente. La figura di Leonardo, che sarebbe potuta risaltare sotto una luce innovativa o particolare, appare invece sbiadita e poco convincente. Forse si può salvare la fotografia, per il resto appare tutto piuttosto piatto. Sul grande Leonardo, si poteva fare di più.
2) Gli Irregolari di Baker Street
Come per Leonardo, una figura molto affascinante attorno a cui si sarebbe potuto creare qualcosa di innovativo e avvincente è senz’altro Sherlock Holmes. Complice la serie tv britannica Sherlock con Benedict Cumberbatch nei panni del famoso detective, c’è sempre molta attenzione quando si parla di questo personaggio. Ad aver attirato un pubblico di curiosi a guardare Gli Irregolari di Baker Street è stato proprio questo riferimento al detective, che anche dal trailer della serie sembrava dover occupare un ruolo centrale.
Ma la realtà si è rivelata diversa: tutti i collegamenti che ci si aspettava di trovare con Sherlock Holmes si sono di fatto esauriti nelle prime puntate, abbandonando poi il pubblico a una storia completamente nuova, ben lontana dall’atmosfera delle avventure del detective più famoso del mondo. Forse avrebbe in ogni caso funzionato, se però ci fosse stato un approfondimento psicologico accattivante degli altri personaggi. Ma la serie sembra fallire anche in questo. Una delusione su molti fronti, che ha portato alla immediata cancellazione. Niente seconda stagione.
3) Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino
Riadattare un film (e ancor prima un libro) di culto è sempre una scelta insidiosa e pericolosa perché si creano molte aspettative sia da parte di chi ha già visto e letto il prodotto nella sua forma generale, sia da parte di chi ne ha sentito parlare. La Constantin Film ci ha provato per Amazon, ma le cose non sono andate come previsto. Gli otto episodi che promettono un viaggio nella Berlino Ovest degli anni Settanta alla scoperta del complicato e crudo mondo dei giovani di quel tempo hanno suscitato grande perplessità nel pubblico che già conosceva e amava il film del 1981 diretto da Uli Edel.
Lo scopo della produzione pare quello di elaborare una storia fruibile anche dal pubblico attuale, da una generazione moderna, seppur ambientato nel passato. Questo tentativo, però, ha fatto sì che la gioventù rappresentata nella serie ricordasse molto più i protagonisti di un teen drama del giorno d’oggi, rispetto ai ragazzi pieni di conflitti di quegli anni. La realtà del tempo viene edulcorata, si perde tutta la crudezza e quel senso di dura realtà che caratterizzavano il prodotto originale – e che componevano proprio l’essenza di Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino. Non ci siamo.
4) Zero
La serie tv italiana di Antonio Dikele Distefano era forse una delle più attese, visto il grande successo dell’autore e la sua condivisione con il pubblico di tutti i passaggi del progetto. La ricezione del pubblico però è stata tutt’altro che positiva. Forse uno dei nodi cruciali riguarda la confusione attorno allo scopo del prodotto. Antonio Dikele Distefano si è spesso lamentato in interviste della grande attenzione data al fatto che si tratti di una serie con protagonisti di colore, a discapito della trama. Dal trailer e dalla fase di promozione, però, sembra quasi che questo sia proprio il punto principale del progetto. In ogni caso, qualunque sia il focus della serie, non funziona del tutto.
La trama è debole, poco fluida, con frequenti buchi, sbalzi temporali, discorsi molto semplici e dialoghi forzati. Si ha la sensazione che tutto avvenga troppo in fretta e in maniera semplicistica. La caratterizzazione dei personaggi è altrettanto frettolosa: un’occasione sprecata, dunque, per un prodotto che avrebbe potuto dar voce a chi difficilmente riesce a farsi sentire.
5) La coppia quasi perfetta
L’etichetta di occasione sprecata può essere attaccata anche a La coppia quasi perfetta, arrivata su Netflix il 12 marzo, basata sull’omonimo romanzo del 2017 di John Marrs. Il thriller è uno dei generi più amati e proprio per questo ha un pubblico molto esigente. Oltretutto, ci sono davvero molte serie tv thriller e per questo motivo si è sempre alla ricerca di qualcosa di originale, innovativo, che lasci il segno smarcandosi dalla massa. E questo era un po’ quel che ci si aspettava da La coppia quasi perfetta, che dal pilot sembrava basarsi su ottime premesse, mostrando sottotrame e tematiche che avrebbero arricchito le vicende.
Ma in realtà , queste sottotrame non si sviluppano a dovere e le tematiche che ci si aspettava venissero approfondite nel corso della narrazione restano appena accennate, fino a scomparire per lasciar spazio soltanto alla risoluzione del thriller. Non ci sarebbero stati problemi se il caso fosse stato intrigante e misterioso fino alla fine. Purtroppo, però, il finale è scontato e la stragrande maggioranza degli spettatori ha risolto l’enigma prima dei protagonisti. L’originalità promessa dal pilot non si è verificata.
6) Città invisibile
Anche per Città invisibile le premesse di originalità c’erano tutte: cosa succede quando un giorno ci si sveglia e si scopre che tutte le creature del proprio folklore (in questo caso l’interessantissimo folklore brasiliano) esistono davvero? La domanda di partenza della serie fantasy brasiliana aggiunta al catalogo Netflix il 5 febbraio esigeva una risposta molto ricca, accattivante. L’idea di impiegare il folklore per elaborare un mistero da risolvere era senza dubbio creativa, capace di generare curiosità .
Ciò in cui Città invisibile ha fallito, purtroppo, è stato dare una risposta a questa curiosità . La serie mostra solo la patina superficiale di questo folklore brasiliano senza approfondire, senza raccontare le caratteristiche delle varie creature magiche o delle leggende che nella narrazione si tramutano in realtà . Resta sempre il dubbio, l’interrogativo: non c’è modo di placare la sete dello spettatore che vuole saperne di più. Sembra che manchi qualcosa.
7) El Internado – Las Cumbres
Approdiamo su Amazon Prime e troviamo il reboot di El Internado, una serie tv andata in onda in Spagna tra il 2004 e il 2007, molto seguita e amata. Lo scopo era di certo quello di replicare il successo della serie originale, puntando sul mistero e sui colpi di scena, sullo sfondo di un collegio immerso tra i boschi in cui la mancanza di disciplina viene severamente proibita. Missione compiuta? Non proprio.
El Internado – Las Cumbres cerca talmente tanto di attirare l’attenzione dello spettatore tramite plot twist e cliffhanger da creare l’effetto opposto: la noia. Ci si stanca presto di questo estenuante ricorso all’effetto sorpresa, perché le aspettative erano ben diverse. C’erano tutti gli elementi per creare una storia solida, che avrebbe potuto incuriosire per una costruzione complessa dal ritmo serrato. Invece, l’esagerazione ha portato a una delusione.