Attenzione: evita la lettura se non vuoi imbatterti in spoiler di Lezioni di chimica
Lezioni di chimica, disponibile su Apple TV+, è una serie visionaria e unica, non solo per la grande interpretazione di Brie Larson. La storia che Lezioni di chimica racconta è una storia fatta di emancipazione, di scienza, di fede e di razionalità; tutti temi che affronta in maniera coerente e puntuale, con dei potentissimi picchi di emozione e una narrazione lineare. La protagonista è Elizabeth Zott, una chimica che affronta un settore lavorativo esclusivamente maschile, negli anni Cinquanta negli Stati Uniti. Ma intorno a lei si muovono dei personaggi che chiamare secondari potrebbe risultare molto riduttivo; fra gli altri, Calvin Evans, suo compagno e grande scienziato.
Evans è uno di quei personaggi di cui difficilmente ci si scorda, di cui non riusciamo a fare a meno. Anche se, a un certo punto, dovremmo imparare a farlo. Lewis Pullman interpreta perfettamente, in Lezioni di chimica, un chimico dall’aria severa, che impara a lasciarsi andare solo grazie all’amore e alla fede che comincia a riporre in esso. Un personaggio che riesce a coinvolgere tutti gli spettatori, soprattutto grazie alla sua fermezza e alla sua incredibile personalità, forte ma anche molto fragile, che lo porterà non solo ad amare ma a permettersi anche di essere amato.
Calvin Evans è un personaggio diverso dagli altri. In uomo che sembra fermo sulle sue idee, un vero e proprio scienziato convinto della sua stessa ricerca, ma che risulterà disposto a mettere in gioco tutte le sue idee. A patto che questo cambiamento abbia un fine pratico.
Proprio come Elizabeth Zott, sua collega e compagna, Calvin Evans è abituato alla concretezza, alla dimostrazione dei fatti per quello che sono, alla scienza. E, almeno inizialmente, non è disposto a mettere in discussione nulla di tutto questo e, in realtà, non lo farà mai del tutto.
Cresciuto in un orfanotrofio dalle dubbie moralità, crescerà solo ed esclusivamente grazie al suo genio, alle sue idee e alla sua fermezza. Fermezza che gli costa molto spesso un forte allontanamento dalle persone, o almeno da coloro che non sono disposte a condividere le sue stesse convinzioni. Fatta eccezione per Harriet, la sua vicina di casa, che condivide sì i suoi valori ma che è tutt’altro che introversa e razionale. Harriet lotta per i diritti del suo quartiere e della sua gente, è una donna che agisce di pancia, al contrario di Calvin. Eppure, i due sembrano completarsi e la loro amicizia sembra donare ad entrambi un punto di vista diverso e stimolante.
Ma Calvin Evans non è completo, quasi mai, è sempre alla continua ricerca di quello stimolo in più che possa portarlo all’illuminazione, scientifica e individuale.
Fino a che non si scontrerà, è proprio il caso di dirlo, con Elizabeth Zott, protagonista di Lezioni di chimica. Donna severa, chimica insaziabile, scienziata pragmatica. E se è vero che spesso gli opposti si attraggono, nel caso di Calvin ed Elizabeth non ci può essere niente di più falso. I due, stesso modo di ragionare, stesso modo di affrontare la vita, stessa testa quadra sulla chimica, troveranno l’uno nell’altra un porto sicuro dove approdare, una casa da condividere, un amore incontrollabile e una fede reciproca che andrà oltre la lealtà. E proprio di fede si parla, quando Calvin Evans riesce finalmente a mettersi in gioco.
La sua non è una fede religiosa, né una fede mistica, il suo cervello gli impedisce di sottostare a qualcosa che non può dimostrare: la sua è una fede nella vita, che scopre di avere solo dopo l’incontro con Elizabeth, quella fede nell’umanità che non può darti un’ottima e stimolante amicizia ma che può darti solo l’amore incondizionato verso qualcuno. Grazie ad Elizabeth, Calvin Evans apre gli occhi su quel mondo che non aveva mai conosciuto e da cui aveva sempre cercato di allontanarsi.
