Lizzie McGuire è una di quelle serie tv americane che hanno riempito i pomeriggi di moltissimi millennials come me. Prodotta dal 2001 al 2004 e trasmessa da Disney Channel, oggi è disponibile on demand su Disney Plus. La star principale è Hilary Duff, con il ruolo che ha definitivamente lanciato la sua carriera da attrice, e che oggi ritroviamo proprio su Disney Plus con How I Met Your Father, spin-off della celebre comedy con protagonista Ted Mosby e il suo gruppo di amici. Devo dire che il mio primo grande shock da adulta è stato scoprire che Lizzie McGuire, in realtà, si compone di sole due stagioni, per un totale di 65 episodi (senza contare il film Lizzie McGuire – Da liceale a popstar). Sarà che da piccola ho visto e rivisto sempre le stesse puntate, senza mai stancarmi, ma ero davvero certa che fosse una serie molto più lunga.
Ora vi chiederete come mai io mi ritrovi ora, alle porte dei miei 27 anni, a parlarvi di Lizzie McGuire. Nella vita di chiunque giungono quei momenti in cui non si ha tempo per nulla, in completo burnout e con mille pensieri in testa. In questi casi, dopo una lunga giornata è davvero impossibile dedicarsi a serie tv lunghe e impegnate.
Ecco perché la mia cura al burnout sono i programmi leggerissimi, quelli che mi riportano con la mente al periodo felice e spensierato dell’infanzia, quando il problema più grande era il decidere cosa rispondere ai fogliettini dei compagni di classe con scritto “ti vuoi mettere con me? Sì/ No / Forse” (Spoiler: la risposta era sempre il forse democristiano).
Così, dopo un sano rewatch de Le Winx (quelle originali) ho pensato di dedicarmi a un cult intramontabile: Lizzie McGuire
Guardare il pilot della serie tv dopo così tanti anni mi ha fatto un certo effetto, soprattutto al momento dell’iconica sigla, con la rassicurante differenza che da piccola inventavo di sana pianta le parole e ora ne capisco anche il significato.
“If you believe we’ve got a picture perfect plan, we’ve got you fooled, cause’ we only do the best we can. Sometimes we make it, sometimes we fake it, and we get one step closer, each and every day when we figure it out our own way“
Che poi, sarà il burnout, ma anche se non sono più in seconda media il testo della sigla di Lizzie McGuire continua ad applicarsi perfettamente alla mia vita, e immagino a quella di molti altri. Perché, alla fine, siamo tutti in balia del Destino imprevedibile e volubile.
Capire il senso oltre la superficie è un concetto che ben si applica anche alla puntata in sè. Il pilot ci mostra i personaggi principali e sin da subito comprendiamo i loro tratti caratteristici. La famiglia di Lizzie McGuire è la classica famiglia americana da Mulino Bianco: la madre comprende al volo quando qualcosa non va nei figli, il padre è la figura un po’ più giocherellona e il fratellino piccolo è pestifero e divertente. Stessa cosa per quanto riguarda gli amici del cuore di Lizzie: Miranda e Gordon. La prima è un po’ la dura del gruppo, con i suoi capelli colorati e il suo caratterino da ribelle. Il secondo, al contrario, ha un’anima più poetica e riflessiva, decisamente il più maturo del gruppetto.
Ovviamente non può mancare la villain: Kate. L’ex migliore amica di Lizzie è una persona completamente diversa ora, è cresciuta ed è diventata la mean girl per eccellenza. La ricerca continua della popolarità è un cliché della televisione americana ed è la prima cosa a cui pensiamo quando immaginiamo un liceo o una scuola media d’oltreoceano.
Il concetto è ribadito anche dal Pilot di Lizzie McGuire, con la giovane studentessa che ambisce a diventare una cheerleader
La scarsa coordinazione le impedisce di entrare nel club, mentre Kate è pronta ad afferrare i pompon. I ragazzini di oggi, ovviamente, avrebbero commentato l’accaduto su Whatsapp, ma qualche tempo fa le cose non erano così semplici e bisognava accontentarsi di enormi e ingombranti computer, che talvolta ci giocavano qualche scherzetto.
Tralasciando l’improvvisa nostalgia di msn e dei suoi trilli, per un malfunzionamento del computer di Miranda la conversazione tra le due amiche diventa pubblica e Kate viene presa di mira. Seguono una lista infinita e divertente di vendette tra Miranda e Kate e, infine, tra Kate e Lizzie. Uno sguardo adulto sulla vicenda mi ha fatto capire quanto spesso siamo miopi. Essere popolari, alla fine, significa piacere a quante più persone possibile. Oggi possiamo tradurlo nel numero di like o di followers sui canali social. Spesso, però, diventa una lotta al massacro non tanto nell’essere apprezzati ma nello screditare l’altro per apparire migliori.
Alla fine sono cambiate le teconologie, è cambiata la moda (per fortuna) ma il succo della storia è sempre quello. Ci muoviamo tra un gossip e l’altro ma abbiamo sempre questa inspiegabile esigenza di piacere agli altri, anche quando degli altri ci interessa ben poco. Insomma, avevo intenzione di svagare la mente con una delle mie serie del cuore di quando ero piccola, e sono finita a guardare il pilot di Lizzie McGuire e pensare al senso della vita. Eppure, nonstante tutto, ne è valsa la pena.