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Loki 2×05: C’è vita oltre alla TVA

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Loki 2×04 si chiudeva con un finale sorprendente: il crollo delle ramificazioni faceva esplodere i corridoi della TVA e Victor Tamely veniva lacerato dal telaio temporale. Il nuovo episodio parte da queste premesse per presentare gli effetti e le conseguenze di questi disastri sui protagonisti, soprattutto per Loki. Nei primi minuti dell’episodio 5 vediamo il Dio dell’Inganno in preda ad uno stato confusionale, e sbattuto da un universo all’altro in pochissimi secondi come già successo nella prima puntata della seconda stagione dedicata al mitico fratello di Thor. E gli altri? Dove sono finiti Mobius e compagni? Queste domande rincorrono i nostri pensieri mentre Loki cerca un modo per evitare la scomparsa dell’universo senza un alleato su cui fare affidamento.

Oltre la TVA, oltre le manipolazioni di Colui che Rimane c’è la vita

Ci fu un tempo in cui Mobius e compagni conducevano una vita diversa rispetto a quella attuale. Ci fu un tempo in cui i protagonisti di Loki avevano una famiglia a cui donare amore, e un lavoro a cui prestare attenzione e dedizione. Prima della manipolazione di Colui che Rimane, le donne e gli uomini messi a capo della TVA possedevano una vera identità, un altro nome e un’altra ramificazione temporale in cui crescere senza badare agli scontri per la salvezza del pianeta. In quel tempo ordinario e felice Mobius vendeva moto d’acqua e amava – al di là del suo lavoro – due figli a cui piacevano i dispetti più di ogni altra cosa. L’agente B-15 non era un agente anche fuori dai contorni bui e alienanti della TVA, ma un bravissimo medico. Un medico adorabile che mostrava affetto e amore verso i bambini per rimarcare quella bellezza d’animo che abbiamo conosciuto anche alla TVA, perché in fin dei conti c’è qualcosa che rimane di una persona, e quel qualcosa appartiene all’animo. Casey era un detenuto a Alcatraz e OB scriveva libri di fantascienza non apprezzati dal resto del mondo. 

Loki 2×05 prepara il campo per l’episodio finale con una trama più riflessiva e meno energica rispetto alle altre

Abbiamo quindi una risposta alla domanda che ci siamo posti nell’incipit di questa recensione: Mobius e compagni sono finiti nella ramificazione temporale precedente all’esilio forzato alla TVA, in una una nuova/vecchia realtà parallela nella quale la TVA non è mai esistita. Loki 2×04 è a tutti gli effetti un episodio riflessivo e a tratti flemmatico, un meraviglioso affresco sentimentale che pone al centro della trama un discorso su quello che siamo e su quello che avremmo voluto essere. La nuova puntata di casa Marvel accende un altro riflettore sull’anima buona di Loki – divenuto a tutti gli effetti un eroe come suo fratello Thor – quando fa ammettere al protagonista di sentirsi solo senza i suoi amici, e di sentirsi perso senza i suoi doveri da salvatore della patria. La speranza di salvare gli universi dal crollo delle linee del tempo lo porta nelle vecchie ramificazioni per convincere i suoi vecchi alleati – ormai ignari di tutto quello che erano e della TVA – a riunirsi a lui: Ob suggerisce a Loki che soltanto l’aura collettiva può permettergli di tentare il tutto per tutto. Ob sembra il personaggio più vicino rispetto a quello che abbiamo conosciuto all’interno della TVA, un personaggio usato come ponte tra due realtà diverse per permettere a Loki di trovare un punto di riferimento all’interno del mare magnum temporale.

Così Loki 2×05 diviene metaforicamente e non un viaggio tridimensionale attraverso quelle scelte esistenziali che compongono l’ontologia dell’essere umano. Scelte difficili da parte dei protagonisti della serie, come quella di lasciare famiglia e casa per avventurarsi in una sfida più ardua di quello che sembra. La puntata riesce a porre bene il focus sul peso di queste decisioni, e sul significato vero di gioco di squadra. In questo ultimo senso è Loki, più di tutte le altre serie Marvel, a portare avanti un tipo di narrazione in cui il protagonista non é solo ed esclusivamente l’eroe di turno, ma il gruppo intero: Loki è una bellissima serie grazie a Mobius, B-15 e gli altri. Non è un caso che la puntata fa riunire tutti i personaggi prima del gran finale, e non è un caso che l’ultimo a raggiungere gli altri è Sylvie, il personaggio più importante per lo stesso Loki. Un personaggio da cui ci aspettiamo tanto nella resa dei conti finale.

Mentre il mondo sta crollando a pezzi – struggente in questo senso una scena in cui un amico di Sylvie viene falciato dalla linea temporale – Loki riesce a controllare i suoi salti temporali come non era mai riuscito a fare. Grazie a questo ‘potere’ il Dio dell’Inganno riesce a tornare al momento clou della narrazione: negli ultimi secondi prima dei titoli di coda, Loki è riuscito a mettere piedi e anima nell’attimo precedente all’esplosione della linea temporale e alla morte di Victor Tamely. In pratica, siamo giunti al momento in cui tutto è finito per non farlo finire. Se volessimo fare una previsione sul finale di stagione potremmo azzardare e dire che Loki sembra molto vicino a diventare il padrone della linea temporale, una sorta di Colui che Rimane attento alla salvezza collettiva – una versione buona del villain principale della saga del Multiverso. La fine è vicina e noi non vediamo l’ora di essere travolti dall’energia e dalla peculiarità del Dio dell’inganno.