In questo senso, Calvin Evans è un pendolo che oscilla tra fede e ragione.
Nessuno può togliergli la sua scienza e il suo modo di vedere le cose razionale e puntuale sui fatti tangibili, ma allo stesso tempo questa sua razionalità lo porta a perdersi completamente davanti alla conoscenza dell’amore, davanti a qualcosa che non sa spiegare e che non vuole spiegarsi, forse per la prima volta.
Laddove non riesce ad arrivare Wakely, un ragazzo che sta studiando per diventare diacono con cui Calvin si scambia delle lettere intrise di argomenti come fede e ragione, riesce ad arrivare Elizabeth, anche senza volerlo. E alla fine dello scambio epistolare con Wakely, Calvin dovrà ammettere che qualcosa in lui è cambiato, grazie ai ragionamenti fatti col ragazzo sulla fede ma soprattutto grazie alla sua tanto amata evidenza: Elizabeth lo ama, senza un motivo apparente e lui ama lei, senza conoscerne il significato. E anche questo, dovrà ammettere, è un fatto. O come direbbe Wakely, un miracolo. Perché, in fondo, il ruolo del ragazzo diacono in Lezioni di chimica è proprio questo, cercare di far capire a Calvin quanto spesso ci sia ben poca differenza tra la scienza e la fede.
Ed è per questo che possiamo definire Calvin Evans un uomo di scienza, sì, ma anche un uomo di fede. Non la fede come possiamo intenderla comunemente, non la fede in Dio, una fede personale che va oltre le sovrastrutture.
Una fede che nemmeno uno scienziato del suo livello riuscirebbe a spiegare e, di conseguenza, la fede più spassionata e più pura. Perché la ragione e la razionalità sono due istanze che definiscono il personaggio di Calvin Evans ma sono anche le prime che mette in discussione quando la sua vita subisce dei cambiamenti. Apparentemente la razionalità risulta essere qualcosa che si affibbia facilmente a Calvin a causa, soprattutto, della sua professione e dei suoi modi di fare, ma vediamo molto presto quanto si lasci facilmente trasportare dalle emozioni, dandoci modo di conoscere un uomo puro e onesto.
Un uomo di fede. Anche se può sembrare un grande paradosso, questa è la bellezza del personaggio di Calvin Evans, è un uomo imprevedibile fatto di tante sfaccettature che si intrecciano tra loro e danno vita ad una complessità difficile da spiegare. È l’emozione che va oltre la ragione, ma è anche la coerenza che va oltre la fede. È Calvin Evans.
Calvin ed Elizabeth hanno fede l’uno nell’altra, una fede spassionata, difficilmente rintracciabile nella fede in qualsiasi dio.
Si affidano quasi ciecamente l’uno all’altra e solo insieme riescono ad andare oltre quelle regole che tanto li definiscono e che tanto amano. Ma sia la fede che la razionalità di Calvin Evans sono mediate. La fede non è in Dio ma nella sua scienza e soprattutto nell’amore e nella vita. E la razionalità non è solo fermezza e severità ma soprattutto onestà con se stesso e con gli altri, solidità morale e anche un po’ di rigidità che lo definisce e lo rende anche tenero agli occhi degli spettatori che conoscono il suo passato. Quando la fede nell’amore irrompe nella vita di Calvin Evans, la sua razionalità non viene meno ma viene a poco a poco accostata ad una fragilità inaspettata. Un elemento decisivo che gli permetterà di conoscersi nel profondo e di mettere finalmente in discussione molte parti di sé.
Quando veniamo strappati da tutto questo e Calvin Evans non c’è più, in Lezioni di chimica lascia un vuoto incolmabile. Un vuoto che non ci sappiamo spiegare e di cui non conosciamo il motivo, ma che siamo forzati ad accettare, senza ragionarci troppo, avendo fede nella sua morale incessante.